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GammaDonna 2023: il trionfo della sostenibilità

Le finaliste per il riconoscimento dedicato all’imprenditoria femminile si sono incontrate oggi a Torino. Tra le premiate, anche chi utilizza polvere di grafite per creare oggetti e aziende artigiane eco-friendly
Credit: collage
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29 settembre 2023 Aggiornato alle 17:00

«Brava Susanna!»: questa è stata la risposta di Susanna Martucci, founder di Alisea, alla domanda “Cosa ti diresti se ti guardassi indietro”, nel corso dello speech fra le finaliste di GammaDonna 2023. Una frase che ha tutti i requisiti per diventare il suo portafortuna dopo che oggi, 29 settembre, sul palco dell’Italian Tech Week 2023 di Torino, la sua azienda è stata premiata come “Miglior impresa innovativa femminile dell’anno”.

«Sicuramente non me l’aspettavo, sono davvero felice – commenta Martucci sul palco al momento consegna – 30 anni di lavoro il cui potenziale è sempre stato sostenuto da pochissimi, oggi finalmente riceve il riconoscimento che merita».

Alisea è infatti la prima azienda a capire come dar vita a prodotti unici senza materie prime e assegnare valore a ciò che la maggior parte delle persone considera un rifiuto. La prima impresa a produrre dagli scarti di polvere di grafite oggetti di design unici, sostenibili e d’uso comune, fra tutti Perpetua, la prima matita attenta all’ambiente e interamente realizzata con grafite riciclata.

Proprio il giorno prima, nel corso del premio IMSA 2023, sullo stesso palco è stata fatta una considerazione importante riguardo alle imprese femminili: in Italia se ne contano soltanto il 13,7%. Un gap messo in luce anche durante la finale di GammaDonna. «Studi dimostrano purtroppo che si tratta di dati reali, le imprese gestite da donne sono minori in Italia rispetto a quelle gestite da uomini, nonostante sia altresì dimostrato che sono proprio le prime a offrire un maggior valore economico e sociale».

Questo perché, forse, raggiungere gli obiettivi è più complesso e perché, nonostante si parli in continuazione di parità, gli uomini continuano ad avere una strada molto più spianata. I motivi sono molti e nel corso dell’evento sono stati messi in luce: «I giochi aziendali purtroppo sono truccati e l’ho provato sulla mia pelle» racconta Dina Ravera, Ceo di Destination Group, in finale a GammaDonna. Un curriculum brillante e ricco di incarichi importanti che però lei, come tante altre, ha faticato per ottenere.

Per fortuna, però, c’è chi non si arrende. E non è solo il caso di Martucci e Ravera, ma anche di Roberta Ligossi, Ceo di Ta-Daan, premiata con il riconoscimento WE for sustainability award come azienda d’eccellenza più sostenibile tra le finaliste. Ligossi è l’amministratrice delegata dell’azienda che ha rivoluzionato il mondo dell’artigianato e dei piccoli commercianti, trasformando un lavoro ormai obsoleto in uno moderno, contemporaneo e, soprattutto, attento all’ambiente.

Mai come quest’anno, però, sarebbero potute essere premiate tutte come imprese sostenibili, proprio per il forte impatto sociale, il miglioramento e il benessere che ognuna trasmette. Concetti che riassumono al meglio la definizione di sostenibilità perché, senza essere troppo aulici e complessi, è questo ciò di cui il mondo ha bisogno.

Accanto alla vincitrice c’erano le 7 finaliste già presentate nei mesi passati, che in questi anni hanno compiuto passi enormi e continuano a lottare per invertire il paradigma sociale. 7 finaliste capaci di portare un effettivo cambiamento nel mondo: chi a livello medico, chi ambientale e chi umano.

Il premio GammaDonna arriva così al 19° anno e intrepido aspetta il ventennale. Un riconoscimento che, fortunatamente, sta avendo sempre più riscontro, sia sotto l’aspetto mediatico che per quanto riguarda l’affluenza. Un vero e proprio evento all’insegna della valorizzazione dell’imprenditoria femminile, certo, ma che si posiziona anche come precursore di un cambiamento.

«Tutte queste storie confermano, ancora una volta, il ruolo chiave che le imprese innovative guidate dalle donne possono avere nel rilancio sociale ed economico del Paese secondo un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo – ha sottolineato Valentina Parenti, presidente GammaDonna – Perché è ormai evidente che solo un’economia dell’innovazione sostenibile potrà consentire al Made in Italy di riacquisire competitività sul mercato internazionale e porre il Paese al centro di uno sviluppo economico solido e duraturo».

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