Bambini

Scuola: 61 crolli tra il 2022 e il 2023

Il 47% degli edifici è stato costruito prima del 1976; solo l’11% è stato progettato seguendo la normativa antisismica. La denuncia dell’organizzazione Cittadinanzattiva
Credit: note thanun
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27 settembre 2023 Aggiornato alle 12:00

A scuola, i ragazzi e le ragazze hanno il diritto di annoiarsi, di aspettare con ansia il suono della campanella per uscire con gli amici; hanno il diritto di aver paura per un’interrogazione o di una verifica, non per la loro incolumità.

L’allarme arriva dall’organizzazione Cittadinanzattiva con il XXI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato sabato 23 settembre. «Le risorse previste dal Pnrr, destinate agli edifici scolastici ammontano a 12,66 miliardi. Una cifra insufficiente per mettere in sicurezza le scuole nel nostro Paese: tra settembre 2022 e agosto 2023 si sono verificati 61 crolli totali, un numero spaventoso e mai raggiunto negli ultimi anni – spiega la coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva Adriana Bizzarri – Crolli che hanno ferito 6 studenti, un’insegnante e una collaboratrice, oltre ai danni all’ambiente e la paura del personale e dei ragazzi».

Ciò che preoccupa ancora di più, però, sono le promesse, a conti fatti insostenibili: «I fondi non basteranno per dare un nuovo volto agli edifici scolastici e sarà necessario prolungare gli investimenti negli anni a venire – continua Bizzarri – Nella programmazione iniziale si parlava di 3.400 progetti già avviati e 500 nuovi. Nel documento del Governo Meloni dello scorso 27 luglio, però, si legge come a causa dell’aumento dei prezzi e delle materie prime, il numero di edifici è destinato a diminuire, oltre al fatto che delle 543 richieste per le nuove scuole su tutta la Penisola, ne sono state approvate soltanto 212. Oggi il rischio è che la reintroduzione dell’appalto integrato porti a snaturare i progetti innovativi inizialmente presentati. Inoltre affidare allo stesso operatore sia la progettazione che l’esecuzione dei lavori vuol dire demandare a chi costruisce il compito di sviluppare il progetto, nella consapevolezza che gli interessi economici prevarranno su quelli qualitativi».

Il suono della campanella, quindi, fa paura, oggi più che mai. E a dirsi preoccupati sono anche i docenti: «Molte delle scuole dove insegniamo presentano infiltrazioni d’acqua, crepe, tracce di umidità, distacchi d’intonaco e spesso di fronte alle segnalazioni non vengono svolti interventi di sistemazione», dichiara un terzo dei 588 intervistati per il report.

Secondo i dati emersi dal rapporto di Cittadinanzattiva, il 47% degli edifici è stato costruito prima del 1976, quasi 50 anni fa, e solo l’11% è stato progettato secondo la normativa antisismica. Ma i dati più allarmanti sono quelli che mostrano come il 58% delle scuole sia privo di certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi e il 41% del collaudo statico.

Il problema, inoltre, non è solo negli istituti di primo e secondo grado, ma tocca anche i più piccoli. È delicata, infatti, la questione legata ai fondi per gli asili nido e per le scuole dell’infanzia previsti dal Pnrr “Ai 2,4 miliardi per asili nido e ai 600 milioni per scuole dell’infanzia, previsti dal Pnrr, si aggiungono ulteriori 108 milioni dal Ministero dell’Istruzione e 900 milioni per la loro gestione, così per arrivare a un totale di 2.230 strutture, 264.480 posti e raggiungere l’obiettivo del 33% di bambini inseriti al nido. Tuttavia, nel frattempo – si legge nel Rapporto – il Consiglio d’Europa ha spostato l’asticella al 45% da raggiungere entro il 2030”.

Con il Covid, inoltre, sono stati molti gli spazi sacrificati per far posto a un maggior numero di aule, ambienti che a oggi non sono stati ancora ripristinati. Tanti i laboratori, le aule multiuso, le biblioteche e i refettori che, per fare un esempio, non hanno ripreso la funzione originaria, seppur non più utilizzati per le lezioni.

La richiesta di Cittadinanza attiva è chiara: «Chiediamo che si provveda con urgenza a effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte degli enti locali per prevenire il ripetersi incontrollato degli episodi di crolli strutturali. Indispensabile l’aggiornamento frequente della Anagrafe dell’edilizia scolastica e l’integrazione nella stessa delle informazioni sugli asili nido. Torniamo a chiedere la ripresa degli incontri periodici dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica perché eserciti il suo ruolo di indirizzo e coordinamento sia in relazione al Pnrr che alla programmazione triennale ordinaria, che nella diffusione della cultura della sicurezza», conclude Bizzarri.

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