Culture

World Press Photo Contest arriva a Torino

La 66esima edizione del concorso di fotogiornalismo più importante al mondo ha portato alla selezione di 120 scatti in mostra fino al 19 novembre a Palazzo Barolo
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Irina Werning, The Promise 
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30 settembre 2023 Aggiornato alle 17:00

Il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, il World Press Photo Contest 2023, arriva a Torino.

Allestita fino al 19 novembre a Palazzo Barolo, via delle Orfane 7, la mostra comprende 120 scatti tra lavori di fotogiornalismo e fotografia documentaristica firmati per le maggiori testate internazionali, dal National Geographic alla Bbc, dalla Cnn al Times, da Le Monde a El Pais.

Un vero e proprio viaggio visivo e critico tra le notizie più importanti del 2022: dalla guerra in Ucraina alle proteste in Iran, dal racconto dell’Afghanistan sotto il controllo dei talebani alle derive della crisi climatica.

Hanno partecipato alla 66esima edizione del concorso ben 3.752 fotografi provenienti da 127 Paesi, presentando 60.448 fotografie scattate in tutto il mondo.

Per ogni area del mondo vengono raccolti e valutati da giurie regionali fotografie e storie. Dopo una prima selezione, gli scatti rimasti vengono esaminati da una giuria globale - composta quest’anno da Angela Jimu, Hideko Kataoka, Kateryna Radchenko, Tomas Ayuso, Felipe Dana, Maika Elan e Brent Lewis - che stabilisce i vincitori a livello regionale.

Tra questi - provenienti da 23 Paesi, Argentina, Armenia, Australia, Belgio, Cina, Danimarca, Ecuador, Egitto, Francia, Germania, Grecia, Iran, Italia, Messico, Marocco, Myanmar, Perù, Sud Africa, Spagna, Filippine, Ucraina, Stati Uniti e Venezuela - sono stati scelti i 4 vincitori a livello mondiale. Il concorso infatti è suddiviso in 4 categorie: Singole, Storie, Progetti a lungo termine e Formato aperto.

In particolare, lo scatto realizzato durante l’attacco aereo del 9 marzo 2022 al Mariupol Maternity Hospital di Evgeniy Maloletka, Associated Press, è stato premiato come World Press Photo of the Year.

La fotografia ritrae una donna incinta, su una barella, trasportata da alcuni uomini, con alle spalle l’ospedale danneggiato nel corso del bombardamento aereo russo.

La giovane è morta circa 30 minuti dopo aver partorito il figlio senza vita.

Il prezzo della pace in Afghanistan del fotografo danese Mads Nissen, vincitore del World Press Photo nel 2021, e realizzato per il giornale danese Politiken, è stato premiato invece al World Press Photo Story of the Year: raccoglie 9 scatti che documentano la vita sotto il regime dei talebani. “Battered Waters” sulla crisi climatica e la siccità nell’Asia centrale della fotografa armena Anlush Babajanyan, ha ottenuto il World Press Photo Long-Term Project Award. Here, The Doors Don’t Know Me dell’egiziano Mohamed Mahdy ha ricevuto, infine, il World Press Photo Open Format Award, per una narrazione che si serve di strumenti diversi - foto, materiali d’archivio, lettere, filmati e audio - la storia di una comunità di pescatori che sta scomparendo nel quartiere di Al Max ad Alessandria d’Egitto.

Tra gli autori italiani in esposizione, vi è Alessandro Cinque è stato premiato tra i vincitori regionali per il suo Alpaqueros, un lavoro durato diversi anni, che ripercorre le avversità che incontrano le allevatrici peruviane nel condurre gli alpaca sempre più in alto, per resistere al cambiamento climatico e alla siccità. Infine, Simone Tramonte che ha vinto, invece, nella categoria Long-Term Projects per l’Europa con il Net- Zero Transition che raccoglie i progetti innovativi che potrebbero consentire all’Europa di diventare il primo continente a impatto zero.

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