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Cosa significa essere “poliamorosi”?

Antonio, Nicola, Antonella, Sofia, Lara hanno aperto i loro cuori e raccontato a La Svolta le proprie relazioni con più persone. E cosa vuol dire esplorare quotidianamente altre tipologie di amore
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21 novembre 2023 Aggiornato alle 18:00

«Non lo si diventa, lo si è» rispondono quasi all’unisono Antonio e Nicola quando La Svolta chiede come si diviene poliamorosi. Il poliamore, di cui ancora non si parla molto e, quando lo si fa, spesso avviene in maniera distorta, è una relazione sentimentale che coinvolge consensualmente più persone. Il termine, derivato dal greco poly “molti” e dal latino amor, fu introdotto per la prima volta da Morning Glory Zell-Revenheart nel suo articolo Bouquet of Lovers del 1990.

L’elemento che principalmente lo distingue da altre forme di relazione amorosa è la non esclusività del rapporto, che non viene ritenuta indispensabile per la costruzione di una storia a lungo termine. Nel legame poliamoroso inoltre, tutte le persone coinvolte devono essere informate: la libertà di intrecciare altre situazioni romantiche o sentimentali passa attraverso la comunicazione e la trasparenza.

«Quando ci siamo conosciuti - racconta Antonio - abbiamo immediatamente stabilito che il nostro rapporto avrebbe dovuto espandersi, la classica relazione ci stava stretta, la vedevamo come una barriera alla libertà individuale, un sacrificio che portava almeno per noi alla sofferenza, facendola sconfinare nell’ipocrisia».

«La nostra storia ha avuto diverse fasi - prosegue Nicola - siamo stati una coppia aperta, poi per alcuni anni una specie di triade con 2 donne diverse in momenti diversi. Attualmente rimane prioritario il nostro legame».

All’interno del poliamore convivono molte dimensioni: la coppia aperta, appunto, il rapporto a V dove una persona instaura connessioni contemporaneamente con altre, che fra loro non hanno un legame sentimentale. Esistono anche triadi dove fra ogni individuo sussiste un’interazione intima e paritaria. La relazione a T dove una coppia preesistente frequenta un solo partner esterno.

«Questo tipo di connessione sicuramente implica in termini di tempo più impegno e energie - dichiarano i 2 ragazzi - oltre a un dialogo costante per disinnescare e neutralizzare alcune emozioni che possono crearsi come la gelosia».

Sarà l’assetto relazionale del futuro? «Non sappiamo se potrà esserlo, sicuramente ora i giovani hanno rapporti più fluidi, noi ci troviamo a nostro agio, è divenuto un principio far capire agli altri che esistono altri modelli di relazione».

Nonostante la società abbia ancora difficoltà nell’accettare pienamente questa forma d’amore, il fenomeno si sta velocemente diffondendo. Negli Stati Uniti un’indagine condotta nel 2017 su circa 8.700 adulti, ha rilevato che più di 1 persone su 5 ha intrattenuto relazioni poliamorose.

Anche in Italia seppure se ne parli soltanto dal 2008, c’è un crescente interesse attorno a questa tematica, come dimostrano le migliaia di iscritti ai gruppi che lo promuovono, rendendo possibile raccogliere informazioni, supporto e consultare il calendario degli incontri che permette un contatto diretto fra i suoi simpatizzanti.

«Sono stata sposata per 10 anni, poi il mio matrimonio è entrato in crisi - racconta Antonella a La Svolta - quando ho incontrato Pet ne sono rimasta folgorata, soprattutto dal suo aspetto fisico. Alto, biondo, occhi azzurri il classico vichingo, è svedese. All’inizio la nostra era una coppia tradizionale, non avevo mai contemplato altre forme d’amore. All’epoca avevo 35 anni e valutavo anche la possibilità di avere un figlio».

Fra gli aspetti rilevati dai poliamorosi c’è quello che la monogamia, riconosciuta quasi esclusivamente dalle culture occidentali, sia un concetto da decostruire. Sostengono infatti che per loro natura l’essere umano non sia in grado di soddisfare le proprie esigenze attraverso un’unica persona.

«Pet in quel periodo viaggiava molto e una sera rientrando mi consegnò un libro che parlava del poliamore. Sapevo che in passato lo aveva praticato ma da quando ci frequentavamo non aveva mai sollevato l’argomento. In breve mi dichiara di aver conosciuto una collega e che avrebbe voluto introdurla all’interno della nostra storia. Inizialmente mi sono sentita fagocitata dalla notizia che ho impiegato mesi a assimilare. Non è stato facile ma poi ho capito che Ana avrebbe aggiunto e non tolto qualcosa al nostro rapporto».

«Sono ormai 7 anni che il nostro amore poliamoroso prosegue, siamo riusciti a trovare un equilibrio in cui tutti noi ci confrontiamo dando valore al principio dell’inclusività in base al quale ogni persona viene percepita come un arricchimento e non come una minaccia».

Anche se l’esperienza poliamorosa cerca di indagare i sentimenti, la ricerca dell’intimità, unendo sullo stesso piano affettività, amore e sesso fra più persone contemporaneamente, può capitare che chi lo pratica scelga di dare un’importanza primaria alle gerarchie (nel caso di una coppia) rispetto ai futuri incontri.

Sofia accoglie La Svolta nella sua bella casa, mostrando il suo letto over size, davvero spazioso, e soddisfatta afferma di aver fatto un buon affare «almeno siamo comodi. Mi ero sempre chiesta perché le mie storie non durassero, perché mi sentissi così confinata e oppressa dopo solo alcuni mesi. Avevo semplicemente bisogno di confronti, di sperimentare, mi sono innamorata di 2 ragazzi contemporaneamente e ho capito che entrambi sarebbero stati complementari».

«Ciascuno di loro voleva però una relazione esclusiva, la nostra convivenza è stata graduale, come graduale è stato il riconoscimento del nostro rapporto da parte di amici e parenti che non lo accettavano. Forse perché tutte le domande ora sono esaurite, nessuno ci chiede più nulla».

«Non mi sono mai sentita rappresentata dalla coppia tradizionale - racconta Lara - ho bisogno di libertà, non voglio essere vincolata a patti precedenti. Soltanto quando 10 anni fa hanno iniziato a costituirsi i primi gruppi di poliamore anche in Italia, ho capito quale fosse la mia collocazione, soprattutto sociale. Ho 38 anni e attualmente sono single, mi posso definire bisessuale, nelle relazioni non ho mai avuto preferenze di genere».

«Ho sempre incontrato i miei partner in rete - aggiunge - in modo particolare in gruppi che prevedevano interessi comuni, sono nate delle relazioni a distanza ma quando si è concretizzata la possibilità di viverle nella quotidianità per vari motivi non sono proseguite. Non ho mai approfondito Il rapporto emotivo con le compagne degli uomini che avevo a fianco, anche se con alcune siamo divenute amiche. Non sono alla ricerca estrema dell’amore, ritengo piuttosto che in un sentimento come questo ci si debba imbattere».

In una delle sue frasi celebri Andy Warhol aveva dichiarato: “Il prezzo più alto che paghi per l’amore è che hai sempre qualcuno tra i piedi, non puoi startene da solo, che è sempre meglio. Lo svantaggio più grosso è naturalmente la mancanza di spazio nel letto. Anche un gatto ti ingombra in camera da letto”. Chissà cosa penserebbe oggi del poliamore considerato che lo spazio deve essere moltiplicato.

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