Ambiente

La formica di fuoco è arrivata in Italia

Un team di ricercatori ha lanciato l’allarme: in Sicilia sono stati trovati 88 nidi di Solenopsis Invicta, una specie altamente invasiva e pericolosa per l’uomo e la biodiversità
Credit: Ansa 
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14 ottobre 2023 Aggiornato alle 15:00

Non c’è pace per la biodiversità della fauna italiana: dopo l’invasione estiva dei mari da parte del granchio blu, a fare capolino nel nostro Paese è la formica di fuoco.

Originaria del Sud America e conosciuta anche come formica guerriera, formica rossa o Rifa (acronimo inglese di Red Imported Fire Ant), la formica di fuoco è una delle specie più invasive del mondo e la quinta più costosa da combattere: è già accertata, infatti, la sua presenza in gran parte degli Stati Uniti (dove ha causato una perdita di 6 miliardi di euro annui), Messico, Caraibi, Cina, Taiwan e Australia.

In Europa fino a ora è stata avvistata solo in poche occasioni in alcune zona della Spagna, dei Paesi Bassi e della Finlandia.

Tuttavia, secondo il team di ricerca coordinato da Mattia Menchetti dell’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica, che ha lavorato in collaborazione con l’Università di Parma e l’Università di Catania, gli avvistamenti in futuro potrebbero essere più numerosi.

Come riportato sulla rivista Current Biology, infatti, gli studiosi - dopo sopralluoghi e analisi effettuate in seguito a segnalazioni di frequenti e anomale punture di formiche iniziate già nel 2019 - hanno identificato 88 nidi di Solenopsis Invicta (nome scientifico della formica di fuoco) sparsi in 4,7 ettari vicino a Siracusa. Ognuno abitato da centinaia di migliaia di esemplari.

La scoperta preoccupa fortemente gli esperti dal momento che la formica guerriera è capace di diffondersi con estrema velocità, causando danni notevoli agli ecosistemi naturali, all’ agricoltura e soprattutto alla salute umana.

«La Solenopsis invicta è una delle specie invasive peggiori e può diffondersi molto rapidamente - ha spiegato all’Ansa Mattia Menchetti. - Trovare questa specie in Italia è stata una grande sorpresa, ma sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato».

Questi esemplari sono molto tenaci, forzuti e capaci di devastare interi campi coltivati, ma anche fortemente attratti da elettricità e onde elettromagnetiche, tanto da distruggere fili e macchinari elettrici infilandosi all’interno.

La formica di fuoco, poi, è considerata particolarmente devastante perché appartiene alla famiglia dei predatori generalisti, che cacciano qualsiasi organismo a disposizione nell’ambiente causando la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati nei luoghi in cui si insediano.

Non solo: «grazie al veleno contenuto nel loro aculeo e alle colonie che possono raggiungere centinaia di migliaia di individui, possono avere un impatto anche su animali giovani, deboli, o malati», spiega sempre Menchetti.

L’allarme lanciato dai ricercatori, però, è anche in merito ai danni che la formica di fuoco può causare alla salute umana, visto che le sue punture sono molto dolorose e possono determinare reazioni allergiche anche gravi, fino a condurre, in casi estremi, addirittura allo shock anafilattico.

I sintomi più comuni del morso di Solenopsis Invicta sono vertigini, dolore toracico, nausea, sudorazione intensa, bassa pressione sanguigna e difficoltà di respirazione, oltre a bruciore e dolore paragonabile a quello che si prova dopo una forte scottatura su una fiamma viva. Evento, quest’ultimo, che ha ispirato il nome dell’insetto.

La preoccupazione degli esperti è che, a causa dei cambiamenti climatici, sempre più Paesi possano sviluppare condizioni ambientali adeguate per l’insediamento e la sopravvivenza delle formiche di fuoco. Utilizzando modelli di distribuzione, i ricercatori hanno osservato che, allo stato attuale, questa specie invasiva potrebbe potenzialmente stabilirsi in circa il 7% del continente e nel 50% delle città europee, ma il rischio è che la prospettiva futura possa essere notevolmente peggiore, con una colonizzazione fuori controllo.

Per questo motivo, sono già stati fatti i primi passi per fermare l’invasione attraverso un sistema di monitoraggio basato sulla rilevazione e una rapida azione di risposta. Basandosi sugli interventi che hanno funzionato in Nuova Zelanda, il team di ricerca ha dato la propria disponibilità alla consulenza scientifica: inizialmente, l’intera area verrà ispezionata sistematicamente per analizzare i siti già invasi e successivamente inizierà un piano di trattamento pluriennale per eliminare i nidi e assicurarsi che non ci siano nuove invasioni.

«I cittadini, sia attraverso i canali ufficiali sia attraverso piattaforme di Citizen Science, potrebbero svolgere un ruolo chiave nell’individuazione di Solenopsis Invicta, considerando che si trova frequentemente nelle aree urbane e limitrofe. Potranno scattare fotografie se pensano di aver individuato esemplari di formiche di fuoco o di formicai, facilmente riconoscibili per i caratteristici cumuli. Sarà poi il team di esperti a valutare la specie - spiega Menchetti. - Bisogna avere più consapevolezza su questo problema perché il problema è già in Europa – ha concluso il ricercatore - Abbiamo bisogno di un’azione coordinata e ne abbiamo bisogno adesso».

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