Diritti

Asili nido: conto alla rovescia per la scadenza del Pnrr

Gli enti locali beneficiari devono caricare entro il 28 giugno la documentazione amministrativa per certificare l’avvenuta aggiudicazione e consentire, così, la puntuale rendicontazione a Bruxelles
Credit: Cottonbro studio
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27 giugno 2023 Aggiornato alle 19:00

Mancano poche ore alla scadenza: per i Comuni che si sono aggiudicati i lavori per la costruzione degli asili nido e delle scuole per l’infanzia, c’è tempo fino al 28 giugno per caricare tutta la documentazione amministrativa sul portale ReGis, lo strumento unico attraverso cui le Amministrazioni centrali e territoriali interessate devono compiere le operazioni necessarie a rispettare gli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal Pnrr, e per consentire la puntuale rendicontazione alla Commissione europea. Lo spiega l’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Lo prevedono le linee guida fornite dal Ministero dell’Istruzione e del Merito guidato da Giuseppe Valditara. In vista della scadenza imminente, il Governo ha chiesto alla Commissione europea uno slittamento per l’affidamento dei lavori al 30 settembre. Ma non è ancora chiaro se Bruxelles lo concederà. E non è certo cosa accadrà ai Comuni che non sono riusciti ad accaparrarsi i lavori, ovvero il 10-20% degli enti che avevano presentato i progetti finanziati dal Pnrr. Il 30 giugno coincide con il termine per il completamento dei primi 6 mesi del 2023, a cui è legata l’erogazione della quarta rata da 16 miliardi.

L’inizio dei lavori è già slittato al 30 novembre. Mentre entro il 31 dicembre 2025 l’obiettivo Ue da raggiungere è quello di creare 264.480 nuovi posti nido e infanzia, per bambini da 0 a 3 anni. Il 31 dicembre 2020, secondo gli ultimi dati Istat, in Italia erano attivi 13.542 servizi educativi per la prima infanzia con oltre 350.000 posti autorizzati al funzionamento, di cui il 49,1% in strutture pubbliche.

Quello degli asili è uno dei punti più importanti del Pnrr, a cui sono destinati 2,4 miliardi di euro. Altri 600 milioni di euro andranno alle scuole dell’infanzia, 700 milioni sono per i progetti già in essere, finanziati con fondi nazionali, e 900 milioni per le spese di gestione.

Il Ministero dell’Istruzione, spiega Repubblica, responsabile dei progetti degli asili nido e delle scuole per l’infanzia, fa sapere che è ancora in corso un confronto con la Commissione Ue per prorogare il termine ultimo per l’aggiudicazione degli appalti a settembre.

L’Anci si augura che arrivi una nuova scadenza certa, che lo slittamento avvenga e che i Comuni possano approfittarne. La vicepresidente del Parlamento Ue Pina Picierno ha spiegato che questo tema riguarda anche le disuguaglianze di genere che, in Italia, «rappresentano un’emergenza con pochi uguali nell’Ue soprattutto per quanto riguarda l’accesso al lavoro. In nessun caso possiamo perdere i finanziamenti indispensabili a rafforzare i servizi per l’infanzia».

Un mese fa, sulla piattaforma Change.org, le autrici di Mamma di Merda Sarah Malnerich e Francesca Fiore, insieme alle attiviste Ella Marciello, Azzurra Rinaldi e Mila Spicola, hanno lanciato la petizione Fate i nidi, fate presto, che ha raggiunto quasi 13.000 firme. “Siamo donne, siamo madri, siamo abbandonate. La nostra condizione non è cambiata: il mondo del lavoro per noi rimane un posto ostile e per molte inaccessibile. Se vi accediamo è con salari bassi. Conciliare il lavoro con i carichi familiari è una sfida persa in partenza”.

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