Diritti

Le nuove regole del governo per le Ong

Il decreto stabilisce un codice di condotta per le navi che salvano i migranti nel Mediterraneo: potranno transitare e intervenire solo per i soccorsi. E sotto il controllo delle autorità territoriali

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con i ministri Matteo Piantedosi (S) e Giuseppe Valditara (C) durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo nell'aula del Senato, Roma, 14 dicembre 2022.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con i ministri Matteo Piantedosi (S) e Giuseppe Valditara (C) durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo nell'aula del Senato, Roma, 14 dicembre 2022. Credit: ANSA/ETTORE FERRARI
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
28 dicembre 2022 Aggiornato alle 23:00

Il Consiglio dei ministri che si è riunito nel tardo pomeriggio di oggi, 28 dicembre, a Palazzo Chigi, ha dato il via libera al nuovo decreto sui migranti, con regole più stringenti per le Ong e i soccorsi in mare.

Il governo Meloni, che nei giorni scorsi si era concentrato sulla Legge di Bilancio, ha approvato il dl migranti intorno alle 20. Dopo lo stop alle Ong, gli “sbarchi selettivi” e le liti con la Francia sulla gestione degli arrivi via mare, il governo era pronto a varare il decreto sicurezza contenente un codice di condotta per la flotta civile.

Si tratta di regole rivolte alle navi di salvataggio e ai loro equipaggi che effettuano il soccorso in mare, anticipate dalla bozza predisposta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e circolata prima della stesura definitiva.

Non sono previsti nuovi reati penali per le Ong, ma sanzioni amministrative: se le navi umanitarie non rispetteranno le norme, il comandante dovrà pagare multe da 10.000 fino a 50.000 euro, con il sequestro della nave previsto «per eventuali reiterazioni di condotte non consentite per le navi che non dovessero rispettare il codice di condotta e provassero a entrare in acque italiane senza l’autorizzazione che verrà rilasciata in via temporanea solo a chi rispetta le regole».

La responsabilità solidale, poi, «si estende all’armatore e al proprietario della nave». Se il comandante della nave non fornirà le informazioni richieste dalle autorità competenti, dovrà pagare una somma da 2.000 a 10.000 euro, con possibilità di fermo amministrativo di venti giorni per la nave.

Le modalità di ricerca e soccorso non dovranno «aggravare situazioni di pericolo a bordo né impedire di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco», la cui assegnazione deve essere richiesta all’Autorità Sar competente, dunque all’Italia nel caso di acque italiane, e raggiunto «senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso». Il soccorso dei naufraghi si concluderà con lo sbarco immediato nel porto indicato dal Viminale.

Nel caso di «operazioni di soccorso plurime», non concesse a meno che non siano richieste dall’autorità della zona Sar, dovranno essere effettuate in conformità agli obblighi di notifica e non compromettere l’obbligo di raggiungimento, senza ritardo, del porto di sbarco. Le navi dovranno comunicare immediatamente l’operazione di soccorso al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo e responsabile dell’area in cui si svolge l’intervento e anche «allo Stato bandiera».

Il nuovo regolamento prevede che «il transito e la sosta in territorio nazionale sono comunque garantiti ai soli fini di assicurare il soccorso e l’assistenza a terra delle persone prese a bordo a tutela della loro incolumità». Le navi che effettuano «in via non occasionale attività di ricerca e soccorso in mare» devono rispettare una serie di requisiti, tra cui quelli di idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione nelle acque territoriali. Le imbarcazioni dovranno fornire alle autorità per la ricerca e il soccorso in mare italiane le informazioni richieste per acquisire «elementi relativi alla ricostruzione dettagliata delle fasi dell’operazione di soccorso effettuata».

I trasferimenti di migranti da un’imbarcazione all’altra saranno rigorosamente vietati. Per quanto riguarda i naufraghi a bordo, il comandante dovrà «avviare iniziative» per informarli fin da subito della possibilità di attivare la procedura di protezione internazionale, cosa di cui si dovrà fare carico il Paese di bandiera della nave che ha effettuato il salvataggio. Molti Paesi hanno già espresso contrarietà su questo punto.

Queste novità, secondo il governo, dovrebbero velocizzare i collocamenti. Con l’obiettivo di favorire l’immigrazione legale, il nuovo codice prevede delle semplificazioni per richiedere il permesso di soggiorno a chi arriva in Italia con il decreto flussi, che sarà dotato di un nulla osta temporaneo prima della verifica dei requisiti.

Oggi pomeriggio il ministro per i Rapporti con il Parlamento e esponente di Fdi Luca Ciriani si era espresso sull’argomento durante una trasmissione televisiva: «L’Italia non può essere il terminale di tutta l’immigrazione che arriva dal Nord Africa: non può farlo e non è giusto che lo faccia», aveva detto. «E le Ong non possono agire in maniera indiscriminata e senza regole».

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