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Chi è Chrystia Freeland, possibile candidata per la segreteria Nato?

Ex giornalista e vice Prima Ministra del Governo canadese di Trudeau, conosce molto bene la Russia dove ha lavorato per molti anni come corrispondente. Potrebbe essere lei a sostituire Stoltenberg quest’anno?
Credit: Nathan Denette/The Canadian Press via ZUMA Press.
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26 aprile 2023 Aggiornato alle 11:20

Già nel 2011 indicava quello di Vladimir Putin come un pericoloso “sultanismo”; in futuro potrebbe guidare l’alleanza militare che da sempre toglie il sonno al Presidente russo. Il nome di Chrystia Freeland è tra i più papabili per il ruolo di prossima segretaria della Nato in vista della sostituzione di Jens Stoltenberg (il suo mandato terminerà quest’anno).

Nata nel 1968 a Peace River, nella provincia di Alberta, si laurea in storia e letteratura russa ad Harvard e ottiene un master in studi slavi presso il St Antony’s College di Oxford.

Il suo legame con il mondo dell’Est Europa prosegue nella sua carriera da giornalista; lavora come corrispondente freelance in Ucraina e Russia per il Washington Post, l’Economist e il Financial Times: per ques’ultimo, ricopre altri importanti ruoli, quali caporedattore per il Regno Unito, capo dell’ufficio di Mosca e corrispondente per l’Europa orientale. Ha al suo attivo anche incarichi importanti nella sede canadese di Reuters.

Si fa notare anche per i suoi libri; 2, in particolare, dicono molto del suo futuro: si tratta di Sale of the Century, che racconta il passaggio della Russia dal comunismo al capitalismo, e Plutocrats che parla dell’ascesa delle nuove èlite di politici populisti.

Il suo impegno in politica inizia nel 2013 quando, candidata nelle file del Partito liberale, è eletta membro del Parlamento per il distretto di Toronto alle elezioni suppletive del novembre 2013. Viene poi rieletta nel 2015 come membro del Parlamento per il distretto di University-Rosedale. Il 2015 è anche l’anno che segna l’inizio dei suoi incarichi governativi. Il primo ministro nonché leader del suo partito Justin Trudeau la vuole ministra per il Commercio internazionale; in questo ruolo si fa notare per il suo atteggiamento battagliero per il rinnovo del Nafta, l’accordo di libero commercio tra Canada, Messico e Stati Uniti. Durante i negoziati Freeland tiene testa a Trump che accusa il Canada di star beneficiando troppo dal patto. Un duello che si rinnoverà anche più avanti.

Nel frattempo, l’ormai ex giornalista diventa anche ministra degli Esteri. La sua prima sfida sono le tensioni tra Corea del Nord e Stati Uniti; in questa situazione assume un ruolo di mediatrice, invitando i ministri degli esteri impegnati nella soluzione della crisi a una riunione a Vancouver.

C’è poi il caso di Jamal Khashoggi. Il giornalista dissidente saudita e collaboratore del Washington Post sparisce nell’ambasciata saudita a Istanbul nel 2018. A causa delle sue prese di posizioni contro il governo di Riad, si sospetta fin dall’inizio un coinvolgimento dei vertici sauditi. Sotto la guida di Freeland, il Canada decide di prendere posizione e di imporre sanzioni contro 17 cittadini sauditi sospettati di essere legati all’omicidio. Le sue idee contro il governo autoritario di Mohamed Bin Salman portano l’esecutivo saudita a richiamare il proprio ambasciatore in Canada.

Nel 2019 Freeland diventa anche Vicepremier e continua le sue polemiche con Trump. In occasione del vertice Nato a Washington, parla del disappunto del suo Paese per essere stato etichettato dagli Stati Uniti come una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale in relazione alla produzione dell’acciaio, mossa che ha portato ai dazi sull’acciaio canadese. A margine dell’incontro, la Ministra sottolinea ironicamente che la sua presenza al vertice dimostra che Ottawa non è una minaccia per gli Stati Uniti.

Poi arriva il Covid e un nuovo delicato incarico, quello di Ministra delle Finanze. Il suo ennesimo ruolo governativo le vale il soprannome di “Ministra di tutto e anche il record di prima donna a ricoprire questa carica in Canada.

Con lo scoppio della guerra in Ucraina, Freeland, che da reporter conosce bene Kyiv e Mosca, è in prima linea nello scontro con Putin. Dichiara guerra a tutti gli oligarchi russi sequestrando, a esempio, 26 milioni di dollari al magnate Roman Abramovich. “Gli oligarchi di Putin sono complici dell’invasione illegale e barbarica dell’Ucraina da parte della Russia”, fa sapere in un comunicato.

Una linea dura che alza sempre di più le sue possibilità di essere chiamata a guidare la Nato in una fase in cui capire la Russia è fondamentale. Se è vero che per combattere il nemico bisogna conoscerlo, Freeland ha le carte in regola.

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