Ambiente

Stati Uniti: pronti a dire addio alla plastica monouso?

L’U.S. Department of the Interior ha dichiarato di aver finalizzato i piani per eliminarla gradualmente dagli spazi pubblici - parchi nazionali e aree protette - entro il 2032
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Caitlin Delohery  

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3 ottobre 2023 Aggiornato alle 20:00

L’amministrazione Usa ha finalizzato gli ultimi dettagli per attuare il progetto governativo con cui intende eliminare la plastica monouso entro il 2032.

L’iniziativa era stata promossa l’anno scorso dal Segretario dello U.S. Department of the Interior, Deb Haaland, che aveva proposto di vietare progressivamente la plastica nei parchi nazionali e nelle aree protette nazionali.

L’Ente federale supervisiona circa 1/5 di tutte le terre statunitensi, pari a 194 milioni di ettari, e dovrebbe riuscire a ridurre nel tempo la produzione e la distribuzione delle materie plastiche grazie a una serie di piani pubblici elaborati da tutti gli uffici federali: «Lo U.S. Department of the Interior ha il dovere di svolgere un ruolo di primo piano nel ridurre l’impatto dei rifiuti della plastica sui nostri ecosistemi e sul nostro sistema climatico. In quanto amministratori delle terre pubbliche nazionali e in quanto agenzia responsabile della conservazione e della gestione dei pesci, della fauna selvatica, delle piante e dei loro habitat, siamo in una posizione unica per fare del nostro meglio per la nostra Terra. I nostri sforzi a livello di Dipartimento stanno ispirando azioni coraggiose per eliminare gradualmente i prodotti della plastica monouso, mentre cerchiamo di proteggere il nostro ambiente naturale e le comunità circostanti», ha dichiarato il Segretario Deb Haaland nel summit alla Casa Bianca dedicato alla costruzione delle comunità resilienti.

Nel concreto, il progetto prevede l’installazione di stazioni di rifornimento per le bottigliette d’acqua nei luoghi pubblici, l’aumento delle pratiche di recupero e riciclaggio dei rifiuti, la collaborazione con i concessionari pubblici per ridurre le vendite di bottiglie di plastica monouso, e infine la netta riduzione dell’uso di utensili di plastica, sacchetti, cannucce e altri prodotti legati a questi materiali.

Oltre a queste azioni, gli uffici preposti valuteranno e raccoglieranno i dati sull’uso delle materie plastiche, creando dei database finalizzati a trovare delle alternative sostenibili. Allo stesso tempo valuteranno anche la necessità di ulteriori finanziamenti, in base ai piani formulati dalle sotto-agenzie tra cui il Bureau of Indian Affairs, il National Parks Service, il Fish and Wildlife Service e altri enti. Verranno implementati anche dei corsi formativi per sensibilizzare i dipendenti pubblici sul comportamento da tenere nei luoghi naturali e protetti.

Le necessità di accelerare in questa direzione è stata determinata dal fatto che il tasso di riciclaggio degli Stati Uniti è sceso quasi al 5%, a causa dell’aumento della produzione di prodotti legati alle materie plastiche e del calo delle esportazioni di rifiuti in altre nazioni.

Lo U.S. Department of the Interior nel 2020 ha prodotto quasi 80.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani che finiscono per danneggiare gravemente l’ambiente.

Come sappiamo, la plastica monouso è responsabile della contaminazione degli habitat naturali e della diminuzione dei pesci e della fauna selvatica in tutto il Pianeta.

Le materie plastiche costituiscono l’80% di tutti i rifiuti marini trovati negli oceani e nei mari, che finiscono per essere ingeriti dalle specie marine con gravissimi danni, non solo per gli animali, ma anche per gli esseri umani.

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