Ambiente

Piste ciclabili: il Governo azzera i fondi

Il de-finanziamento impedirà gli ampliamenti delle reti già pianificate. Le organizzazioni ambientaliste: «Una proposta che ci riporta indietro di decenni»
Credit: Jon tyson/unsplash
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9 dicembre 2022 Aggiornato alle 19:00

Il Governo di Giorgia Meloni azzera i fondi per le piste e corsie ciclabili in città. Lo dice una nota integrativa del Ministero delle Infrastrutture alla legge di bilancio 2023 arrivata alla Camera dei Deputati: si tratta di 94 milioni di euro (47 milioni di euro per il 2023 e altrettanti per il 2024) rimasti nel Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili istituito dalla legge di Bilancio 160 del 2019 e non ancora assegnati.

Lo denunciano le organizzazioni ambientaliste Clean Cities Campaign, Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab), Kyoto club, Legambiente e Cittadini per l’aria. Mentre è tornato di stretta attualità il tema delle violenze sulle strade dopo la morte del ciclista professionista Davide Rebellin - ucciso il 30 novembre da un tir mentre si allenava sulle strade del vicentino - e della giovanissima promessa del calcio Manuel Lorenzo Ntube, 16enne investito e ucciso in bici alle porte di Ferrara.

“L’azzeramento delle (poche) risorse per la ciclabilità in legge di bilancio è una proposta inaccettabile – riporta il comunicato - che ci riporta indietro di decenni e che impedisce alle Amministrazioni locali di rendere le nostre città davvero ciclabili, riducendo l’uso dell’automobile privata. Va corretta immediatamente in Parlamento. Altro che azzerare i fondi: bisogna incrementarli”.

Il de-finanziamento impedirà infatti gli ampliamenti delle reti ciclabili già pianificate e ridurrà la transizione urbana verso una mobilità sostenibile e a zero emissioni che “non può essere più procrastinata. La crisi climatica si aggrava, e ogni anno muoiono tra i 50.000 e i 60.000 italiani, a causa dei livelli di inquinamento dell’aria, ben al di sopra dei limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità aggiungono le ong.

È una questione di salute ma anche di sicurezza. Secondo i dati Istat relativi al 2021, gli incidenti stradali che hanno coinvolto ciclisti sono stati 16.448, causando la morte di 229 persone, mentre l’Osservatorio Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale che rielabora dati Aci-Istat) rileva che nei primi 8 mesi del 2022 i ciclisti che hanno perso la vita sulle strade nell’immediatezza dell’incidente sono in tutto 103.

Il taglio del Governo Meloni andrebbe quindi a aggravare una situazione già carente per quanto riguarda la presenza di infrastrutture ciclabili (in particolare piste e corsie riservate) che permettono di incentivare gli spostamenti su due ruote nelle città. Tra il 2015 e il 2020 i capoluoghi di provincia e le città metropolitane hanno aggiunto altri 857 chilometri (+20,8%) alla propria rete ciclabile (con punte di 93 chilometri a Milano, 47 a Venezia e 46 a Brescia) ma questo è ancora “largamente insufficiente” a garantire una quota significativa di spostamenti su due ruote, come hanno rilevato le organizzazioni ambientaliste nel recente report Non è un paese per bici, lanciando una petizione per il ripristino dei fondi.

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