Diritti

Canarie, record di migranti: +80% rispetto al 2022

Nel week-end sono sbarcate almeno 1.325 persone sulle coste dell’arcipelago spagnolo; una sola imbarcazione ne portava 321. Secondo il ministro dell’Interno, è una conseguenza della “destabilizzazione politica del Sahel”
Credit: EPA/Gelmert Finol
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
24 ottobre 2023 Aggiornato alle 09:00

Tra le imbarcazioni che, nel week-end, hanno raggiunto le coste delle Isole Canarie, l’arcipelago spagnolo a largo dell’Africa nord-occidentale, ce n’era una di legno, piena di graffiti e scritte colorate. I media spagnoli, tra cui El Paìs, e i mezzi di soccorso che l’hanno intercettata, tra cui la Croce Rossa, l’hanno definita cayuco, una sorta di canoa di grandi dimensioni, molto affusolata. Là sopra, per almeno 100 km, hanno viaggiato ben 321 persone migranti, una cifra mai registrata prima sulla rotta delle Canarie. Il record precedente non aveva superato le 271 persone, arrivate a El Hierro il 3 ottobre.

Un video pubblicato da un giornalista della zona mostra le condizioni del mezzo in cui hanno viaggiato centinaia di uomini, donne e bambini stipati per ore prima di raggiungere La Restinga, un villaggio di pescatori nella provincia di Santa Cruz de Tenerife. Secondo le autorità spagnole, nel week-end appena trascorso almeno 1.325 migranti hanno raggiunto via mare le Isole Canarie.

L’arcipelago immerso nell’Oceano Atlantico è diventato la destinazione principale dei migranti che cercano di raggiungere la Spagna: i dati ufficiali mostrano che dall’inizio del 2023 fino al 15 ottobre l’arcipelago ne ha accolti 23.537, registrando un aumento dell’80% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ogni settimana, dall’inizio di ottobre, circa 4.000 migranti raggiungono questa destinazione. Le cifre si stanno avvicinando a quelle del 2006, quando in quasi 32.000 arrivarono sulle isole, fissando un record mai ancora superato.

Per riuscire a gestire la situazione e per aiutare le Canarie a far fronte a quello che il ministro spagnolo per l’Immigrazione a interim José Luis Escrivá ha definito un «flusso migratorio straordinario», la Spagna sta preparando un pacchetto di aiuti da 50 milioni di euro. Secondo quanto riportato da Reuters, i fondi sosterranno anche più di 4.000 bambini e adolescenti non accompagnati affidati alle cure delle autorità locali. Il ministro Escrivá, la scorsa settimana, si è recato a El Hierro, che è la più piccola, la più occidentale e la meno popolata isola dell’arcipelago, per incontrare il personale impegnato nell’assistenza agli immigrati.

La rotta migratoria atlantica verso le Isole Canarie viene percorsa principalmente dai migranti dell’Africa sub-sahariana, che generalmente non vogliono stabilirsi lì, ma da lì tentano di raggiungere l’Europa o altri luoghi nel mondo. Chi parte dal Marocco e dal Sahara occidentale viaggia per circa un centinaio di chilometri, mentre chi proviene da Mauritania, Senegal e Gambia si trova a dover percorrere circa 1.000 chilometri.

Questa rotta è una delle più mortali al mondo: nel 2022, secondo i dati più recenti dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite, sono stati registrati 43 naufragi in cui sono morte almeno 559 persone, tra cui 22 bambini. Ma i numeri potrebbero essere più alti, perché i cosiddetti “naufragi invisibili”, ovvero i casi in cui una barca viene segnalata in pericolo ma non vengono segnalati sopravvissuti, sono molto frequenti su questa rotta e quasi impossibili da verificare. Nei primi sei mesi del 2023, secondo l’Ong Caminando Fronteras, sono morte almeno 778 persone in 28 naufragi sulla rotta delle Canarie. Tra queste, 112 donne e 49 ragazzi e ragazze.

Il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska, ha dichiarato che l’aumento dei migranti diretti verso le Canarie è il risultato della «destabilizzazione politica nel Sahel», la regione dell’Africa subsahariana che si allunga dall’Oceano Atlantico fino al Mar Rosso, toccando Gambia, Senegal, Mauritania, Mali, Burkina Faso, Algeria, Niger, Nigeria, Camerun, Ciad, Sudan, Sudan del Sud ed Eritrea. Alcuni di questi, negli ultimi anni, hanno subito colpi di stato militari e sono tuttora governati da giunte militari.

Leggi anche
Immigrazione
di Chiara Manetti 3 min lettura
Immigrazione
di Chiara Manetti 3 min lettura