Diritti

Disservizi taxi: indaga l’Antitrust

Nel mirino: file e attese infinite, utilizzo del tassametro e pagamenti elettronici. Intanto il Governo propone soluzioni
Credit: REUTERS/Yara Nardi/File Photo
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
2 agosto 2023 Aggiornato alle 18:00

Chiunque negli ultimi mesi abbia provato a prendere un taxi lo sa bene: le vetture non ci sono oppure l’attesa è spesso infinita. Capita ovunque, ma ancora di più nelle grandi città, in difficoltà tutto l’anno e, soprattutto, in questi mesi estivi: il sistema è al collasso, con turisti e cittadini esasperati.

Per questo, a seguito di proteste sempre più numerose, l’Antitrust ha deciso di voler vedere chiaro e ha aperto un’indagine proprio sui disservizi dei taxi, avanzando richieste di informazioni alle principali società di radiotaxi attive nelle città di Milano, Roma e Napoli, ai rispettivi Comuni e alle principali piattaforme per le prenotazioni.

Nel mirino in particolare i tempi d’attesa lunghissimi, ma anche l’uso non sempre trasparente del tassametro e tutto ciò che ruota intorno ai pagamenti elettronici, dal mancato funzionamento del Pos alla frequente reticenza del suo utilizzo.

L’Antitrust si occuperà anche di capire se il sistema di licenze a numero chiuso ostacoli la concorrenza nel settore, impedendo l’accesso alla professione di nuovi tassisti, peggiorando quindi il servizio offerto agli utenti.

Le file quasi infinite alle stazioni dei taxi e la linea telefonica perennemente occupata, che costringe chi prova a contattare la radio per avere un’auto ad attese spesso vane, dipendono infatti in gran parte dal numero di mezzi divenuto ormai insufficiente per colmare la richiesta, soprattutto in estate quando all’utenza standard si somma quella dei turisti.

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha quindi chiesto delucidazioni in merito al numero di vetture in servizio per ogni turno, a quello delle corse effettuate per ognuna, alle assenze, al tempo di attesa, alle richieste inevase e ai dati inviati alle amministrazioni comunali o da queste richiesti per adempiere gli obblighi di verifica della qualità del servizio reso.

Nell’ambito dell’inchiesta si punta però anche a approfondire il ruolo delle cooperative e delle società di radiotaxi nel garantire corrette modalità di erogazione del servizio.

In attesa di capire a quali conclusioni arriverà l’Antitrust una cosa sembra certa: servirebbero più taxi ma i lavoratori si sono più volte opposti alla possibilità che vengano messe a disposizione nuove licenze, principalmente per timore che i loro singoli guadagni diminuiscano.

Al momento il sistema è piuttosto chiuso e solitamente le licenze vengono vendute da tassista a tassista. In questo modo il mercato risulta però sostanzialmente controllato dall’interno e anche per questo motivo la categoria ha negli anni praticato un energico ostruzionismo anche all’arrivo in Italia di servizi concorrenti come Uber.

La situazione è dunque complicata e il Governo sembra essere all’opera per cercare una soluzione che, tuttavia, sembra ancora lontana. È di alcune ore fa l’incontro tra i rappresentanti dei tassisti, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini e quello delle Imprese Adolfo Urso, conclusosi però senza grandi novità, se non la rinnovata volontà di provare a mettere in campo una “soluzione organica improntata all’efficienza e trasparenza nei confronti del cittadino, all’equità per i tassisti e al rispetto delle regole del mercato”, come ribadito in una nota congiunta dei 2 ministeri.

L’idea principale è la doppia licenza che potrebbe essere rilasciata dai Comuni e consisterebbe nel regalare a ogni tassista una seconda licenza da rivendere. In alternativa, è sul tavolo anche la proposta dei doppi turni di lavoro, che renderebbe possibile ai tassisti fare più di un turno giornaliero, opzione al momento riservata solo a casi straordinari.

Non si escludono nemmeno le doppie guide, già sperimentate in realtà a Milano in questi mesi, seppur con pochissimi miglioramenti della situazione. Con questa soluzione sarebbe possibile per un tassista nominare un’altra persona che possa guidare il suo mezzo quando lui non lavora, consentendo così all’auto di rimanere in servizio per molte più ore giornaliere.

Altra ipotesi, anche la concessione di licenze provvisorie legate a grandi eventi e agevolazioni sull’acquisto di vetture elettriche o ibride. Qualunque strada verrà percorsa, si tratta comunque di strategie che escluderebbero la soluzione probabilmente più efficace, ovvero l’assegnazione di nuove licenze che, però, con ogni probabilità, scatenerebbe le proteste vivaci dei tassisti, fortemente contrari, che hanno già fatto sapere tramite i sindacati di categoria di non gradire nessuna proposta al momento ipotizzata del Governo.

Leggi anche
Trasporti
di Francesco Carrubba 3 min lettura
La manifestazione dei tassisti, a Roma, dello scorso 5 luglio
Trasporti
di Fabrizio Papitto 3 min lettura