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Splash! Fazzoletti, lenzuola, cenere: dove si buttano?

Ci sono materiali e prodotti davanti ai quali la raccolta differenziata a volte sembra una lotteria. Ecco la rubrica per non sbagliare bidone
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9 gennaio 2024 Aggiornato alle 15:00

L’insegnamento della raccolta differenziata nelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Gli allievi dovrebbero imparare come dividere i rifiuti nei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento di riciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località.

In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare. Dove si butta questo? E quello? Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezza davanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già.

Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica - in collaborazione con Junker App, piattaforma specializzata nella raccolta differenziata in Italia - cerca di dissipare la nebbia della raccolta differenziata che avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fare “Splash” nel contenitore giusto.

I fazzoletti

Se già nelle scorse settimane l’influenza e il raffreddore si sono fatti sentire, con il gelo artico portato dall’Epifania a 2024 appena cominciato si può tranquillamente prevedere un’impennata dell’utilizzo dei fazzoletti tra gli italiani. L’anno nuovo infatti è iniziato con temperature più alte della media, ma ora il ciclone della Befana intende farle crollare con un colpo di scopa.

Tra l’altro non sapevo che il primo a raccomandare l’uso dei fazzoletti fosse stato Erasmo da Rotterdam (1466 - 1536), anche se poi ci sarebbero voluti più di 200 anni per vedere concretizzata la loro diffusione, fino alla consacrazione definitiva con il Romanticismo dell’Ottocento. Nel 1929 inoltre si è passati dai fazzoletti di tessuto a quelli monouso, grazie all’intuizione di Oskar Rosenfelder, un industriale tedesco ed ebreo della carta che poi è stato privato della sua fiorente attività con l’ascesa del nazismo.

Ad ogni modo Splash! ha già parlato di fazzoletti in tempi primaverili (di allergia), ma senza soffermarsi su due elementi: la funzione “anti-spappolo” e la regola del colore.

Innanzitutto non vanno mai conferiti nella raccolta della carta, allo stesso modo dei tovaglioli e della carta da cucina, sia che siano puliti sia che siano sporchi. La ragione sta proprio nella loro peculiare struttura “anti-spappolo”.

I fazzoletti in sostanza sono fatti apposta perché non si dissolvano mentre ci soffiamo il naso. La loro destinazione tradizionale è l’organico ma durante la pandemia, per ridurre i rischi di contagio, si preferiva l’indifferenziato, che è il bidone giusto anche per i fazzoletti colorati o imbevuti di prodotti chimici, solventi e detergenti.

Le lenzuola, gli asciugamani e le tende

A casa mia c’è la diatriba del piumone. Per me è una guerra fredda, perché lo accuso di essere scomodo, poco pratico e sì, anche di lasciarmi scoperto in queste rigide notti (vedi il paragrafo sul gelo artico di cui sopra). Comunque sembra che io sia il solo a pensare tutto ciò.

Così trascorro i giorni del mio inverno a sognare una calda trapunta avvolta in candide lenzuola. Esco un attimo fuori dall’immaginazione onirica per ricordare che le lenzuola vanno buttate nella raccolta dei tessili e degli abiti usati, ma devono essere pulite.

Lo stesso discorso vale per i vecchi asciugamani e i tendaggi. A proposito, sai che esiste una tenda domestica cattura-luce? Si chiama SunLed: durante il giorno, raccoglie energia solare da utilizzare successivamente per illuminare la casa. L’obiettivo è ridurre il consumo notturno di luce elettrica.

La cenere del camino

Se in questi giorni fa così freddo, si presuppone che i camini esistenti siano particolarmente attivi. Dove va la cenere?

Nell’organico. Però bisogna verificare che si sia raffreddata perché sono frequenti i casi di cassonetti incendiati a causa delle braci. Modiche quantità di cenere di legna possono essere conferite nella compostiera domestica o nel cumulo. La cenere contiene elementi nutritivi per il terreno e per questo è molto indicata per la produzione di compost.

Ma poi… Come fa Babbo Natale a passare dal camino? Questo è anche il titolo del libro illustrato di Mac Barnett Jon Klassen, che cerca di indagare l’eterno mistero.

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