Economia

Quali sono le Ong con maggiori entrate?

Le Organizzazioni non governative hanno registrato un +10% nel 2021 (per un valore economico di ben 1 miliardo di euro). Secondo le analisi di Open Cooperazione, Save the Children spicca fra tutte
Credit: Aaditya Hirachan  
Tempo di lettura 4 min lettura
4 maggio 2023 Aggiornato alle 13:00

Le Ong sono organizzazioni senza fini di lucro e indipendenti sia dagli Stati che dalle organizzazioni governative internazionali, impegnate e specializzate in diverse attività, generalmente di stampo sociale, cause politiche o cooperazione allo sviluppo.

In questo contesto, c’è Open Cooperazione, il progetto web che promuove la trasparenza delle Ong e di tutti gli altri attori che lavorano nel settore della cooperazione (come associazioni, fondazioni e istituzioni nazionali), attraverso l’aggregazione dei dati inseriti dalle organizzazioni stesse.

Il sito restituisce così una fotografia dettagliata e chiara dello stato dell’arte di questo settore, che in Italia è in costante aumento da diversi anni: nel 2021 si è registrato un +10% rispetto all’anno precedente, pari a un valore economico di ben 1.187 miliardi di euro, derivante dalla totalità dei bilanci inseriti e analizzati.

Nella classifica delle organizzazioni italiane che hanno raggiunto il volume più elevato di entrate spicca Save the Children Italia, con un bilancio totale di oltre 133 milioni di euro (e una crescita di più del 7% rispetto al 2020); è seguita da Fondazione Avsi che raccoglie più di 92 milioni di euro (+26%) e Intersos - Organizzazione Umanitaria Onlus (quasi 83 milioni). Sotto al podio: Emergency (77 milioni), Unicef (72), Coopi Cooperazione Internazionale (quasi 66 milioni), ActionAid (48), WeWorld (44) e, infine, Medici con l’Africa Cuamm (42 milioni).

Mentre gli organismi più grandi e radicati (di solito impegnati nell’aiuto umanitario) aumentano il loro valore economico mediamente di 30 milioni, hanno maggiori difficoltà le organizzazioni medio-piccole: analizzando i bilanci delle entrate delle prime 50 Ong italiane relativi agli ultimi 3 anni, i dati sono meno benevoli per le organizzazioni, collocate tra i 3 e i 10 milioni di euro di entrate, generalmente le più inclini a perdite.

Rimangono comunque stabili le fonti delle entrate che si dividono in una quota di fondi pubblici per il 60% e privati al 40%. Per quanto riguarda i primi, si fa riferimento principalmente ai finanziatori istituzionali, ossia enti pubblici dotati di un certo grado di autonomia attivi nella promozione dello sviluppo internazionale e dell’aiuto pubblico. Fra queste occupano rilievo assoluto l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) nonché lo stesso Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con una partecipazione complessiva del 35,2%; seguono l’Unione europea e la Direzione generale per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee (Echo) per il 35%.

Tra i fondi raccolti da privati spiccano invece tutte le aziende che stipulano partnership con le Ong, che rappresentano il 31,4% della torta dei finanziamenti. Oltre a fondazioni varie e chiese, una voce fondamentale è quella del 5x1000, ossia la quota di imposta sui redditi delle persone fisiche che il singolo contribuente decide di destinare a tutti gli enti no-profit (compilando la dichiarazione). Grazie a quasi 1 milione e 700.000 individui, i donatori occupano il 31,3% del complesso dei finanziatori privati.

Non sono solo le entrate a crescere, ma anche il numero delle risorse umane impiegate nel settore in Italia e all’estero: più di 26.000 persone (55% uomini e 45% donne), la maggioranza attiva all’estero. Oltre agli operatori contrattualizzati (con un minimo di 10.000 euro di retribuzione lorda) si aggiungono i volontari attivi e in Servizio Civile, che sono cresciuti di oltre 9.000 unità arrivando a 44.784.

Il dato che suscita maggior sorpresa, ma anche speranza, è quello che pone il Belpaese in cima alla classifica delle Nazioni con il numero più alto di progetti portati avanti. Nel 2021, infatti, 70 organizzazioni hanno realizzato ben 940 progetti, la maggior parte implementata e sostenuta da Save the Children Italia, Avsi e Coopi e focalizzata sull’intervento in situazioni emergenziali e di ricostruzione nelle aree meno sviluppate.

Le organizzazioni italiane nel mondo sono attive in progetti principalmente legati al settore dell’educazione/istruzione, salute e aiuto umanitario, ma i dati raccolti confermano una tendenza fortemente espansiva dell’attività delle Ong in Italia, implementando, soprattutto dopo la pandemia, numerosi interventi per combattere la povertà educativa, alimentare, energetica.

«Sempre più organizzazioni si sono attivate sul fronte delle nuove povertà che il Covid ha accentuato - ha spiegato il curatore di Open Cooperazione Elias Gerovasi - anche i dati Istat ci dicono che è in crescita importante il numero di persone che hanno casa, lavoro e famiglia, ma che non arrivano a fine mese».

Non a caso, l’ammontare di beneficiari diretti dei progetti realizzati direttamente dalle Ong o attraverso partner locali è di quasi 64 milioni.

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