Futuro

Noi che ascoltavamo musica sull’iPod

Il 23 ottobre 2001 Steve Jobs presentò il primo iPod: più di vent’anni dopo, sarà possibile acquistare l’ultimo modello firmato Apple solo fino a esaurimento scorte
Steve Jobs al MacWorld Expo di San Francisco del 2004.
Steve Jobs al MacWorld Expo di San Francisco del 2004. Credit: EPA/JOHN G. MABANGLO
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11 maggio 2022 Aggiornato alle 15:00

Anni 2000. Gita delle medie. Sei sul pullman che ti sta riaccompagnando a casa, sei esausto. Dalla tasca dei tuoi jeans prendi l’iPod che ti hanno regalato a Natale, schiacci play. Partono le tue canzoni preferite, quelle che hai scaricato la sera prima – la maggior parte illegalmente da uTorrent – e caricato sul tuo dispositivo. La musica scorre e tutto va bene.

Era il 23 ottobre del 2001 quando il primo esemplare venne presentato da Steve Jobs e immesso sul mercato da Apple. Vent’anni dopo, la casa madre ha deciso di smettere di produrre la versione più recente del lettore musicale che ci ha accompagnati nel tragitto casa-scuola, durante gli esercizi in palestra, dividendo le cuffie con il vicino di posto.

La possibilità di portare in tasca qualsiasi canzone per ascoltarla in qualsiasi momento ha cambiato per sempre la nostra fruizione della musica. Non serviva Internet, bastavano una batteria carica e un paio di cuffie.

Il modello Touch, che ha debuttato nel 2019 ed è stato l’ultimo prodotto a portare il nome dell’iPod, potrà ancora essere acquistato alla cifra di 199 dollari negli store del marchio di Steve Jobs, ma solamente fino a esaurimento scorte. In Italia i prezzi partono da 247 euro in su, a seconda della memoria di archiviazione scelta.

Sul sito ufficiale la pagina dedicata a questi dispositivi è quasi introvabile – meglio scrivere direttamente il termine nella barra di ricerca e non perdere tempo a spulciare le categorie di prodotti -, segno che la crisi era nell’aria già da parecchio tempo.

Quando uscì per la prima volta, fu una rivoluzione: eravamo abituati agli mp3, nati nel 1998, che contenevano molti brani, ma nessuno era mai stato in grado di riunirne 1.000 e durare per almeno dieci ore di fila: questo fece sì che fino al 2011 Apple detenesse una quota di mercato globale del 70% nei lettori musicali e vendesse la modica cifra di 400 milioni di iPod fino a oggi.

Il primo modello del 2001 era bianco, comodo, aveva dei tasti per controllare menù e volume e una schermata in black&white: «La musica esiste da sempre e fa parte della vita di ognuno di noi», disse Steve Jobs quando presentò la sua nuova creatura.

Le successive furono Mini, Nano e Shuffle: il primo venne introdotto nel 2004. Era piccolo, colorato, semplice da usare.

Nel 2006 fu la volta del Nano, il primo a offrire un display a colori e una durata di 24 ore, con 2.000 brani da ascoltare.

Due anni dopo uscì il primo prototipo di Touch. Seguirono le successive generazioni di modelli, come la nuova edizione del Nano, nel 2012, il più sottile mai realizzato, che tre anni dopo vide l’arrivo del primo modello senza schermo. E infine il ritorno del Touch, con 356 gigabyte di spazio.

La società ha smesso di vendere Nano e Shuffle nel 2017, e gli esperti avevano già previsto che la stessa sorte sarebbe toccata a Touch, visto l’ampio utilizzo dell’iPhone e di altri smartphone in grado di riprodurre musica.

Gli ultimi lettori musicali assomigliavano moltissimo ai cellulari di ultima generazione: il punto di non ritorno era ormai vicino.

The music lives on”, la musica continua a vivere, titola il comunicato stampa d’addio della Apple. «Oggi lo spirito dell’iPod sopravvive», ha dichiarato Greg Joswiak, vicepresidente senior del marketing mondiale di Apple.

Ma le generazioni che hanno scoperto la musica tascabile con gli iPod oggi sono in lutto: è la fine di un’era. È il momento di rispolverare il vecchio modello che giace nel vostro cassetto del salotto e curiosare: quali canzoni ascoltavate all’epoca?

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