Storie

Barbara d’Urso: tradimento e poliamore (ma solo sul palco)

La conduttrice italiana, ora impegnata nella tourneé teatrale con la commedia Taxi a due piazze, ha raccontato il ritorno sul palcoscenico. Svelando a La Svolta la sua visione sulle relazioni di coppia
Credit: via vanityclass.it
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23 marzo 2023 Aggiornato alle 17:59

Tutti la conoscono come la regina dei salotti della tv, ma Barbara d’Urso è anche una donna di teatro. Dopo 15 anni di assenza dalle scene, è tornata a calcare il palcoscenico, interpretando la protagonista di Taxi a due piazze, la commedia di Ray Cooney che diverte gli spettatori dal 1984 e che, per l’occasione, torna in una versione inedita.

D’Urso per l’occasione ha vestito i panni di una tassista che per mantenere il segreto della sua bigamia si divide tra un marito a piazza Risorgimento e un altro a piazza Irnerio, aiutata solo dalla sua amica (interpretata da Rosalia Porcaro) che ben conosce la sua doppia vita.

Dal 14 febbraio scorso (a Milano), e fino al 19 aprile (a Bellinzona), la commedia toccherà gran parte dello Stivale, celebrando le vicende tragicomiche di una vita tra luci e ombre. A La Svolta la presentatrice e attrice ha raccontato questo suo nuovo progetto.

Ray Cooney ha riscritto per questo spettacolo il suo classico del 1983, che non aveva mai avuto una versione al femminile: perché ce n’era bisogno?

Sì, perché dopo anni e anni e anni e anni e anni di Taxi a due piazze – interpretato da prima da Paolo Panelli poi da Johnny Dorelli, strepitoso – e di un uomo che ha due mogli era ora che ci fosse una donna alle prese con due mariti. Si tratta di una commedia esilarante e divertente che lancia messaggi importanti. Innanzitutto, non bisogna mai giudicare le scelte altrui.

Cosa c’è di diverso in questa versione in cui il rapporto tra i generi è ribaltato rispetto a quella “classica”?

Certo è stato più difficile rappresentarlo, perché nella commedia originale Johnny Dorelli e il suo amico fingono di essere gay per coprire le bugie del tassista. Qui la tassista, Giulia – cioè io – deve fingere di essere lesbica insieme alla sua amica, interpretata da Rosalia Porcato, ed è più complicato. Molti anni fa, potevi anche proporre delle macchiette per rappresentare i gay, ma adesso no. I tempi sono cambiati, per fortuna. E poi, per rappresentare due lesbiche cosa fai? Fai finta di essere una camionista? Insomma, ci è sembrato assolutamente indelicato e allora abbiamo trovato un escamotage. Molto, molto divertente.

Insomma, se un uomo dice di essere poliamoroso va bene ma se lo dice una donna no?

Io sono contraria al poliamore, quindi sono contraria anche al tradimento. Interpreto questo personaggio, certo, ma se succedesse a me, se avessi un uomo che ha anche un’altra fidanzata, gli taglierei tutti i vestiti e lo sbatterei fuori di casa. Tuttavia, non giudico, si tratta solo del mio pensiero.

Quali sono state le reazioni del pubblico di fronte a questa versione femminile di uno spettacolo amatissimo che va in scena da quasi 40 anni?

Strepitose, al di là della mia immaginazione. Un successo incredibile, teatri sempre pieni, la gente ride a crepapelle. Applaude continuamente ed esce contenta e soddisfatta per aver trascorso un’ora e tre quarti di gioia.

Ci saranno diversi adattamenti europei dello spettacolo. Dove approderà?

Europei ancora non lo sappiamo ancora, aspettavamo il debutto al Teatro Nazionale per definire le prossime tappe, che saranno nel resto d’Europa e del mondo. Noi toccheremo Bari, poi Verona, Bologna e Bellinzona.

Cosa ha significato per te partecipare a questo progetto? Cosa rappresenta questo spettacolo?

Sancisce il mio ritorno a teatro dopo 15 anni. E finalmente ho avuto il tempo di potermi dedicare per un mese alle prove, anche se avevo a disposizione solo la mattina, a differenza degli altri attori.

Ha rappresentato anche la possibilità di tornare a sentire la gente, che respira lì sotto, che reagisce quanto tu ti aspetti quella reazione. Sai che arriverà, quando arriva.

Provo soddisfazione anche per la gente che mi attende fuori, a spettacolo concluso: a Montecatini c’erano 1000 persone, che mi hanno attesa per 50 minuti, riempiendomi di regali. Insomma, un’esperienza meravigliosa.

Dopo il successo in tv, quello a teatro. Quali sono i prossimi progetti?

Non lo so. Io sono una continua sorpresa, per il pubblico e anche per me stessa.

Portare a teatro volti noti della tv può aiutare a riportare le persone a teatro?

Non saprei. Io sono certa che vengano a vedermi per amore, qualcuno forse anche un po’ in modo scettico e curioso. Ma ciò che conta è che, uscendo, pensi: “Beh, hai visto però la d’Urso?”

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