Diritti

Uk, migranti “economici”: Refugee Council smentisce le dichiarazioni del Governo

Secondo l’organizzazione, il 74% degli arrivi del 2023 rientrerebbe nelle “richieste d’asilo”. Per la ministra Braverman, nella maggior parte dei casi le «persone a bordo di piccole imbarcazioni sono uomini single»
Ministra per gli interni inglese Suella Braverman,
Ministra per gli interni inglese Suella Braverman, Credit: EPA/ADAM VAUGHAN
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5 ottobre 2023 Aggiornato alle 20:00

Viaggi terrificanti, persone costrette a un limbo eterno lastricato da paura e incertezza. Questo è quello che provano gli uomini, le donne, i bambini e le bambine mentre dalla Manica raggiungono il Regno Unito in cerca di sicurezza, con il desiderio di lasciarsi alle spalle il terrore e l’oppressione.

Un dato ufficializzato dall’organizzazione benefica Refugee Council che con uno studio fa crollare l’affermazione dello scorso dicembre della ministra per gli interni, Suella Braverman, con cui giustificava la proposta per la stretta sull’immigrazione: «Il 70% delle persone a bordo di piccole imbarcazioni sono uomini single, che sono effettivamente migranti economici»; per questo motivo, secondo Braverman, “stringere la vite” dell’immigrazione non è un problema, ma la soluzione a molti mali.

“Se le richieste di asilo fossero esaminate sarebbero accolte – spiega la società benefica – La chiusura del sistema comporterà semplicemente enormi costi, caos e miseria umana, con decine di migliaia di persone bloccate in un limbo permanente”. Secondo i dati di Refugee, il 74% degli arrivi nel 2023 potrebbe rientrare nelle “richieste d’asilo” (un aumento del 65% rispetto allo scorso anno).

Tutto è iniziato lo scorso marzo quando la ministra degli interni ha presentato in Parlamento il nuovo piano d’immigrazione, che prevede una detenzione di minimo 28 giorni, senza possibilità di cauzioni e ricorsi, per chiunque entri in Uk in modo irregolare attraverso il Canale della Manica.

Un disegno di legge senza alcuno spazio di domanda di asilo, di fronte al quale l’Unhcr - Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, non è rimasto in silenzio. “La legislazione, se approvata, equivarrebbe a un divieto di asilo e l’effetto sarebbe quello di negare protezione a molti richiedenti asilo bisognosi di sicurezza e protezione, e persino di negare loro l’opportunità di presentare la propria causa. Questa sarebbe una chiara violazione della convenzione sui rifugiati e minerebbe una lunga tradizione umanitaria di cui il popolo britannico è giustamente orgoglioso”.

Non a caso, il report pubblicato dall’organizzazione benefica si intitola “La verità sugli attraversamenti della Manica e l’impatto sulla legge dell’immigrazione illegale”: un’analisi che mette in luce diversi aspetti del fenomeno. Innanzitutto il fatto che, sulla base dei tassi di sovvenzione per nazionalità, si stima che 14.648 persone che hanno attraversato il confine quest’anno verrebbero riconosciute come rifugiate se solo le loro richieste venissero esaminate. Inoltre, è stato rilevato che il 54% proviene dall’Afghanistan, dall’Iran, dall’Eritrea, dalla Siria e dal Sudan: un dato che conferma l’ipotesi di Refugee Council secondo cui la maggior parte è in fuga dalla guerra e da condizioni di vita insostenibili.

Per “arginare” la situazione, all’inizio di quest’anno il Governo inglese aveva proposto un piano per trasferire i richiedenti asilo in Ruanda, proposta bocciata dalla corte d’appello in quanto considerata contraria alla legge.

Il discorso di Braverman è stato criticato da molti parlamentari, dalle Nazioni Unite e anche da diverse celebrità. L’ultima controversia, domenica scorsa, in un’intervista a Priti Patel, segretaria di Stato per gli affari interni fino al 2022, su Sky News: «Braverman non ha fornito una sufficiente prospettiva né contestualizzato la situazione. Ci sono problemi più ampi da analizzare. Noi stessi siamo il risultato del multiculturalismo e dovremmo esserne orgogliosi».

Una disputa che arriva proprio nel momento in cui i partiti e i gruppi si preparano a presentare i nuovi piani sull’immigrazione da cui, secondo un sondaggio, gli elettori sembrerebbero favorevoli a “sostituire l’attuale sistema europeo di leggi sui diritti umani applicato in Gran Bretagna con nuove leggi britanniche che proteggano diritti come la libertà di parola ma consentano al governo di intervenire tempestivamente per deportare i migranti illegali”.

Sull’argomento si esporrà anche Braverman al congresso del partito, ma in ogni caso l’obiettivo è chiaro: «La lotta all’immigrazione è una priorità assoluta – ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Interni – Continueremo a fornire protezione ai più bisognosi e ci consulteremo a breve per comprendere la capacità delle autorità di ospitare e sostenere gli immigrati che arrivano dalla Manica. Si tratta di una questione complessa che richiede soluzioni innovative, come la nostra partnership in materia di migrazione con il Ruanda, aspetto su cui rimaniamo fortemente impegnati».

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