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Tutti pazzi per Botox e filler: ma ne conosciamo davvero i rischi?

I trattamenti estetici non sono sempre sicuri e temporanei come pensiamo. A volte possono provocare complicazioni, anche nel lungo periodo, e lo sviluppo di una dipendenza
Credit: Joeyy Lee 

Si intravedono ovunque: nelle pubblicità e nei servizi fotografici delle riviste patinate, nei post dei social e nei volti delle persone che incontriamo per strada. Può darsi che qualche goccia si nasconda anche sotto l’arco di Cupido della vostra bocca.

Stiamo parlando dei risultati dei tweakments, gli interventi di medicina estetica a base di Botox o acido ialuronico che fanno concorrenza alla chirurgia e stanno cambiando la percezione dei canoni di bellezza dei volti, sempre più vicini al prototipo della Instagram face, come ha rimarcato una recente parodia del Guardian sotto forma di vignetta, che ritrae la Monna Lisa con il sorriso asimmetrico ritoccato.

Il mercato dei trattamenti estetici è in costante aumento e le proiezioni stimano una crescita mondiale del 15,4% entro il 2030. La narrazione più diffusa riguardo a questi trattamenti è che dovrebbero avere effetti temporanei, pochi rischi e nessuna conseguenza nel lungo periodo. Diversi medici ed esperti sostengono però che queste convinzioni siano sbagliate. I rischi ci sono e gli effetti potrebbero essere più duraturi di quanto comunemente si creda.

Cosa sono i tweakments

I metodi più comuni per intervenire sul volto in modo poco invasivo sono le iniezioni di tossina botulinica e di dermal filler.

I filler sono sostanze simili a gel che vengono iniettate a livello sottocutaneo per riempire le rughe o aumentare il volume di altre zone come labbra o zigomi. La prima sostanza a essere approvata per iniezioni di uso cosmetico dalla U.S. Food and Drug Administration è stata il collagene bovino nel 1981. Prendere in prestito dalle mucche il collagene aveva non pochi rischi, per questo oggi si usano soprattutto prodotti a base di acido ialuronico, una sostanza con forti proprietà idratanti naturalmente prodotta dal nostro corpo.

La tossina botulinica (il cui marchio più noto è Botox), invece, ha la finalità di rilassare temporaneamente i muscoli in cui viene iniettata, con l’effetto di addolcirne la contrazione e ridurre le rughe della fronte, quelle intorno agli occhi e tra le sopracciglia.

Rischi e complicazioni

Il boom di interventi ha portato anche un aumento progressivo delle segnalazioni di complicanze o di interventi malriusciti. Nel Regno Unito Save Face, un registro di medici che aderiscono a standard di sicurezza, nel 2022 ha raccolto 2.824 segnalazioni di complicazioni successive a un trattamento estetico (oltre 2/3 riguardavano iniezioni di filler e quasi 1/4 trattamenti a base di Botox), ma secondo gli esperti ci sono molti altri casi che non vengono segnalati dai professionisti, che spesso non hanno la formazione o le competenze adeguate per intervenire sulle pazienti.

I trattamenti eseguiti da mani inesperte possono provocare non solo un risultato imperfetto o lontano dalle aspettative, ma anche gravi conseguenze come infezioni, granulomi o cicatrici. Nei casi più sfortunati, l’iniezione di filler in un’arteria può causare l’occlusione vascolare e la successiva necrosi dei tessuti. Esistono poi anche persone diventate cieche per iniezioni sbagliate o che hanno rischiato di essere sottoposte alla rimozione chirurgica delle labbra perché il filler bloccava l’arrivo del sangue.

Spesso i pazienti si sottopongono alle iniezioni senza sapere quale sia il prodotto utilizzato e questa ingenuità non è da sottovalutare, perché neutralizzare gli effetti dell’acido ialuronico è possibile grazie all’enzima noto come ialuronidasi, ma per gli altri filler presenti sul mercato non si può tornare indietro se non con la chirurgia ricostruttiva.

In Italia è stata istituita una banca dati del Ministero della Salute in cui vengono registrati tutti gli incidenti avvenuti con i dispositivi medici, tra i quali rientrano anche i filler. Per gli incidenti gravi, è previsto un obbligo di segnalazione al Ministero che ricade sugli operatori sanitari (pubblici e privati) e anche sui fabbricanti del prodotto. Tuttavia, il numero esatto e la tipologia delle segnalazioni ricevute per gli interventi eseguiti in Italia non sono stati resi pubblici.

Chi può eseguire gli interventi?

In Italia i tweakments non possono essere eseguiti da chiunque, ma è necessario affidarsi a un medico preparato, meglio se specializzato in dermatologia, chirurgia plastica o medicina estetica. Non è così se ci spostiamo nel Regno Unito dove, nonostante le stime parlino di 900.000 iniezioni di tossina botulinica ogni anno, il mercato è molto meno regolamentato.

Una ricerca condotta dalla University College London e pubblicata a luglio sul Journal of Plastic, Reconstructive & Aesthetic Surgery ha esaminato i siti web di 3.000 cliniche estetiche, scoprendo che il 32% dei trattamenti veniva fatto da medici, il 24% da dentisti, il 13% da infermiere, il 12% da estetisti e l’8% da igienisti dentali. Senza considerare, poi, tutti i professionisti esterni alle cliniche che pubblicizzano i propri servizi sui social media e che operano in strutture private.

Possibili effetti a lungo termine

L’idea dominante che la durata dei filler non superi i 6 mesi (o al massimo i 18 mesi) non è del tutto veritiera. Gavin Chan, un medico specializzato in medicina estetica e fondatore del Victorian Cosmetic Institute in Australia, dopo aver somministrato filler dermici ai pazienti per gran parte della sua carriera, ha visto alcuni ripresentarsi dopo 5 o 7 anni dall’ultima iniezione con un rigonfiamento intorno agli occhi. In quei casi una risonanza magnetica aveva scoperto che «praticamente tutti i casi mostravano la persistenza del filler per molti anni. Abbiamo scoperto che il filler in qualche modo si sparge, non si sposta in un’altra parte del volto, ma si diffonde in modo simile al ghiaccio che si scioglie» ha raccontato Chan. Questa scoperta rovescia la prospettiva nei confronti di questi elementi che si pensava fossero completamente riassorbibili nel giro di pochi mesi e invece sono in grado di lasciare tracce per 10 anni e oltre.

E se diventa una droga?

Un altro aspetto problematico è il rischio di sviluppare una dipendenza. I risultati che si ottengono con questi trattamenti quasi sempre fanno sentire le persone meglio e questo attiva i classici meccanismi di desiderio e ricompensa associati alle dipendenze e invoglia a volerne sempre di più.

Senza neppure rendersene conto, alcune persone fanno così tanti interventi da raggiungere una condizione di overfilling dalla quale, secondo i medici, è molto difficile tornare alla normalità.

Un recente studio pubblicato su Aesthetic Surgery Journal ha analizzato le motivazioni di 24 donne che si dichiaravano soddisfatte dei risultati, nonostante avessero un’anatomia della bocca completamente distorta a causa delle eccessive iniezioni di filler. Dalle interviste sono emersi diversi temi ricorrenti: uno è che le donne costantemente esposte a immagini di labbra gonfiate su Instagram sono diventate in poco tempo sempre più insoddisfatte della forma naturale delle loro labbra, l’altro è una generale ansia riguardo al proprio corpo, che può essere associata anche a disturbi di dismorfismo corporeo.

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