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Omofilia: che cos’è?


Il 1° giugno si apre il Mese del Pride. 30 giorni per imparare e condividere storia, cultura, lessico e personaggi Lgbtqai+ e formare “Le parole dell’orgoglio”, un vero e proprio vocabolario, dalla A di Arcigay alla Z di Zedsexual
Credit: lloyd jr.
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 2 min lettura
1 gennaio 2023 Aggiornato alle 12:39

Alla fine degli anni ’40 si erano costituiti, in molti Paesi d’Europa, movimenti che rivendicavano l’emancipazione sociale degli omosessuali, ancora considerati dalle leggi statali dei criminali. Nel 1946 era nato lo Shakespeareklub ad Amsterdam (ribattezzato nel 1949 Cultuur- en Ontspannigsentrum - C.O.C. -, nome col quale sarebbe divenuto famoso), seguito due anni più tardi dal Forbundet, movimento degli omosessuali danesi. Dallo stesso anno, la rivista francese «Arcadie» si era fatta promotrice delle istanze che animavano i movimenti autodefinitisi “omofili”.

La scelta di questo neologismo in cui si eliminava il latino sexualis in favore del greco φιλία (filìa = “inclinazione, amicizia”), racchiude in sé lo spirito che li guidava: spostando l’attenzione dalla sessualità all’affettività, i movimenti omofili cercavano di “nobilitare” la loro lotta, portando avanti una liberazione sessuale eliminando la sfera della sessualità, in un tentativo di assimilazione alla società eterosessuale grazie all’offerta di un modello che da essa potesse essere accettato.

I gruppi omofili provarono a unire le forze nel 1951 nell’International committee for sexual equality (Icse), che aveva come obiettivo politico immediato il riconoscimento, da parte delle Nazioni Unite e da altre organizzazioni internazionali, del diritto inalienabile di ciascun individuo alla libertà sessuale e che tenne il suo primo congresso in Olanda. In Italia Bernardino Del Boca di Villaregia, antropologo, scrittore e militante omosessuale ante litteram se ne fece portavoce: «L’obiettivo di base era l’educazione sessuale, per una eguaglianza sessuale che portasse la libertà sessuale, una sessualità buona, accettata, positiva, che per noi era molto importante», spiegò.

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