Culture

Oggi è la Giornata Mondiale della Radio, il medium immortale

È sopravvissuta all’avvento della tv e di internet, sfruttando le nuove tecnologie a suo favore. Qual è il suo destino? La risposta è nel digital audio
Credit: Ayanfeoluwa O. Ibitoye
Tempo di lettura 4 min lettura
13 febbraio 2023 Aggiornato alle 12:15

“La radio ha un suo manto che la rende invisibile. Ci si presenta apparentemente in una forma diretta e personale che è privata e intima, mentre per ciò che più conta è una subliminale stanza degli echi che ha il potere magico di toccare corde remote e dimenticate”. Così scriveva nel 1964 Marshall McLuhan, il massmediologo più famoso di sempre, scomparso nel 1980. Nonostante le ere tecnologiche passate - in questi ultimi 50 anni - la definizione rimane ancora affascinante e calzante.

Oggi è il World Radio Day, ovvero la Giornata Mondiale della Radio, proclamata da Unesco. È anche un’occasione per fare qualche riflessione riguardo un medium di cui parliamo poco, così presi ad analizzare lo stato di salute della tv o della stampa, in caduta libera, e le varie trasformazioni - in positivo e in negativo - di internet.

E invece la radio non solo resiste a tutte le innovazioni che potrebbero eliminarla, ma riesce addirittura a cavalcarle e collaborare con loro. Lo ha fatto con la tv, con internet e, in qualche modo, lo sta facendo anche adesso con le piattaforme streaming e con i podcast. Mentre infatti questi ultimi sono un po’ sulla bocca di tutti con un eccesso di offerta e un modello di business non ancora chiaro, almeno in Italia, la radio ha chiuso il 2022 con una crescita dell’1,7% della raccolta pubblicitaria sui 12 mesi, secondo i dati dell’Osservatorio Fcp-Assoradio rilevati dalla società Reply: sono cresciuti sia gli inserzionisti (+9%) che il numero delle campagne promozionali (+7%).

Ma torniamo al rapporto con la tecnologia: sarà proprio lei a esser centrale per il futuro della radio, che sarà sempre più phygital, in un ping pong continuo tra parte fisica e parte digitale. In Italia, il passaggio dalla Fm al Dab+ - Digital Audio Broadcasting+, lo standard digitale diffuso in Europa ormai da 15 anni - è particolarmente lento rispetto, a esempio, a quello della tv, aiutato da incentivi per obbligare le famiglie a comprare decoder e tv compatibili con il segnale digitale terrestre.

Tuttavia, dal 2020 è obbligatorio per le case costruttrici di auto installare un ricevitore Dab: questo ha evidentemente incentivato la diffusione dei contenuti attraverso il Dab.

Secondo Consorzio Dab Italia - presieduto da Eduardo Montefusco, fondatore anche del network Rds - il sistema Dab+ conta già 10 milioni di ascoltatori stimati, contro i 34,5 milioni di quelli in Fm. In Italia la copertura Dab è all’84%, mentre in autostrada arriva al 95%.

I ricevitori Dab presenti sul territorio sono 8 milioni destinati ad arrivare a 9 entro la fine dell’anno. Il ricambio, dunque, è già in atto, anche se non velocissimo come è stato per la tv. I primi a voler fare questo passaggio sono proprio i broadcaster, per una serie di motivi: in primis, quelli economici. Una radio nazionale - in Italia ce ne sono 18 di cui 3 della Rai - può arrivare a spendere per la trasmissione in Fm fino a 9 milioni l’anno, tra costi di energia e manutenzione tralicci.

Con il Dab i costi si abbassano di due terzi circa perché, con le stesse frequenze, si possono trasmettere più canali, come del resto già avviene con la tv con il digitale terrestre. Ma ci sono anche grossi vantaggi per chi ascolta: qualità audio perfetta, possibilità di ricevere immagini e testi scritti durante le trasmissioni che non possono essere interrotte, così come qr code con link.

In altri Paesi europei il Dab è già il sistema di trasmissione radiofonico più usato. In Gran Bretagna il 67% della popolazione usa questa tecnologia per ascoltare la radio; anche la Germania è più avanti di noi. L’obiettivo è completare la copertura nazionale e pensare a un graduale passaggio da Fm a digitale (ci sono Stati dove sono state prese decisioni drastiche, come in Svizzera dove, nel 2024, sospenderanno le trasmissioni in Fm).

Il digital audio rappresenta un’opportunità, come integrazione e complementarità della cosiddetta parte lineare, sia per il riascolto di contenuti che per storie originali e contenuti instant.

Luca De Gennaro di Radio Capital ricordava su Repubblica un fatto piuttosto esplicativo: mercoledì scorso è morto il compositore Burt Bacharach alle 17:00; alle 17:15 era già in onda su Capital un nuovo canale, Ausilary, che trasmetteva tutte le sue principali canzoni.

Questo è il futuro della radio per fidelizzare gli utenti e creare nuovo appeal.

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