Economia

Roma e Milano taxi cercasi: chi decide su tariffe e licenze?

Si prevedono aumenti dei prezzi per il trasporto passeggeri. La Capitale vuole concedere 1.000 licenze, proprio come accade a Milano
Credit: Mikita Yo
Tempo di lettura 4 min lettura
12 luglio 2023 Aggiornato alle 11:00

Le tariffe dei taxi potrebbero aumentare, a partire da Roma, facendo registrare addirittura un +10-20% al chilometro. In attesa dell’avvio del confronto con i sindacati, si ipotizza una spesa di ben 60 euro per andare dalla Capitale a Fiumicino. Intanto sia il Campidoglio sia Palazzo Marino a Milano vogliono mettere in circolazione 1.000 licenze.

A dare notizia dei probabili rincari, in vigore con l’autunno 2023, è il Corriere della Sera. Le indiscrezioni prospettano anche una novità che concerne la cosiddetta “corsa minima”: nella Città Eterna, se prima la soglia di partenza per una corsa era 3 euro, ora si prevedono costi quasi triplicati. Si andrà dai 7 ai 9 euro, attestandosi probabilmente sugli 8.

Le cosiddette tariffe progressive non resteranno immuni agli aumenti: per tragitti fino a 11 euro si passerà da 1,14 euro per chilometro a 1,3. E se prima le corse più lunghe costavano 1,66 euro al chilometro, ora si arriverà direttamente a 1,9 euro.

Per chiarirsi le idee, basti pensare che un servizio da 25 euro ora salirà a 30. Un focus a parte merita il caso della tratta Roma-Fiumicino, che fa da esempio per altre tariffe fisse: se durante il mandato della sindaca Virginia Raggi il prezzo era già cresciuto da 48 a 50 euro, ora appare inevitabile quota 60 euro, come si diceva.

Per non essere da meno, a sua volta Ciampino potrebbe richiedere 40 euro, invece degli attuali 31, per essere raggiunta. È interessante poi il “movimento” intorno ai bagagli: se adesso si paga un euro dalla seconda valigia in poi, non è escluso che presto si passi a 1,50 euro. Facendo un rapido calcolo, si tratterebbe del 50% in più.

I taxisti si difendono da eventuali critiche dicendo sia che nella Città Eterna le tariffe sono rimaste ferme dal 2011, l’anno in cui sotto l’allora primo cittadino Alemanno c’erano stati forti aumenti e si era parlato di stangata, sia che i prezzi del Nord Italia sono ancora più cari.

Anzi c’è chi propone persino di estendere a tutto il Paese il cosiddetto “Modello Milano”: nel capoluogo lombardo i prezzi standard sono più alti del 15-20%. Questa tesi vede in prima linea il presidente della Cooperativa Radiotaxi 3570 Loreno Bittarelli che sottolinea come le spese sostenute dalla categoria siano le stesse a prescindere dalla città: carburanti, assicurazioni, bollo, manutenzione…

Infine c’è la questione delle licenze. Pare che l’attuale amministrazione guidata dal sindaco Roberto Gualtieri sia intenzionata a rilasciarne un migliaio per immettere nuovi taxi in giro per le vie di Roma, visto che le attese per avvistarne uno sono spesso lunghissime.

Quella è una scena quasi abituale. Esattamente un anno fa era in pieno corso la protesta delle auto bianche contro la liberalizzazione prevista dall’art. 10 del ddl Concorrenza: la politica era divisa, mentre cittadini e turisti in attesa si guardavano intorno spaesati in una delle estati più calde di sempre.

A decidere ora dovrebbe essere quindi il municipio, possibilmente in concertazione con i sindacati. L’inizio della discussione era previsto per il mese scorso ma c’è un ritardo: è necessario infatti che prima venga formata una commissione di esperti.

Intanto una delibera del Comune di Milano chiede a sua volta ufficialmente 1.000 taxi in aggiunta ma, per distribuire le licenze, serve un bando: dovrà essere approvato dalla Regione Lombardia che però per ora non sembra molto propensa a procedere su quella strada.

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