Ambiente

Enel dice bye bye alla Russia

La multinazionale italiana vende gli asset a Gazprom e Lukoilm con un’operazione da 137 milioni di euro. Per l’ad Francesco Starace: «L’Italia può affrancarsi dal gas utilizzando le rinnovabili»
L'AD di Enel Francesco Starace a Palazzo Chigi.
L'AD di Enel Francesco Starace a Palazzo Chigi. Credit: ANSA/ GIUSEPPE LAMI
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17 ottobre 2022 Aggiornato alle 11:00

Confermata la cessione degli asset da parte di Enel.

Il 12 ottobre Enel ha ceduto gli asset in Russia pari al 56,43% del capitale sociale di quest’ultima a Pjsc Lukoil e al Closed Combined Mutual Investment FundGazprombank-Frieza”.

I lavori sull’accordo, iniziati a giugno, sono stati portati avanti fino a quando il Presidente russo non ha congelato temporaneamente ogni uscita.

Infatti, ad agosto Vladimir Putin ha decretato la sospensione delle vendite di quote di banche e impianti energetici considerati strategici, stilando una lista di multinazionali dei vari Paesi a cui estendere il divieto.

Tra queste, anche l’Enel.

Dopo mesi, arriva il via libera. La notizia porta l’azienda a recuperare in borsa, con +1,72%, arrivando a livelli che non toccava dal 2018.

Gli asset ceduti di generazione elettrica in Russia includono circa 5,6 GW di capacità convenzionale e circa 300 MW di capacità eolica in diverse fasi di sviluppo.

Nel comunicato stampa mandato dalla società informano che “l’operazione complessiva ha generato un effetto positivo sull’indebitamento finanziario netto-saldo del conto economico-consolidato del Gruppo Enel per circa 610 milioni di euro e un impatto negativo sull’utile netto-profitto complessivo realizzato da una società di Gruppo reported di circa 1,3 miliardi di euro, principalmente dovuto al rilascio della riserva di conversione cambi, per circa 1,0 miliardi di euro al 30 settembre 2022. Questo effetto contabile non avrà alcun impatto sui risultati economici ordinari”.

Viene spiegato come l’operazione sia “in linea con l’obiettivo strategico del Gruppo di concentrare le proprie attività principalmente nei Paesi in cui una posizione integrata lungo la catena del valore può guidare la crescita e migliorare la creazione di valore facendo leva sulle opportunità offerte dalla transizione energetica”.

Fare leva su nuove opportunità è ciò di cui necessita l’Italia che, incontrando enormi difficoltà con l’aumento dei prezzi del gas, ha bisogno di aprirsi a nuovi scenari.

Infatti, l’Istat nella Nota sull’andamento dell’Economia italiana, pubblicata a settembre, intorno alle difficoltà delle imprese energetiche evidenzia che tra il 2019 e il 2022 i prezzi della produzione di gas e di distribuzione di combustibili gassosi sono aumentati in media del 182,5%.

Osservando l’andamento del prezzo medio d’acquisto dell’elettricità vediamo come da gennaio 2022 è raddoppiato nei mesi di luglio e agosto, arrivando a settembre a 479 €/ MWh.

Al contempo, un forte aumento è stato registrato nel prezzo del gas sul Ttf, Title transfer facility, nel corso di un anno.

I prezzi hanno subito una crescita determinante con l’incrinarsi dei rapporti con la Russia.

Nella seconda metà di giugno, a causa delle limitazioni e blocchi sui flussi di gas russi, hanno raggiunto i livelli più alti, fino ad arrivare ad agosto a +300 €/ MWh.

Ad oggi, siamo intorno a 156,7 €/ MWh. Tuttavia, sembra essere fondamentale perseguire la via della transizione energetica; come sostiene l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace: «L’Italia può affrancarsi dal gas utilizzando le rinnovabili se si usano le batterie e le reti digitali».

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