Futuro

Einstein Telescope potrebbe essere realizzato in Italia

Il nostro Paese ha avanzato la candidatura ufficiale per ospitare uno dei telescopi più avanzati al mondo, in grado di studiare in modo approfondito l’universo attraverso l’ascolto delle onde gravitazionali
Credit: Alec Favale
Tempo di lettura 3 min lettura
10 giugno 2023 Aggiornato alle 17:00

Di tutto l’universo conosciamo appena il 5%, ma non sappiamo nulla del restante 95%.

Non riusciamo ancora a comprendere bene il Big Bang e come si è originato, ne cosa si cela dietro alla formazione dei buchi neri o come può formarsi una supernova.

A brevissimo però potremmo essere in grado di capire questi complessi ma affascinanti fenomeni, grazie al lavoro di Einstein Telescope, che permetterà di studiare in modo approfondito l’universo attraverso l’ascolto delle onde gravitazionali.

Questo strumento, in grado di indagare quanto avvenuto durante il Big Bang circa 13 milioni di anni fa, potrebbe essere sviluppato In Italia.

Il 6 giugno 2023, infatti, in una conferenza stampa all’Osservatorio astronomico dell’Istituto nazionale di astrofisica, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani hanno presentato per conto del Governo la candidatura ufficiale del sito minerario di Sos Enattos, in provincia di Nuoro (Sardegna), come luogo ospitante di questo imponente osservatorio europeo di terza generazione.

Il progetto, finanziato con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (circa 50 milioni di euro), prevede la costruzione di un rivelatore di onde gravitazionali attraverso un’infrastruttura sotterranea profonda tra i 100 e i 300 metri. La durata dei lavori prevista è di nove anni, al termine dei quali nascerebbe uno dei principali progetti di ricerca mondiali che prevede, secondo la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, l’occupazione di almeno 36.000 persone. Senza contare il gigante impatto scientifico mondiale che avrebbe il nostro Paese.

Secondo uno studio dell’Università di Sassari ogni euro speso per l’Einstein Telescope genererebbe 3.2 euro in più e un incremento del Pil di 1,6 euro. «Questa candidatura  -  sottolinea la premier Meloni  -  è il simbolo di un’Italia che vuole guardare verso l’alto e dire che è capace di grandi imprese, perché lo ha già fatto molte volte».

Il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, presente alla conferenza stampa, ha affermato che grazie a questo telescopio «andremo molto indietro nel tempo e, potendo esplorare l’epoca vicina al Big Bang, è possibile che ci siano tante sorprese, difficili da prevedere».

«Einstein Telescope ci permetterà di ascoltare il respiro del cosmo e scendere giù fino a coglierne l’anima  - commenta in un tweet la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini. -   Potremo così capire qualcosa di più su noi stessi, sul nostro passato ma speriamo anche di poter interpretare meglio le risposte che la nostra Terra ci sta dando ma che oggi non siamo in grado di comprendere».

La candidatura dell’Italia potrebbe essere accettata anche alla luce della sua lunghissima tradizione relativa alla ricerca delle onde gravitazionali: è stato già costruito un interferometro, il Virgo, a Cascina (Pisa) e la Sardegna ospita il Sardinia Radio Telescope, uno dei radiotelescopi più sofisticati e avanzati al mondo.

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