Economia

Manovra economica: più deficit, meno crescita. Basteranno 40 miliardi?

Energia, cuneo fiscale, pensioni e pubblico impiego. Sono gli asset d’intervento che metteranno alla prova il nuovo governo con le misure economiche di dicembre
Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
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5 ottobre 2022 Aggiornato alle 18:00

8,5 miliardi per adeguare le pensioni al costo della vita, 5 miliardi per il rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici, 5 miliardi per differire il frazionamento del cuneo fiscale, ancora secondo quanto stabilito dal governo Draghi in vista dell’anno 2022 e infine 2 miliardi come fondi a disposizione per le spedizioni militari estere.

Aggiungendo alla lista complessiva il decreto Aiuti ter, comprensivo di un bonus di 150 euro rivolto a lavorati, pensionati e lavoratori autonomi, con Isee inferiore a 20.000 euro annui e ulteriormente ampliato rispetto al pacchetto precedente, si parla di un totale di 10-15 miliardi di euro.

L’ammontare complessivo necessario, ai fini della Manovra, si aggira tra i 35 e i 40 miliardi di euro.

Le conseguenze? Si pronostica un deficit 2023 del 3,7% in più rispetto a quanto era stato stimato ad aprile 2022, fino ad arrivare a un ammontare complessivo del 5%.

Per quanto riguardo il debito pubblico si stima un incremento del 145% e il gettito fiscale, causa rallentamento della crescita, si ridurrà, facendo spettar meno i fondi che hanno rifornito i decreti legge emanati dal governi Draghi a supporto di famiglie e imprese per 66 miliardi. Dati alla mano, se il nuovo governo non vorrà cadere a uno scostamento di bilancio, si tratterà di trovare nuove fonti d’entrate e puntare a una diminuzione delle spese pubbliche.

Al rapporto, per affrontare la manovra economica, si è parlato di un team work finanziario a 4 mani, che vede in gioco vecchio e nuovo governo ma con una suddivisione di ruoli e responsabilità ben definiti. Una prima prova per il nuovo governo che sarà raccontata dalle misure economiche di dicembre.

Da una parte, per il nuovo decreto energia, i fondi sono già presenti, grazie alla seconda rata del contributo extra-profitti imprese energetiche, con scadenza di versamento entro il 30 novembre; dall’altra parte per la legge di bilancio, resta ancora tutto da congegnare e la scadenza fissata alla Commissione europea per l’invio del progetto di bilancio è stata definita per il 15 di ottobre.

Ad oggi, per il nuovo governo, i prossimi step da compiere sono: in data 13 ottobre la prima riunione del nuovo Parlamento per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, successivamente le consulte al Quirinale, la delega per la formazione del Governo emanata dal presidente della repubblica e la designazione dei ministri per il giuramento.

In questa fase di dirompente cambiamento economico, prende un ruolo primaria importanza l’istantanea predisposta dal governo Draghi per la Nadef, da presentare in consiglio dei ministri a politiche immutate; con l’esclusione di prevedere nuove azioni economiche sulle quali il vecchio Governo lascerà in eredità.

Sarà dalla fotografia economica preparata, che verranno definite le modalità entro le quali si potrà muovere la

legge di bilancio. Al momento, resta di 40 miliardi la cifra economica ipotizzata, necessaria per la manovra, ma allo stesso tempo “indefinita” considerando la variabilità, per il nuovo governo, di far tornare in validità la legge Fornero e che non consideri del tutto la Flat tax, agitata prima delle votazioni al governo.

Le possibilità per assicurarsi tale cifra sono tante, ma non si può non considerare che un ulteriore aumento del deficit, alla percezione dei mercati vicini, avrà ripercussioni gravose.

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