Diritti

Incel: chi sono e perché sono pericolosi

Un giudice canadese ha condannato per atti terroristici un uomo accusato di omicidio motivato dalla sottocultura online degli “celibi involontari”. Ma i numeri della violenza sono molto più alti
Credit: Isi Parente 

Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 7 min lettura
1 dicembre 2023 Aggiornato alle 10:00

L’uomo canadese che nel 2020 aveva ucciso Ashley Noelle Arzaga, l’addetta 24enne di un centro massaggi, con un machete e aveva ferito gravemente un’altra donna è stato condannato all’ergastolo: per il giudice è stato un atto di terrorismo motivato dalla sottocultura online Incel.

Al momento dell’omicidio aveva 17 anni – per questo la sua identità è ignota – ma è stato giudicato come un adulto.

Per il giudice Sukhail Akhtar sarebbe stato “insufficiente” condannarlo come minore. Akhtar ha respinto la difesa secondo cui avrebbe subito il “lavaggio del cervello” da parte del movimento Incel: «lo ha cercato, lo ha accettato e ha agito di conseguenza».

Il termine “incel” è una crasi dall’inglese involuntary celibate, “celibe involontario”: uomini che portano avanti un‘ideologia secondo cui il mondo discrimina i maschi eterosessuali non attraenti.

La colpa sarebbe delle donne, che negano il loro diritto al sesso per colpa del loro aspetto fisico, preferendoli i “chad”, belli e di successo – i cosiddetti “maschi alfa” – a causa della loro emancipazione, che ha dato loro la possibilità di scegliere innescando un processo selettivo (di natura biologica) che le spinge a rifiutare chi è brutto, povero o socialmente inadeguato.

Non si tratta di un fenomeno nuovo: il termine è stato coniato negli Usa nel 1997 e da allora si è diffuso online – impossibile avere stime sui numeri reali – all’interno di quella che viene definita la “manosphere”, l’ecosistema oscuro delle comunità maschili virtuali, di cui fanno parte anche gli attivisti per i diritti degli uomini (Mra) e i Pua,i cosiddetti “artisti del rimorchio”. Alla base di questa subcultura ci sono due teorie fondamentali: la prima, conosciuta come Lms (Look, Money, Status) riguarda i rapporti interpersonali, ed è parte della seconda, più conosciuta: quella “RedPill”.

Bellezza fisica, ricchezza e status sociale, secondo la prima teoria, sono gli unici elementi che entrano in gioco nelle relazioni tra uomini e donne, in cui non hanno invece peso affinità intellettuali e caratteriali.

Per questo, chi bello, ricco e di successo non è non ha alcuna possibilità di ottenere quello che, secondo i sostenitori di questa teoria, gli spetta per diritto naturale: il sesso. Secondo questa teoria, la bellezza sarebbe valutabile secondo criteri statistici su una scala da 0 a 10 e che gli uomini che non riescono a raggiungere la sufficienza mediando i 3 fattori Lms sono preclusi dall’avere relazioni.

Questo, a sua volta, sarebbe legato al fatto che le donne hanno un’enorme sproporzione di opportunità in ambito relazionale.

A spiegare il perché è la teoria RedPill, che prende il nome dalla “pillola rossa” che permette a Nemo, il protagonista del film Matrix, di “vedere quanto è profonda la tana del Bianconiglio”: scoprire la realtà sul mondo che ci circonda.

I redpillati, così si definiscono coloro che aderiscono alla teoria, hanno aperto gli occhi sulla reale natura delle dinamiche sociali: le donne, che detengono il potere sessuale, sono biologicamente diverse dagli uomini e molto più selettive.

A causa della liberazione sessuale, quindi, all’interno del “sexual marketplace” decidono di avere rapporti solo con uomini che hanno un Lms altro, rifiutando gli altri, un fenomeno che viene definito “iperigamia”. Questo non accadeva nella società pre-1968, quando la sessualità era più “equilibrata” e anche agli uomini con un basso Lms era garantito il diritto al sesso.

Gli incel affermano che le loro idee sono supportate dalla scienza, appoggiandosi alla “gerarchia dei bisogni di Maslow”, secondo cui il sesso è una parte della struttura dei bisogni umani fondamentali. Per questo, esserne privati è innaturale e il fatto che ne siano esclusi è una negazione dei diritti: per questo auspicano un intervento istituzionale, per esempio attraverso la legalizzazione della prostituzione, o una trasformazione culturale e il ripristino della società patriarcale pre-liberazione sessuale.

Ad alimentare la loro rabbia, però, non è (solo) la presunta negazione del sesso, ma anche la constatazione che le persone di bell’aspetto avrebbero tutta una serie di vantaggi nella vita, per questo utilizzano spesso il termine lookism, ovvero la discriminazione delle persone sulla base della loro bellezza.

Chad, Stacy, Becky, normie: quello degli incel è un vocabolario specifico per etichettare le persone a seconda del loro aspetto e del loro stato sociale, ma anche per indicare i rapporti interpersonali e le strategie di “miglioramento” per scalare la gerarchia del dating.

Tra i termini con cui gli incel fanno rete tra loro online, però, non ci sono sono quelli offensivi e sessisti come “landwhale” (balena spiaggiata, per indicare le donne sovrappeso), “cock carousel” (il concetto secondo cui le donne ventenni passano da un uomo all’altro, prima di sistemarsi con un maschio attraente sulla trentina), “dogpill” (la convinzione che le donne facciano sesso con i cani e che preferirebbero farlo piuttosto che fare sesso con un incel) e “femoid/foid” (la versione abbreviata di “femanoid”, una combinazione di femmina e umanoide: un termine disumanizzante che suggerisce le donne non sono umane), ma anche esplicitamente violenti.

Il più noto è “going ER”, che facendo riferimento a Elliot Rodger, autore del massacro di Isla Vista che ha ucciso 6 persone e ne ha ferite 14 prima di suicidarsi, è usato per descrivere o lodare l’atto di commettere un omicidio di massa o un omicidio-suicidio.

Ma esiste anche “jihadpill”, che basandosi sull’idea che l’unico modo per accedere a relazioni sessuali e romantiche è diventare un jihadista o commettere jihad, incoraggia (provocatoriamente?) gli incel musulmani a unirsi a gruppi violenti.

La rabbia degli incel, soprattutto quella nei confronti delle donne, infatti, non è virtuale, ma decisamente molto più concreta. E pericolosa. Talvolta letale.

Un documento del 2021 del McCain Institute spiegava che “negli ultimi sette anni più di 53 persone sono state uccise e centinaia sono rimaste ferite in attacchi legati a Incel. Il 2020 ha visto un aumento della violenza legata e anche se si è verificato un solo attacco in termini di vittime, ci sono stati molti più incidenti in cui gli incel hanno espresso interesse o hanno effettuato attacchi che hanno fallito.

Ci sono anche segnali crescenti che l’ideologia Incel si sta diffondendo oltre il Nord America Europa. Nel Regno Unito, per esempio, un uomo noto per aver partecipato ai forum Incel è stato recentemente accusato per sette reati legati al terrorismo”.

California (2015). Elliot Rodger uccide 7 persone (compreso se stesso) e ne ferisce altre 14 in un attacco a donne e coppie a Isla Vista. È ancora venerato in molti forum incel.

Roseburg, Oregon (2015). Chris Harper Mercer uccide 10 persone (compreso se stesso). Frequentava i forum incel attivamente, esprimendo rabbia per la sua percepita mancanza di successo sessuale.

New Mexico (2017). William Atchison (21 anni) uccide 2 persone prima di suicidarsi in una sparatoria all’Aztec High School. Aveva elogiato Elliot Rodger online.

Florida (2018). Nikolas Cruz (19 anni) uccide 17 persone e ne ha ferite altrettante in una sparatoria alla Stoneman Douglas High School, prima di essere arrestato.

Canada (2018). Alex Minassian uccide dieci persone e ne ferisce 15 in un attacco con un veicolo. Sui suoi canali social, ha espresso ammirazione per Elliot e dice di essersi ispirato a lui, e che spera che il suo attacco avvenga a sua volta ispirare più violenza.

Florida (2018). Il 2 novembre Scott Beierle (40 anni) uccide 2 donne e ferisce altre 5 persone, prima di suicidarsi, in una sparatoria all’Hot Yoga Studio.

Texas (2019). Bryan Isaack Clyde (27 anni) è ferito a morte dalla polizia prima di entrare nella Dallas Courthouse, dopo aver pubblicato sui social media il suo piano di un massacro nell’edificio. Indossava 150 proiettili.

Arizona (2020). Un uomo identificato online come incel attacca in un centro commerciale, ferendo 3 persone.

Dalla pubblicazione del documento al 31 ottobre 2023, secondo il sito dell’organizzazione anti-hate Adl, ci sono stati altri 13 attacchi programmati o portati a termine.

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