Diritti

Emma Bonino fuori, Ilaria Cucchi dentro

Mentre alla senatrice di +Europa viene negata la rielezione, la sorella di Stefano Cucchi vede ufficializzata la sua. Divise da generazioni e storie personali ma unite dalla lotta per la libertà e i diritti, i cui destini non si incroceranno, almeno in aula
La sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, durante il programma tv Rai "Mezz'ora In Più" condotto da Lucia Annunziata, Roma, 17 novembre 2019.
La sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, durante il programma tv Rai "Mezz'ora In Più" condotto da Lucia Annunziata, Roma, 17 novembre 2019. Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
27 settembre 2022 Aggiornato alle 16:00

Impossibile. Ha scelto questa parola Emma Bonino in uno dei video più emozionanti della sua campagna elettorale, ricordando tutte le volte che negli anni è stata spesa verso di lei all’avanzare di una nuova idea.

La stessa, anzi unica, parola che sembra naturale pronunciare oggi, commentando a freddo i risultati elettorali che tra i tanti verdetti ne riportano uno particolarmente rumoroso: Bonino non siederà più in Senato.

Impossibile. Eppure è così. Battuta nel collegio uninominale Roma centro da Lavinia Mennuni di Fratelli d’Italia ma più in generale dal fuoco amico di Carlo Calenda e da malcelate ripicche reciproche tra Pd e Azione, ha chiesto il riconteggio dei voti ma le speranze di un ribaltamento di fronte sono minime, se non vane.

Negli stessi minuti in cui questo epilogo andava concretizzandosi, un’altra notizia faceva da contraltare: Ilaria Cucchi eletta al Senato.

Emma Bonino fuori, Ilaria Cucchi dentro.

Un avvicendamento simultaneo che se non fosse casuale sembrerebbe quasi suggerire come non ci sia spazio per troppe donne di valore in Parlamento. Bonino e Cucchi, divise da generazioni e storie personali ma unite dalla lotta per la libertà e i diritti, i cui destini non si incroceranno, almeno in aula.

Ilaria Cucchi una vita in prima linea non la desiderava e sotto i riflettori ci si è trovata suo malgrado, da quel 22 ottobre 2009 che cambiò per sempre la sua vita e in parte la storia del nostro Paese.

In un giorno apparentemente come tanti la raggiunse la notizia della morte del fratello nel carcere di Regina Coeli. Nonostante una verità ai suoi occhi chiarissima fin da subito, sono serviti anni perché la legge stabilisse con certezza assoluta che Stefano Cucchi fosse stato ammazzato di botte da agenti in servizio.

Anni scanditi da depistaggi, cameratismo, ostruzionismo istituzionale e una politica che stava spesso a guardare ma a volte purtroppo si esprimeva. Come fece Matteo Salvini che non smise mai del tutto di solidarizzare con i carabinieri coinvolti e dire che la droga fa male; o Carlo Giovanardi, che anche a sentenza definitiva continuò a sostenere che Stefano Cucchi fosse morto per colpa della droga e non del pestaggio.

Politica con la quale Cucchi vantava un credito che si merita di riscuotere ora, e non è un caso che sui social, negli istanti successivi alla conferma dell’elezione, abbia ricordato la prima volta che entrò in Senato, il 3 novembre 2009, per ascoltare il Ministro Alfano riferire (presumibilmente ed erroneamente) come fosse morto suo fratello, quando era nelle mani dello Stato. Un momento terribile che aggiunse dolore al dolore e costrinse la famiglia Cucchi a sopportare un carico emotivo che Ilaria ha saputo in parte trasformare in voglia di combattere, e vincere, in nome della libertà.

La sua elezione può sembrare un fatto piccolo nel mare grande della politica ma non lo è e al contrario rappresenta un faro di speranza per chiunque lotti ogni giorno per la rivendicazione dei propri diritti.

Come Emma Bonino che purtroppo non siederà al suo fianco, ma che alla causa sociale ha ancora tanto da dare.

Nei mesi precedenti al voto e ancor di più oggi, a urne chiuse e verdetti conclamati, il dibattito su cosa significhi essere femministe si infiamma e tra chi sostiene che una donna in posizioni di potere basti a dare una spinta al cambiamento e chi crede serva ben altro, una cosa dovrebbe mettere tutti d’accordo: poche persone in Italia hanno inciso sull’emancipazione femminile come Emma Bonino.

Ridurne la biografia a poche righe è impossibile nonché ingiusto, così come citarla unicamente come braccio destro di Marco Pannella, nonostante il sodalizio con il fondatore del Partito Radicale sia stato lungo e proficuo.

Tra le sue battaglie più note quella che ha portato alla legalizzazione dell’aborto e all’approvazione della legge 194 che oggi, a distanza di 44 anni, è stata tra gli argomenti primari della campagna elettorale, non per un suo adeguamento in base ai tempi come ci si aspetterebbe, ma per la voglia nemmeno troppo celata di ridurla e utilizzarla per limitare i diritti delle donne e fare dei loro corpi l’ennesimo campo di battaglia.

«Io non ho mai detto alle donne di abortire, ho solo evitato che morissero nel farlo», risponde spesso Emma Bonino ai detrattori che le ricordano di aver effettuato in prima persona aborti clandestini quando ancora la legge incarcerava donne e medici che li praticavano.

Azioni politiche ma prima ancora di mutua assistenza femminile, che a quei tempi coinvolsero molte attiviste. Donne che aiutavano altre donne, battendosi insieme a Emma Bonino anche per far approvare la legge sul divorzio, che liberò molte dalle catene di unioni infelici e spesso violente. E, più recentemente, spendendosi a favore della legalizzazione della cannabis e di un testo preciso sul fine vita.

Confermare Emma Bonino in Senato non sarebbe stato solo un valore aggiunto per il Paese ma avrebbe avuto anche la valenza di ricordarci, come lei stessa ripete spesso, che i diritti una volta conquistati non rimangano lì per sempre ma se non difesi e protetti quotidianamente possono venire spazzati via da un giorno all’altro.

La sua assenza tra i banchi del Parlamento sarà dunque pesante ma a donne come Ilaria Cucchi e a tutte noi servirà comunque il suo esempio, nella certezza che anche fuori dal palazzo la sua voce non cesserà di essere potente e influente. Per le donne. Per tutti.

Leggi anche
This is "Le dichiarazioni di Giorgia Meloni" by La Svolta on Vimeo, the home for high quality videos and the people who love them.
25 settembre
di Redazione 5 min lettura