Diritti

Usa: la Camera vuole limitare l’accesso all’aborto nell’esercito

L’emendamento al National Defense Authorization Act renderebbe più difficile per le militari viaggiare in un altro Stato per interrompere una gravidanza. Probabilmente la norma non passerà al Senato
Manifestanti statunitensi durante una protesta pro choice, California (giugno 2022)
Manifestanti statunitensi durante una protesta pro choice, California (giugno 2022) Credit: EPA/ETIENNE LAURENT
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
17 luglio 2023 Aggiornato alle 15:00

Aborto, servizi sanitari alle persone transgender, programmi di inclusione e diversità sono ancora una volta nel mirino dei repubblicani, che giovedì 13 luglio alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti hanno votato per allegare una serie di emendamenti al National Defense Authorization Act che includono una varietà di politiche conservatrici.

Le modifiche proposte dal Gop (che mantiene una maggioranza risicata alla Camera) impedirebbero di rimborsare il personale militare che si reca fuori dallo Stato per interrompere una gravidanza, per esempio. Si tratta di una mossa che costringerebbe i democratici (che controllano il Senato) a votare contro un disegno di legge da 886 miliardi di dollari.

Il National Defense Authorization Act è una mozione che il Congresso approva ogni anno per stabilire l’agenda politica, apportare eventuali modifiche, e fornire indicazioni su come possono essere spesi i finanziamenti militari per il Dipartimento della Difesa americano. L’Ndaa è stato approvato per 61 anni consecutivi, ma questa tradizione rischia di interrompersi.

Oltre all’aborto, i repubblicani hanno preso di mira le persone transgender e Bipoc, approvando emendamenti che proibiscono l’uso di fondi federali per l’assistenza sanitaria specializzata richiesta dalle truppe transgender o dalle loro famiglie e per i programmi militari di diversità, equità e inclusione, i cosiddetti Dei (Diversity, Equity and Inclusion).

Secondo i democratici, spiega il Washington Post, i programmi sociali del Pentagono contribuiscono a rendere il servizio militare “più attraente” in un’epoca in cui il Dipartimento della Difesa sta lottando per reclutare e trattenere i migliori talenti.

«Questo emendamento… è il tentativo del Partito Repubblicano di creare un divieto di aborto a livello nazionale», ha dichiarato in un intervento alla Camera la deputata Veronica Escobar, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato del Texas. Secondo Sara Jacobs, una democratica della California, «Questo danneggia la nostra prontezza militare, il reclutamento, il mantenimento e il morale».

Il democratico Adam Smith, membro del Comitato per i servizi armati della Camera, che ha contribuito a scrivere il testo della legge, ha detto che non voterà a favore del testo, perché «è davvero triste che il Partito Repubblicano non capisca che la diversità è importante. In pratica stanno scartando la comunità Lgbtq+, le donne e le persone bipoc».

I repubblicani hanno accusato i democratici di “indebolire” le forze armate della Nazione con politiche che promuovono la diversità e la protezione dei diritti Lgbtq+. «L’esercito non è mai stato concepito per essere inclusivo. La sua forza non è la diversità. La sua forza sono i suoi standard», ha dichiarato il deputato repubblicano dell’Arizona Eli Crane.

I democratici hanno definito inaccettabile la misura relativa all’aborto, a più di un anno dalla sentenza della Corte Suprema che ha annullato la sentenza Roe v. Wade, che ha scatenato una corsa da parte degli Stati governati dai Repubblicani per emanare divieti e limiti alla procedura. Secondo i democratici la misura metterebbe a rischio la vita delle donne in servizio e delle famiglie dei militari, negando loro il diritto fondamentale di viaggiare per l’assistenza sanitaria non più disponibile nella città in cui si trovano.

Per i leader del Gop non sarà facile ottenere l’approvazione della versione emendata della legge sulla difesa. Il presidente della Camera, il repubblicano della California Kevin McCarthy, dovrà probabilmente raccogliere 218 dei 222 membri della maggioranza del suo partito per ottenere questo risultato. O si porterà a casa un’imbarazzante sconfitta.

Il rischio c’è: ci sono altre questioni che gli stessi repubblicani non condividono e per cui potrebbero opporsi alla bozza finale. La repubblicana Marjorie Taylor Greene, per esempio, nota per aver sostenuto numerose teorie complottiste, fa parte del blocco del GOP che si oppone alle decine di miliardi di dollari di aiuti militari, addestramento e altri tipi di supporto forniti all’Ucraina.

Non è chiaro cosa accadrà: se i repubblicani riusciranno a raccogliere il sostegno necessario per approvare la legge sulla politica di difesa, la legislazione è probabilmente condannata a non passare nella sua forma odierna: il Senato, dove i democratici sono in maggioranza, dovrebbe votare la prossima settimana la propria versione della legge, priva delle modifiche attualmente presenti nel provvedimento della Camera.

I due organi dovranno poi riconciliare le differenze tra le due proposte di legge, ed è altamente improbabile che il Presidente Biden firmi una legge con gli emendamenti approvati dai repubblicani. Una lotta prolungata tra le camere, però, potrebbe compromettere le possibilità di raggiungere un compromesso e promulgare un Ddl. Infrangendo una tradizione che dura da più di 60 anni.

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