Big Oil: anche TotalEnergies raddoppia i suoi utili
Continua la sfilata miliardaria degli utili delle grandi potenze dell’oil and gas.
Dopo Exxon, BP, Chevron, Shell e altri arriva il turno di TotalEnergies: il colosso francese nel 2022 ha registrato un utile netto da record di 36,2 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto all’anno precedente.
Anche in questo caso, come per le altre grandi compagnie, a far volare i profitti è stato soprattutto l’aumento dei prezzi di gas e petrolio da quando la Russia ha invaso l’Ucraina.
Per il gruppo francese si tratta del risultato più importante registrato nella sua storia ma, come accaduto per le altre multinazionali, l’annuncio degli utili ha portato anche a nuove polemiche sul ruolo delle grandi multinazionali dell’oil and gas: in anni di crisi climatica e energetica, mentre la scienza ci ricorda la necessità di decarbonizzare per abbassare le emissioni climalteranti e mentre molte famiglie faticano a pagare i conti delle bollette energetiche, i colossi del petrolio continuano a guadagnare, fatto che porta sempre più attivisti ma anche politici a chiedere nuove tasse per il settore.
Le cinque principali compagnie impegnate con i combustibili fossili nell’ultimo anno hanno incassato profitti per oltre 200 miliardi di dollari, molto di più del Pil di diversi Paesi del mondo.
Anche per tutelarsi da potenziali accuse di disimpegni ambientali, come accaduto per esempio per BP che ha ridimensionato i suoi obiettivi climatici di riduzione delle emissioni, TotalEnergies ha annunciato di prevedere investimenti netti di 16-18 miliardi di dollari nel 2023, inclusi 5 miliardi di dollari per l’energia a basse emissioni di carbonio.
Oltre alla necessità di tassare gli extra profitti delle multinazionali, molte associazioni e ambientalisti chiedono però una migliore proporzione negli investimenti nelle energie rinnovabili che, secondo la IEA (Agenzia internazionale dell’energia), saranno la fonte per l’elettricità del prossimo futuro.
Allo stesso tempo vengono richieste alle compagnie piani climatici più ambiziosi, guidati da una effettiva decarbonizzazione e non da continui investimenti sulle trivellazioni.