Economia

La norma Salva-calcio torna in campo

Approvato in Commissione di bilancio della Camera, l’emendamento alla manovra prevede un super condono per salvare le società calcistiche dai debiti fino a oggi congelati. Il conto da saldare è di 800 milioni di euro
Credit: Waldemar Brandt/ Unsplash
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23 dicembre 2022 Aggiornato alle 16:00

Approvata la misura Salva-calcio, mentre salta lo scudo penale.

Tra le ultime conferme da parte della Commissione di Bilancio della Camera in materia di evasione giunge la notizia dell’approvazione della norma Salva-calcio. Tale misura consiste in un super condono che possa salvare le società calcistiche dai debiti che fino a oggi sono stati congelati.

Il conto da saldare è alto; si parla di 800 milioni di euro di cui circa 500-600 milioni interessano le società sportive di serie A.

L’emendamento prevede la rateizzazione in 5 anni delle tasse dovute dalle società sportive.

L’intento è quello di diluire in 60 rate mensili i pagamenti dei debiti Irpef e Inps delle società sportive congelati nel 2022 per via della pandemia.

Per coloro che volessero pagare l’intero debito entro il 31 dicembre 2022, non è prevista alcuna sanzione. Mentre per coloro che non rispettano il termine di scadenza, avranno una penale del 3% e dovranno versare le prime tre rate entro sette giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

A riguardo non sono mancate le forti critiche, tanto che si era ipotizzata una versione estesa di tale manovra da applicare a tutte le imprese in crisi che si stavano riprendendo.

Tale ipotesi però è risultata troppo complessa dal punto di vista tecnico e finanziario, lasciando così posto alla formula salva-calcio originale.

Per raggiungere la cosiddetta pace fiscale, il 16 dicembre il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, aveva proposto di introdurre nella Legge di Bilancio la possibilità per chi salda il conto con il fisco di vedersi estinti i “reati formali” come l’omessa dichiarazione dei redditi, la dichiarazione infedele e l’omesso versamento, mantenendo escluse forme di reati come le false fatturazioni o l’utilizzo di fatture inesistenti.

Proposta accolta positivamente dai commercialisti, che pubblicano un comunicato dove affermano che: “il Consiglio nazionale dei commercialisti accoglie con particolare favore e apprezzamento le dichiarazioni del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, circa la possibilità che, attraverso l’integrale adempimento dell’obbligazione fiscale e mediante il pagamento di una sanzione aggiuntiva, si possa giungere all’estinzione dei connessi procedimenti penali per reati meramente formali e scevri da condotte fraudolente”.

Viceversa, suscita una forte reazione dell’opposizione. La norma, anche chiamata norma della discordia, che era stata poi frenata dal sottosegretario all’Economia Federico Freni è saltata ufficialmente nella riunione del 21 dicembre della Commissione di Bilancio.

L’esultanza della mancata approvazione dello scudo penale arriva dalla capogruppo Pd, Debora Serracchiani, e anche dal leader M5S Giuseppe Conte, il quale afferma: «il nostro atteggiamento preventivo ha dato i suoi frutti, ora sorveglieremo affinché non torni di nuovo l’intenzione di ripresentarlo». Tuttavia, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, non esclude la possibilità che tale provvedimento non possa essere recuperato in futuro.

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