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Gli scienziati del Babraham Institute di Cambridge hanno trovato un modo per ringiovanire le cellule della pelle di una cinquantenne. Riavvolgendo l’orologio biologico di circa trent’anni
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14 aprile 2022 Aggiornato alle 17:00

Venticinque anni fa gli scienziati del Roslin Institute in Scozia, poco distante da Edimburgo, annunciarono al mondo la nascita della pecora Dolly, il primo animale clonato da una cellula somatica. Oggi, dall’altra parte del Regno Unito, il Babraham Institute di Cambridge ha utilizzato una tecnica che si ispira a quella usata per Dolly per ringiovanire le cellule della pelle di una donna di 53 anni.

I ricercatori sono riusciti a riavvolgere l’orologio biologico cellulare di circa trent’anni, ripristinando in parte la funzione delle cellule più vecchie e ringiovanendo le misure molecolari dell’età biologica. Lo studio, pubblicato qualche giorno fa sulla rivista scientifica eLife, è in fase iniziale, ma potrebbe rivoluzionare la medicina rigenerativa.

Prima di tutto, che cos’è la medicina rigenerativa? Una branca della medicina che mira a riparare o sostituire le cellule che, con l’avanzare dell’età, vedono diminuire la capacità di funzionamento.

Uno degli strumenti più importanti della biologia rigenerativa è la nostra capacità di creare cellule staminali indotte, che in teoria possono potenzialmente diventare qualsiasi tipo di cellula. Ma gli scienziati ancora non sono in grado di ricreare in modo affidabile le condizioni per ridifferenziare queste particolari cellule in tutti i tipi di cellule.

Con il nuovo metodo i ricercatori sono riusciti a rendere le cellule biologicamente più giovani, facendo anche riguadagnare la loro funzione cellulare specializzata. «Molte malattie comuni peggiorano con l’età e pensare di aiutare le persone in questo modo è super eccitante», ha spiegato al quotidiano britannico Bbc il capo del team di ricerca, il professor Wolf Reik del Babraham Insitute di Cambridge.

Reik ha utilizzato la cosiddetta tecnica Ips, dall’inglese Induced Pluripotent Stem Cell, che si riferisce alle cellule staminali pluripotenti indotte: si tratta di un tipo di cellula staminale generata artificialmente a partire da una cellula somatica, ovvero che costituisce il corpo di un organismo.

È stata la tecnica Dolly a porre le basi per Ips, grazie alla semplificazione realizzata nel 2006 dal professor Shinya Yamanaka, allora all’Università di Kyoto: il suo nuovo metodo prevedeva l’aggiunta di sostanze chimiche alle cellule adulte per una cinquantina di giorni, provocando cambiamenti genetici che avevano trasformato le cellule adulte in cellule staminali.

In entrambe le tecniche le cellule staminali generate devono essere fatte ricrescere nelle cellule e nei tessuti richiesti dal paziente, cosa che, nonostante decenni di sforzi, si è sempre rivelata difficile.

Il team di Reik ha utilizzato la tecnica Ips su alcune cellule cutanee di 53 anni, riducendo il periodo di aggiunta delle sostanze chimiche da 50 a 12 giorni. Con grande stupore, le cellule non si erano trasformate in staminali embrionali, ma si erano ringiovanite in cellule della pelle che si comportavano come se avessero trent’anni di meno.

Non si tratta di una tecnica che dai laboratori potrà immediatamente essere portata in clinica: il metodo Ips aumenta, infatti, il rischio di tumori. Ma la scoperta di Reik è un grande punto di partenza per trovare un metodo alternativo e più sicuro per ringiovanire le cellule.

«L’obiettivo a lungo termine è estendere la durata della salute umana, piuttosto che della vita, in modo che le persone possano invecchiare in modo più sano», ha spiegato il professor Reik. Le prime applicazioni potrebbero essere lo sviluppo di medicinali per ringiovanire la pelle degli anziani in parti del corpo danneggiate da bruciature e tagli, per accelerarne la guarigione.

Il prossimo passo sarà scoprire se questa tecnologia funzionerà su altri tessuti come muscoli, fegato e cellule del sangue.

Secondo Reik non è poi del tutto inverosimile che da questa scoperta, un giorno, possa nascere una pillola contro l’invecchiamento o un metodo di rigenerazione di tutto il corpo. «La tecnica è stata applicata a topi geneticamente modificati e ci sono alcuni segni di ringiovanimento», ha spiegato Reik. «Uno studio ha mostrato segni di un pancreas ringiovanito, che è interessante per il suo potenziale per affrontare il diabete».

Ma alcuni scienziati hanno spiegato che non sarà facile applicare il processo di ringiovanimento ad altri tipi di tessuti o trovare un metodo più sicuro per la salute.

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