Ambiente

Il Ddl contro la carne coltivata alla Camera, tra dubbi e tensioni

Il disegno di legge potrebbe causare all’Italia una procedura di infrazione da Bruxelles. Secondo +Europa, il divieto è anti-scientifico, anti-europeo e anti-italiano
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15 novembre 2023 Aggiornato alle 17:00

L’Italia potrebbe diventare il primo Paese in Europa a vietare la produzione, la vendita e quindi il consumo della carne “coltivata”, o “sintetica” com’è stata rinominata. Così, in questi giorni, i 7 articoli del disegno di legge a firma dei ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e della Salute Orazio Schillaci verranno sottoposti all’approvazione del voto alla Camera.

Attorno al Ddl, che metterebbe al bando la commercializzazione di tutti i cibi e mangimi ottenuti attraverso colture cellulari in laboratorio, aleggiano però le perplessità del Quirinale, perché le sue norme non risultano esattamente in sintonia con le linee guida tracciate dal diritto internazionale e dall’Ue: il provvedimento, infatti, potrebbe correre il rischio di attirare sull’esecutivo l’apertura di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles.

Mentre la lente d’ingrandimento del Colle inizia a inquadrare e analizzare a sua volta le misure, arriva la pregiudiziale di costituzionalità di +Europa, che definisce il divieto inserito nel disegno di legge come anti-scientifico, anti-europeo e anti-italiano perché viola le norme dell’Unione sul mercato comune e il principio della libertà d’impresa garantito dall’articolo 41 della Costituzione, oltre a ostacolare il progresso della ricerca.

Il partito fondato da Emma Bonino, infatti, sottolinea che non solo la carne coltivata non fa male alla salute, stando alle evidenze a disposizione, ma contribuisce a ridurre sia l’impatto ambientale e climatico della produzione che la sofferenza degli animali.

Inoltre. il paradosso è che sulle tavole del Paese potrebbero comunque sbarcare alimenti sintetici realizzati fuori dai confini nazionali, anche se per ora il commercio nel Vecchio Continente non è cominciato. Sulla scia di queste iniziative, +Europa ha portato fisicamente in Parlamento la carne coltivata a titolo dimostrativo.

Il centro-destra dal canto suo difende compatto il Ddl, dichiarando che serve a tutelare il patrimonio agroalimentare italiano. Nel frattempo alcuni osservatori fanno notare che se il Capo dello Stato Sergio Mattarella decidesse di applicare il veto sospensivo al disegno di legge si configurerebbe una fattispecie a suo modo storica. Il Presidente della Repubblica è intervenuto così solo in un’altra occasione, nel 2017, dopo che le Camere avevano approvato la legge sulle mine anti-uomo.

Già la scorsa estate il Senato aveva approvato il Ddl che vieta la produzione della carne coltivata, escludendo l’Italia da un mercato che, presto, prenderà piede in tutta Europa e che ridurrebbe il numero di animali impiegati nell’industria alimentare.

Poi, un mese fa, il Governo ha ritirato il divieto alla carne sintetica su indicazione dello stesso ministero dell’Agricoltura, proprio per via dei possibili contrasti con le leggi dell’Unione europea. Ora però il provvedimento è atteso all’esame della Camera dei Deputati.

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