Futuro

Benvenuti nella logistica 4.0

Un algoritmo che semplifica la gestione degli spostamenti delle merci di magazzino. Lo ha elaborato un team del Politecnico di Bari. Ora la sfida sarà rendere il settore sostenibile
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
14 marzo 2022 Aggiornato alle 17:30

Logisti-che? Come spiega la professoressa Mariagrazia Dotoli - ordinaria di Ingegneria dei sistemi e dei controlli presso il Politecnico di Bari – la logistica è un elemento fondamentale all’interno di qualsiasi azienda di produzione e consiste nella “scienza di movimentazione” delle merci.

In altre parole, si occupa di organizzare i flussi di materiali dal punto di partenza – produttori/fornitori – fino a quello di arrivo – noi clienti. «Alla logistica interna, che comprende lo studio dei movimenti dei carrelli elevatori, dei robot, del personale che carica i prodotti sui camion, segue la logistica esterna, altrettanto importante, che riguarda il trasporto e la consegna ai clienti, nel caso di colossi dell’e-commerce come Amazon, o a enti esterni, altre aziende e commercianti al dettaglio. Anche in questo caso si devono valutare una pluralità di fattori - quanti camion si hanno a disposizione, le strade da percorrere, i tempi e le finestre di consegna – per far sì che tutto il processo si svolga nel modo più lineare, sicuro e rapido possibile», spiega Dotoli.

Proprio di recente Giulia Tresca, dottoranda presso il Politecnico di Bari e impegnata al “Decision and control laboratory”, coordinato dalla Professoressa Dotoli, si è aggiudicata il prestigioso premio “ABB 2021 Master Thesis Award”. Nell’ambito della sua tesi di laurea “Sistemi intelligenti di Bin Packing per la Logistica 4.0”, sotto la guida della Professoressa Dotoli, ha elaborato un efficace algoritmo che semplifica la gestione degli spostamenti delle merci di magazzino.

Lo studio relativo alla sua tesi è stato finanziato dal laboratorio pubblico-privato IoT 4.0, dall’Istituto Italiano di Ricerca e Sviluppo Organismo di Ricerca (ISIRES), dalla multinazionale Elettric80 e dalla sua business unit, SM.I.LE80.

Il progetto sperimentale di Tresca non è passato inosservato, tanto da aver ricevuto il premio promosso da ABB, una delle più grandi multinazionali di elettrotecnica, operante nei settori della robotica, dell’energia e dell’automazione e IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), la più importante associazione internazionale di scienziati nel campo dell’ingegneria elettrica e elettronica.

L’intento era quello di migliorare la “pallettizzazione” delle merci: una volta ultimata la produzione, le merci vengono posizionate su apposite pedane di legno (pallet), in particolari scatole (bin) e il collocamento viene fatto manualmente dall’operatore. «Automatizzandolo completamente, si cerca di ottimizzare il più possibile quest’operazione, cosa non semplice se si pensa che la disposizione dei prodotti non è casuale, ma segue invece delle logiche ben precise».

Per esempio, si eviterà di disporre bevande alcoliche vicino a materiali pericolosi e in generale si valuterà la compatibilità tra le merci, l’ordine di distribuzione presso i clienti, la stabilità dei prodotti sugli automezzi e i tempi di deterioramento. «Ovviamente meno movimenti si devono compiere, meno la pallettizzazione sarà dispendiosa per l’azienda».

L’algoritmo creato da Tresca potrà subire modifiche per adattarlo alle esigenze della singola azienda. La nuova, cruciale sfida per il settore è la conversione a una logica ecosostenibile, per far in modo che le attività imprenditoriali impattino il meno possibile sull’ambiente. «Produciamo per stare meglio, il problema è come si produce», commenta la professoressa.

Ci sono dei limiti nel processo di automatizzazione delle aziende? Secondo la professoressa no, l’obiettivo è quello di rendere il lavoro dell’uomo più sicuro e migliorarne il più possibile la qualità. Lo si alleggerisce da attività ripetitive, massacranti, a volte persino svilenti. Certo, di contro, si dovrebbe investire sulla formazione e il continuo aggiornamento di questi stessi lavoratori, che saranno sempre indispensabili per supervisionare le macchine. Con l’automatizzazione di molti procedimenti, vien da sé la necessità di una maggiore specializzazione.

Se poi si parla di donne nelle materie STEM, la professoressa Dotoli non ha dubbi: «Siamo sulla strada giusta. Quando mi iscrissi io all’università, al Dipartimento di Ingegneria Elettronica non c’era neppure il bagno delle donne e le studentesse, pochissime, dovevano andare alla facoltà di Matematica. Oggi le ragazze che si iscrivono a corsi di laurea scientifici sono in aumento, quello che manca e che incentiverebbe enormemente le giovani a non precludersi nessuna possibilità è la presenza di modelli a cui ispirarsi. Devono essercene molti di più».

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