Culture

La montagna che cura: il podcast che racconta i benefici delle vette

Un viaggio tra le Regioni d’Italia alla scoperta della montagnaterapia: pratica terapeutica che sfrutta l’aria e l’ambiente montano per una riabilitazione del corpo e dell’anima
Copertina de "La montagna che cura"
Copertina de "La montagna che cura" Credit: Rai
Tempo di lettura 4 min lettura
23 giugno 2023 Aggiornato alle 15:00

“Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”, scriveva il poeta inglese William Blake. E come dargli torto: negli anni ‘90, da quell’incontro nacque infatti la “montagnaterapia”, un originale approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e socio-educativo, finalizzato alla cura, al miglioramento e alla riabilitazione degli individui con differenti problematiche psicologiche, comportamentali, patologie fisiche o disabilità.

Oggi la storia di questa particolare terapia viene raccontata in La montagna che cura, il nuovo podcast di RaiPlay Sound curato da Luca Calzolari e Roberto Mantovani: un viaggio alla scoperta della straordinarietà e dei lati più nascosti di un approccio terapeutico ancora largamente sconosciuto, ma che offre grandi benefici per mente e corpo.

24 giornate di registrazioni lungo i sentieri delle Alpi e degli Appennini e innumerevoli viaggi in tutta la Penisola, dal Piemonte alla Lombardia, dal Veneto al Trentino-Alto Adige, passando dalla Liguria e dall’Emilia-Romagna, per finire tra i boschi innevati della Basilicata. Tutto racchiuso in una manciata di episodi di circa mezz’ora ciascuno per raccontare il potere trasformativo della montagna nei confronti di pazienti, medici e accompagnatori. Non una semplice passeggiata tra i monti italiani, ma una pratica terapeutica complessa.

Il primo a intuire il beneficio di portare le persone fuori dai manicomi per regalare nuovi approcci e nuovi stimoli fu lo psichiatra Franco Basaglia. Le sue orme furono poi seguite da Pascal Petitqueux, infermiere del centro ospedaliero Bel Air di Charleville-Mézières nelle Ardenne, che nel 1984 condusse i suoi pazienti a 2.500 metri di quota per scoprire che, di fronte alle difficoltà della montagna, ognuno di loro era in grado di affrontare i pericoli autonomamente con i mezzi e le risorse personali ritenute più opportune.

In Italia l’intuizione è arrivata, invece, qualche anno più tardi, precisamente nel 1992, grazie all’articolo Malati di mente alpinisti per guarire pubblicato da Ulderico Munzi sul Corriere della Sera. Ma il pioniere della montagnaterapia nel Belpaese è stato l’antropologo Annibale Salsa, già presidente del Club Alpino Italiano (Cai), che ha sostenuto fin dal primo momento i progetti strutturati di gruppo, creando corsi di formazione “ad hoc” per gli accompagnatori di pazienti affetti dalle problematiche e disabilità più disparate.

Con la montagnaterapia, infatti, è possibile trattare pazienti con disabilità cognitive (per cui la montagna assume una valenza educativa-sociale molto importante, aiutandoli ad acquisire autonomia nelle piccole cose, come vestirsi o preparare lo zaino), disabilità di tipo sensoriale, fisiche. Ma non solo: l’ambiente della montagna risulta terapeutico anche per soggetti con dipendenze da sostanze o ludopatici, soggetti autistici o insulino dipendenti.

In ognuno di questi casi, la frequentazione delle aree montane e l’adattamento agli ambienti vengono affiancati alle terapie psicologiche, farmacologiche o fisiche già in atto, offrendo risultati straordinari.

Nel corso degli episodi de La montagna che cura viene tracciato un sentiero, a volte emotivamente forte (ma mai tortuoso) che permette di addentrarsi sempre di più nella montagnaterapia, partendo dalla sua storia e arrivando fino alla storia di pazienti e medici che, quotidianamente, la vivono e ne scoprono benefici sempre nuovi per il corpo e per la psiche. Un viaggio per scoprire la forza della natura che ci circonda e riscoprirci umani, pieni di debolezze, ma ricchi di altrettante virtù.

La montagna che cura è on line sul sito di Rai Play Sound e sull’app.

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