Ambiente

Logistica: solo il 15% dei magazzini in Italia è green

Su 4.000 immobili logistici censiti, solo 150 hanno ottenuto certificazioni di sostenibilità e l’energia solare è sfruttata solo nel 27% dei casi
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4 settembre 2023 Aggiornato alle 08:00

L’industria logistica italiana si trova di fronte a una sfida cruciale: la sostenibilità. Nonostante il crescente interesse verso pratiche eco-friendly nella costruzione, solo il 15% dei magazzini logistici nel nostro Paese soddisfa i criteri necessari per ottenere certificazioni di sostenibilità come Leed o Bream.

I dati emergono dall’Atlante dei magazzini green, un progetto dell’Osservatorio Immobili Logistici (Osil) della Liuc Business School dell’Università Carlo Cattaneo, pensato con l’obiettivo di analizzare il panorama attuale e le sfide future dell’industria logistica.

L’analisi ha messo in luce che su oltre 4.000 immobili logistici censiti, appena 150 sono certificati, mentre 40 sono in procinto di farlo. L’Osservatorio ha rilevato, inoltre, che l’energia solare viene sfruttata solo nel 27% dei magazzini, grazie all’installazione di impianti fotovoltaici sul tetto degli stabili.

Il direttore dell’Osservatorio Fabrizio Dallari sottolinea però che il vero ostacolo è rappresentato dagli immobili esistenti, di cui solo il 2-3% sta attuando una riconversione energetico-sostenibile.

Solo nel 2015 è infatti diventato consuetudine costruire le strutture secondo principi sostenibili e se da un lato può essere difficile raggiungere le caratteristiche che permettano agli edifici più vecchi di essere certificati, è possibile tuttavia aumentarne l’efficienza energetica, a esempio installando impianti fotovoltaici e luci a Led, e usufruendo di software BMS (Building Management Systems) per monitorare i consumi energetici.

Un’altra grande sfida è rappresentata dai numerosi stabili logistici abbandonati, per i quali è estremamente difficile cambiare destinazione d’uso. Recuperarli permetterebbe di risparmiare suolo, ma richiede ingenti spese di bonifica, smaltimento e demolizione, per le quali al momento mancano incentivi.

Tuttavia, un’analisi di Cushman & Wakefield, società leader nel mercato immobiliare, rivela che il 35% dei magazzini logistici in Italia è stato costruito su brownfield (terreni abbandonati o sottoutilizzati a causa dell’inquinamento dovuto all’uso industriale) nell’ultimo decennio, a dimostrazione delle opportunità di riqualificazione di spazi inutilizzati che sono state già colte.

Nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità, però, è evidente il divario tra le multinazionali e le piccole medie imprese. Infatti, quest’ultime solo nel 45% dei casi hanno obiettivi di sostenibilità dichiarati, contro il 95% delle multinazionali operanti nel settore logistico. Settore che a oggi rappresenta uno dei pilastri dell’economia italiana, contribuendo al 9% del Pil nazionale, grazie al coinvolgimento di oltre 82.000 aziende.

Solo nel 2022, gli investimenti nella logistica italiana sono aumentati del 7%, raggiungendo quota 3 miliardi di euro, e in crescita è anche il fatturato del settore (+9%), pari a circa 6 miliardi lo scorso anno.

Secondo il rapporto Savills Logistics Spotlight, inoltre, è tra i più dinamici nel primo semestre 2023, secondo solo al settore abitativo, avendo raggiunto un volume di 570 milioni di euro. Le regioni più attive nella distribuzione logistiche sono Lombardia (24%), Emilia Romagna (12%) e Veneto (11%).

Le sfide per l’industria logistica italiana sono dunque numerose, ma le opportunità per una trasformazione significativa altrettanto promettenti. Conciliare la sostenibilità ambientale con l’efficienza operativa è possibile, ed è doveroso per noi e per il Pianeta.

Il futuro del settore logistico passa per l’innovazione tecnologica, che attraverso la digitalizzazione, l’efficientamento energetico e l’automazione dei processi può garantire una risposta sempre più veloce ed efficiente alla domanda di beni, rispettando l’ambiente.

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