Economia

Libera e Gruppo Abele: i conti del Pnrr non tornano

Secondo le 2 associazioni, 900 progetti dei 1.598 mappati non compaiono nel registro Italia Domani, che il Governo dovrebbe aggiornare per rendere trasparenti e accessibili i dati dei finanziamenti
Credit: Karolina Grabowska
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26 luglio 2023 Aggiornato alle 12:00

Il Pnrr sembra avere problemi di attuazione e di trasparenza: i dati rilasciati a livello centrale sono scarsi e rintracciare quali progetti dovrebbero essere finanziati con i fondi europei è complesso. Le associazioni Libera e Gruppo Abele ci hanno provato attraverso un’indagine dal basso, guidata da Progetto Common, chiedendone conto direttamente ai Comuni italiani attuatori del piano.

Il censimento realizzato mostra però profonde incongruenze rispetto ai dati presenti nel portale governativo Italia Domani e in altre banche dati dove sono raccolti i codici associati a ciascun progetto previsto dal Pnrr. 900 progetti dei 1.598 mappati sul territorio italiano, infatti, non sono presenti nel database istituzionale: una differenza pari al 56%. Più della metà dei progetti sviluppati in 109 Comuni esaminati dal report Il Pnrr ai raggi X sono inesistenti nel registro pubblico.

Se si confrontano i risultati raccolti con quelli presenti in 2 banche dati, la già citata di Italia Domani e il portale dei contratti pubblici dell’Autorità anticorruzione (Anac), il divario scende al 10%: in questo caso, mancano all’appello in entrambi gli elenchi statali 166 progetti che i Comuni invece hanno segnalato alle associazioni.

Finora l’Italia ha raggiunto il 18% degli oltre 500 traguardi e obiettivi concordati con l’Ue entro il 2026 e ne sta rinegoziando alcuni con la Commissione per poter accedere alla quarta rata (16 miliardi di euro). Tuttavia, numerose organizzazioni denunciano da tempo la mancanza di informazioni pubbliche necessarie a monitorare gli investimenti, l’attuazione dei progetti previsti e il coinvolgimento dei territori.

Secondo l’Osservatorio Civico Pnrr, a essere poco trasparente è anche la nuova modalità di gestione del piano predisposta a febbraio dal Governo Meloni. Il decreto Pnrr 3 non solo elimina il Tavolo di Partenariato, uno strumento di partecipazione che permetteva alla società civile di rappresentare le proprie istanze, ma continua a non indicare termini e scadenze per la pubblicazione dei dati sulle piattaforme pubbliche e abolisce, in caso di urgenza, le procedure per valutare l’impatto ambientale dei finanziamenti.

Sul fronte corruzione, le preoccupazioni non mancano. Per gli autori del report Il Pnrr ai raggi X c’entrano le conseguenze della riforma del Codice dei Contratti approvata a marzo 2023, che abbassa il livello di controlli per gli appalti e liberalizza i subappalti: “il ricorso alle deroghe, l’attenuazione della concorrenza e l’attenuarsi dei controlli non può che far lievitare il rischio di corruzione e di infiltrazioni criminali in un settore in cui gli appetiti sono alimentati dall’ammontare straordinario di risorse del Pnrr in gioco, oltre 200 miliardi di euro, e dall’accelerazione obbligata delle corrispondenti procedure”.

La spesa totale per i progetti monitorati da Libera e Gruppo Abele ammonta a quasi 6 miliardi di euro ma le incertezze riguardo la loro gestione e rendicontazione, insomma, rimangono. Nonostante i tentativi di monitoraggio e le richieste rivolte allo Stato dalle organizzazioni per rendere consultabili informazioni che dovrebbero essere pubbliche, quanti e quali siano davvero i progetti del Pnrr in Italia ancora non è chiaro.

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