Futuro

Le app di prestiti ricattano i clienti con i loro dati sensibili

Secondo l’inchiesta della Bbc, alcune applicazioni di credito sfruttano l’accesso a informazioni, contatti e foto private presenti nel telefono degli utenti per estorcere la restituzione del denaro
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19 ottobre 2023 Aggiornato alle 12:00

Le app che forniscono prestiti istantanei sono migliaia in tutto il mondo, ma secondo la nuova inchiesta della Bbc alcune sfruttano i dati sensibili dei propri clienti per ricattarli. Si tratta di una truffa globale che l’emittente britannica ha documentato in Asia, Africa e America Latina. Solo in India sarebbero 60 le persone morte suicide dopo aver subito abusi e minacce.

Il modus operandi documentato dagli investigatori è apparentemente semplice: una volta scaricate, le app di credito istantaneo esaminate raccolgono contatti, foto e documenti presenti sui cellulari dei loro utenti e utilizzano queste informazioni per estorcere la restituzione del prestito. Talvolta, riporta la Bbc, il ricatto arriva anche quando i clienti hanno già ripagato il prestito.

La ricerca svolta da alcuni giornalisti sotto copertura ha rivelato che, quando i clienti non rimborsano in tempo i soldi ricevuti dai sistemi di credito, questi condividono le loro informazioni con i call center, dove giovani agenti della gig economy sono spinti a molestare e a umiliare i clienti affinché paghino la cifra prestata. Uno dei giornalisti si è fatto assumere come centralinista nelle aziende Majesty Legal Services e Callflex Corporation a Delhi, infiltrandosi per settimane all’interno di questi call center. Qui ha registrato con una telecamera a circuito chiuso centinaia di episodi di estorsione.

Nei suoi video, il giornalista mostra come molti clienti presi di mira da un ciclo continuo di chiamate moleste scoppino a piangere al telefono con i centralinisti, dicendosi anche di pronti a togliersi la vita per la disperazione. Nelle testimonianze raccolte dalla Bbc, le vittime raccontano della condizione di stress estremo in cui vivevano mentre ricevevano svariate telefonate ogni giorno da parte dei call center, che li minacciavano di diffondere i loro dati sensibili a tutta la rubrica. In molti casi, le foto personali dei clienti sono state modificate e trasformate in materiale pornografico, per poi essere inviate a tutti i contatti salvati sui loro cellulari.

L’indagine racconta il sistema di minacce quotidiano messo in piedi dalle aziende per obbligare i propri utenti a pagare: “Comportati bene o ti faccio a pezzi”, dice una centralinista, imprecando e informando il cliente di essere in possesso di immagini che documenterebbero le sue presunte attività di incesto. Non si tratta di un’eccezione. Secondo il giornalista infiltrato tutti i centralinisti delle aziende utilizzavano abitualmente un linguaggio osceno come indicato dai loro supervisori e dai manager dei call center.

Vishal Chaurasia, manager della Callflex Corporation, ha riferito alla Bbc che, quando un cliente chiede un prestito, fornisce all’app l’accesso ai contatti del suo telefono. Quindi la Callflex Corporation viene incaricata di recuperare il denaro e, se il cliente manca un pagamento, l’azienda inizia a infastidire lui e poi i suoi contatti. I centralinisti possono dire qualsiasi cosa pur di ottenere un rimborso.

Fingendosi investitori, altri giornalisti della Bbc hanno intervistato il manager di Jialiang, azienda con sede in India, Bangladesh e Pakistan che offre prestiti via app anche in Messico, Colombia e in alcuni Paesi dell’Africa. Il manager ha ribadito che la loro procedura è più o meno la stessa: “Se gli utenti non ci rimborsano, li aggiungiamo su WhatsApp, il terzo giorno li chiamiamo e inviamo un messaggio, contattando contemporaneamente i numeri della loro rubrica. Poi, il quarto giorno, se chi abbiamo contattato non paga al posto loro, avviamo altre procedure specifiche e dettagliate. Questo perché abbiamo accesso ai registri delle chiamate e acquisiamo molte delle informazioni dei clienti. Fondamentalmente, è come se fossero nudi davanti a noi”.

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