Economia

Venduti i diritti musicali di Katy Perry per 225 milioni di dollari

Prima di lei, anche David Bowie, Genesis, Sting, Bob Dylan, Bruce Springsteen e molti altri avevano ceduto la propria discografia per cifre record. In trattativa anche il catalogo dei Queen per 1,1 miliardi
Credit: EPA/MICHAEL DODGE
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22 settembre 2023 Aggiornato alle 12:00

Affari d’oro sul mercato discografico. Perché il repertorio delle nostre pop-star preferite può valere milioni, o anche di più, specialmente se si parla di artisti che hanno fatto la storia della musica con brani iconici e di grande successo. E di successo, Katy Perry se ne intende. Non a caso, ha da poco siglato un accordo milionario per la cessione della propria discografia.

Infatti, i diritti di publishing dei 5 album pubblicati dalla cantante tra il 2008 e il 2020 con Capitol Records sono stati ceduti per la cifra stimata di 225 milioni di dollari a Litmus Music, società partecipata da Carlyle Global Credit. Ma a detenere i diritti sui master (le registrazioni originali) degli album dell’artista californiana rimarrà la capogruppo Universal Music Group. Ad essere ceduti sono i diritti sugli album record di incassi Teenage Dream, Prism, One of the Boys, Witness e Smile, alcuni dei quali certificati multi-platino.

La pop-star statunitense vanta una carriera degna di nota, segnata dalla vittoria di oltre 100 premi e dalla nomination per più di 340, tra cui quella al Grammy Award per il singolo del 2010 Teenage Dream. E come se non bastasse, la cantante è entrata di diritto nell’olimpo degli artisti che hanno venduto di più, arrivando a quota 100 milioni di dischi digitali, come dichiarato dalla Recording Industry Association of America.

Ma Katy Perry non è la prima artista a ottenere cifre da capogiro per la vendita dei propri diritti musicali. A gennaio, infatti, Hipgnosis Songs Capital è riuscita ad aggiudicarsi il catalogo musicale del cantante canadese Justin Bieber (nominato per 23 Grammy Awards e vincitore di 2) per circa 200 milioni di dollari. Ma Hipgnosis non era nuova ad accordi del genere: basti pensare che poco tempo prima aveva acquisito i diritti sul repertorio di Justin Timberlake per 100 milioni di dollari.

Durante la pandemia, invece, sono state messe a segno 2 operazioni record per la vendita degli storici repertori di Bob Dylan e Bruce Springsteen, ceduti rispettivamente per 450 e 500 milioni complessivi. In quel periodo, infatti, i master di entrambi gli artisti sono stati acquistati da Sony Music, mentre i diritti di publishing di Bob Dylan erano stati ottenuti da Universal Music Group, che ha portato a termine anche l’acquisizione dei diritti musicali di Sting per 300 milioni di dollari. Ma a realizzare un’altra straordinaria vendita da catalogo sono stati gli eredi di David Bowie, che hanno venduto il repertorio della rock star alla Warner Chappell Music per circa 250 milioni di dollari. Concord Music Group, invece, non si è fatta sfuggire il catalogo musicale dei Genesis, ceduto per la cifra stimata di 300 milioni di dollari.

Il mancato affare discografico più famoso degli ultimi anni? Quello relativo all’acquisizione del songbook dei Pink Floyd da parte del gruppo Hipgnosis, saltato a seguito di dissidi tra i membri della storica band.

Ma è ancora in ballo la cessione dei master e dei diritti di pubblicazione del catalogo dei Queen, che potrebbe raggiungere la cifra record di 1,1 miliardi. A contendersi l’operazione, in prima linea, ancora una volta, la Universal Music Group, insieme a vari fondi di investimento. Perché la storia della musica si scrive anche così, a suon di affari.

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