Ambiente

Rigassificatori e trivelle: facciamo il punto

A Piombino e Ravenna le Floating Storage and Regasification Units si faranno. Via libera anche alle estrazioni nell’Adriatico. Ma non tutti - tra politici e cittadini - sembrano convinti
Credit: ENVATO
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11 novembre 2022 Aggiornato alle 13:00

Il rigassificatore a Piombino

A Piombino, dopo l’autorizzazione firmata dal Presidente della toscana Eugenio Giani, sono già iniziati i lavori per l’installazione del rigassificatore, abbreviazione di “unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione” - Floating Storage and Regasification Units, Fsru - la nave che, ricevendo gas naturale liquefatto, lo riporterà allo stato gassoso per essere distribuito nella reta italiana.

La nave di Piombino immetterà nella rete fino a 5 miliardi di metri cubi di gas in un anno ed è diventata una risorsa fondamentale per limitare l’acquisto di gas russo. L’attracco è previsto per l’inizio del 2023 e prima va costruita la condotta di 8 chilometri che collegherà la nave a una centrale di immissione del gas nella rete nazionale.

Il rigassificatore a Ravenna

A Ravenna è arrivato il via libera a inizio settimana e ora si dovranno realizzare le infrastrutture necessarie entro l’autunno 2023. Il rigassificatore, la nave BW Singapore, il cui nome verrà modificato quando batterà bandiera italiana, permetterà l’immissione in rete dell’8% circa del fabbisogno nazionale, un sesto delle attuali importazioni dalla Russia.

L’impianto di Ravenna, sarà installato a 8 chilometri dalla spiaggia e verrà predisposto anche per un futuro utilizzo di idrogeno e produrrà lo stesso flusso di gas di Piombino. Il Commissario straordinario di Governo, e presidente della Regione Stefano Bonaccini, ha firmato lunedì 7 novembre, il Decreto. Ora Snam dovrà precedere all’affidamento dei lavori del progetto denominato Emergenza Gas - Fsru Ravenna e collegamento alla rete nazionale gasdotti per la costruzione del pontile e delle tubature di collegamento.

Le trivelle nell’Adriatico

Per quanto riguarda le trivelle, il Governo Meloni ha dato il via libera alle estrazioni in mare la settimana scorsa con un emendamento nel decreto Aiuti ter che contiene “misure urgenti in materia di politica energetica nazionale”.

Il Consiglio dei ministri ha permesso, dopo il Pitesai - Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee - voluto dall’ex Ministro per la transizione ecologica Cingolani, oggi consulente del Governo Meloni, nuove concessioni per aumentare l’estrazione di gas nell’Adriatico tra le 9 e le 12 miglia da aree marine protette e dalla costa. L’estrazione riguarderà solo i giacimenti che abbiano una capacità superiore a 500 milioni di metri cubi e tutte saranno al di sotto del 45° parallelo, con l’unica eccezione della zona prospicente il delta del Po; inoltre, i titolari delle nuove concessioni dovranno fornire gas a prezzi calmierati per le industrie a forte consumo di gas.

Rigassificatori e trivelle: favorevoli e contrari

Come sempre, anche su queste questioni ci sono i nimby e i pimby (Not In My Back Yard – Please In My Back Yard). L’autunno era iniziato con uno stallo, ultima mossa della partita a scacchi sul rigassificatore, ma poi i due Commissari straordinari, nonché Presidenti delle Regioni interessate, Toscana ed Emilia Romagna, hanno fatto scacco matto.

A Piombino la Snam ha intanto concluso i lavori di bonifica per eventuali presenze belliche e i primi tubi di acciaio sono pronti per essere interrati, ma il sindaco, Francesco Ferrari, i Comitati sul territorio, e gran parte dei cittadini, dicono no al rigassificatore. I cittadini non vogliono la nave e sono spaventati dalle tempistiche incerte: la nave Golar Tundra dovrebbe operare al largo della città toscana per 3 anni per poi essere ricollocata, ma non si sa ancora dove. Il Sindaco, del gruppo Fratelli d’Italia, ha impugnato l’autorizzazione e annunciato di voler procedere con un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale.

A Ravenna, al contrario, il Consiglio comunale cittadino quasi all’unanimità, con un solo voto contrario, ha approvato la scelta del rigassificatore. Contro il progetto si schierano gli ambientalisti, che lamentano come in operazioni complesse “il concetto di presto non coincide con quello di bene”, e soprattutto “ci lega per l’eternità alla schiavitù delle fonti fossili”.

Per quanto riguarda le trivelle il Presidente del Veneto Luca Zaia contesta il suo partito e il Governo per il via libera all’estrazione di gas sottolineando come «gli esiti della subsidenza – lo sprofondamento dei terreni e dei fondi marini – in seguito alle trivellazioni degli anni Cinquanta sono stati imponenti e devastanti. Ci sono zone in cui il fondo si è abbassato di 4 metri, con una progressione dei cedimenti anche oggi inesorabile».

Zaia supporta il suo no alle trivelle, ponendo l’accento anche sugli effetti devastanti su turismo e balneazione dovute alla subsidenza, oltre che di un enorme danno d’immagine, e aggiunge: «si approfitti del rigassificatore che abbiamo e spingiamone al massimo le potenzialità. Tra l’altro, le nuove perforazioni potrebbero non darci risultati prima di 3 o 4 anni».

Ma è la stessa Viceministra all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Vania Gava esponente della Lega, a sottolineare che «è necessario diversificare gli approvvigionamenti ed è assurdo vietare per motivi ideologici di estrarre il nostro gas. Teniamo presente che, a poche miglia di distanza, la Croazia si approvvigiona dello stesso gas. Il beneficio in questa situazione di crisi energetica mondiale è massimo. Si tratta di garantire forniture certe al tessuto industriale. E di garantirle a prezzi calmierati e ragionevoli».

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