Futuro

La musica può ridurre l’ansia

La revisione di 19 studi (pubblicata dal Sage Journal) ha mostrato il “potere della melodia” sulle persone sane; l’American Journal of Critical Care, invece, ha condotto le sue ricerche su pazienti in terapia intensiva
Credit: Bryan Catota
Tempo di lettura 4 min lettura
12 settembre 2023 Aggiornato alle 10:30

Quante volte ci capita di trovare un rifugio nella musica, per fuggire dalle nostre paure, dalla rabbia; oppure, una via di fuga dall’ansia?

Non si tratta solo di momenti effimeri: la musica può avere effetti più profondi di quel che pensiamo. Oltre a stimolare la nostra salute fisica e mentale, infatti, può ridurre la pressione sanguigna o alleviare lo stress: il rilascio di dopamina trasmette un senso di felicità da non sottovalutare. Questo accade soprattutto in ottica curativa.

Una revisione di 19 studi pubblicata dal Sage Journal ha mostrato come la musicoterapia riesca a diminuire complessivamente l’ansia auto-riferita negli individui sani; alcune ricerche compiute dall’American Journal of Critical Care, invece, mostrano come la musica abbia un impatto significativamente attivo sui pazienti in terapia intensiva, ma non solo.

Il direttore di musicoterapia medica presso A Place To Be e Inova Health System, nonché esperto di musica e benessere Raimondo Leone, include regolarmente la musica come trattamento per aiutare i suoi pazienti a ridurre l’ansia. In particolare, utilizza la musica con strategie graduali: il primo passo è adattare la sinfonia allo stato d’animo della persona coinvolta, inducendola a un ritmo lento e rilassante. «Si chiama trascinamento; entriamo con la musica e la seguiamo, sia mentalmente che fisicamente».

Il terapista racconta di una donna a cui era stato diagnostico il cancro, anche se la sua diagnosi non sembrava l’unico motivo della sua tristezza. Così, il terapista ha utilizzato la musica per provare a farle rivelare il reale motivo delle sue preoccupazioni. Ha iniziato chiedendole quali fossero le sue canzoni preferite e, una volta scoperto che le piacevano i Fleetood Mac, le ha fatto ascoltare la canzone Landslide, suonando e cantando per lei. Terminato quel momento trascendentale, la donna aveva capito che la sua preoccupazione più grande erano i suoi figli; questo perché nel testo era citato l’invecchiamento dei bambini (un input che l’ha portata a prendere atto delle proprie paure).

La musica è liberazione

La musica è l’elemento che riesce a trovare le parole quando la mente umana non è in grado di decifrarle, riuscendo a sprigionare angosce, paure, illuminando la strada verso la purificazione dell’anima. Il testo di una canzone, a volte, può aiutare le persone a identificare il fulcro delle loro preoccupazioni, capendo quale sarà il prossimo passo per riuscire a stare meglio.

Tra le tecniche più comunemente usate dal terapista Leone, come riporta il Washington Post, c’è l’utilizzo di musica dal vivo, improvvisata principalmente alla chitarra. Si tratta di un modo per entrare in reale contatto con il paziente: “La musica è quello strumento che ti rimanda a luoghi più rilassati, che non ti fa sentire sola e che riesce a sprigionarti dai conflitti più estenuanti. A volte i pazienti si addormentano alla fine della musica”, scrive Leone sul Wp.

La musica come antistress

“Una sonata al chiaro di luna può essere terapeutica per le persone che soffrono di perdita o di depressione; può aiutarci ad accettare le emozioni negative anziché ignorarle o reprimerle; può mostrarci che non siamo soli nei nostri dolori”, scrive Susan Cain nel su libro Bittersweet Hoe Sorrow and Longing Make Us Whole. L’autrice esplora i sentimenti di desiderio e malinconia, facendo riferimento alla musica per navigare e possedere questi sentimenti

Quante volte capita di sentire una canzone che passa in radio e dire: “È davvero così che mi sento!”. Questo per dire che la musica è in grado di parlare per noi, soprattutto quando ci sentiamo ansiosi, tristi.

Nonostante l’effetto assuefacente, Leone ha sviluppato la propria tecnica musicoterapica considerando prima di tutto l’inclusione di tensione e dissonanza; il passaggio sonoro è inizialmente empatico e induce il paziente a riflettere su cosa sente realmente dentro, coinvolgendo la psiche interiore del momento. Inoltre, molte volte la musica si conclude spostandosi verso un accordo: un semplice mantra di 2 note.

Infine, il musicoterapista Leone suggerisce una playlist creata per condurre la mente da uno stato ansioso a uno rilassato: si tratta di una serie di canzoni di musica strumentale per chitarra, che iniziano dando un po’ di intensità per poi spostarsi verso una melodia di comfort e relax.

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