Economia

Gazprom ha davvero finanziato le Ong ambientaliste?

In un report della fondazione Fondapol, il politologo francese Dominique Reynié denuncia le relazioni tra il colosso dell’energia e alcune associazioni verdi in Germania, Belgio e Stati Uniti. Scopo: schierarsi contro il nucleare e a favore del gas russo. Poche le prove, ma negli States potrebbe aprirsi una inchiesta
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21 marzo 2022 Aggiornato alle 21:00

«La Russia tramite Gazprom ha finanziato Ong ambientaliste per schierarsi contro il nucleare» e il gas di scisto, un modo per denigrare altre fonti di energia e rafforzare così la dipendenza europea dal gas russo.

L’accusa è stata lanciata, seppur con prove poche chiare, dal politologo liberale francese Dominique Reynié, direttore di Fondapol (Fondazione per l’innovazione politica francese) e professore dell’Institut d’Etudes Politiques de Paris (Sciences Po Paris). Durante una trasmissione televisiva francese l’accademico ha sostenuto di avere prove, poi raccontate in questo report apparso sul sito della sua fondazione, di una stretta relazione fra i vertici russi e alcune associazioni ambientaliste della Germania e del Belgio.

La sostanza delle accuse è che Gazprom, multinazionale del gas russo, avrebbe finanziato a più riprese queste associazioni con lo scopo di aumentare la pressione politica dei verdi sui governi in una direzione contraria al nucleare e ad altre fonti di energie diverse dal gas, in modo tale da mantenere il rapporto di dipendenza di questo combustibile con l’Europa e altri Paesi del mondo.

Un collegamento che lascia intendere come grazie agli incassi del gas venduto ad altri Paesi, la Russia abbia poi potuto finanziare anche la sua personale invasione all’Ucraina. Il politologo Reynié, esperto di nazionalismi e populismi, nel suo report “Libertà: la sfida del secolo” ha dato notizia del sistema con cui Gazprom finanziava a suo dire «Ong ambientaliste, che hanno fornito ministri ad alcuni Paesi, che poi hanno intrapreso una sorta di restituzione del favore schierandosi per l’uscita dal nucleare».

Da quanto affermato avrebbe le prove che il colosso del gas russo, società da 13 miliardi di dollari di utili l’anno, avrebbe sostenuto campagne del genere anche negli States, motivo per cui l’11 marzo scorso due deputati repubblicani, Jim Banks e Bill Johnson, hanno chiesto al segretario del Tesoro Janet Yellen di aprire «un’indagine sulla manipolazione russa dei gruppi verdi americani, che sono apparentemente finanziati con denaro di provenienza oscura». Già 5 anni fa, ricorda il francese, alcuni repubblicani avevano ipotizzato che associazioni ambientaliste e fondazioni ricevessero finanziamenti russi, tramite paradisi fiscali come quelli delle Bermuda, per portare avanti campagne di disinformazione contro fonti di energia differenti dal gas di cui è ricca la Russia.

In Europa. invece, il report del professore francese, ripreso da diversi giornali soprattutto collegati alla destra, sostiene che «le principali organizzazione ambientaliste tedesche Wwf, Bund e Nabu hanno costituito una fondazione ambientale (Naturschutzstiftung Deutsche Ostsee) insieme con la società Nord Stream Ag, consorzio che ha costruito il gasdotto russo-tedesco sotto il Mar Baltico. Tale fondazione è stata dotata di 10 milioni di euro da Gazprom». Di conseguenza, secondo il rapporto «le organizzazioni ambientaliste tedesche Wwf, Bund e Nabu sono diventate per anni strenue oppositrici dell’energia nucleare civile e dello sfruttamento del gas di scisto in Europa, ma non del gas russo». Il sistema, nel tempo, avrebbe portato a una informazione in perenne direzione contraria al nucleare e al gas di scisto, con la Germania che oggi nei suoi piani verdi ha deciso di dire addio alle sue centrali atomiche ed è ancora dipendente dal gas del Cremlino.

Tra i dettagli citati nel rapporto c’è poi anche il caso del ministro dell’Energia belga Tinne Van der Straeten dei verdi Groen che, prima di ottenere l’attuale poltrona, era proprietaria al 50% di uno studio legale che aveva Gazprom fra i suoi clienti. «Van der Straeten ha lavorato allo smantellamento completo del parco nucleare civile belga, in conformità alla ferrea volontà degli ambientalisti belgi, che per vent’anni si sono battuti per sostituirlo con le centrali a gas, alimentate da Gazprom. Tuttora, in Belgio, i partiti verdi Ecolo e Groen sostengono in modo esplicito la sostituzione dei reattori nucleari con le centrali elettriche a gas» si legge nei giornali che riportano passaggi del testo di Fondapol.

In tv Reynié ha ribadito che «abbiamo trovato finanziamenti di Gazprom a Ong ambientaliste. Qualche attivista è diventato addirittura ministro di alcuni Paesi europei che poi evidentemente hanno voluto restituire il favore, attaccando il nucleare» e in America il canale legato a Donald Trump, Fox News, in diversi programmi ha riportato le parole di politici repubblicani che chiedono alle Ong coinvolte di rivelare i loro rapporti con la Russia di Vladimir Putin. Sull’intera questione finora sono state fornite poche prove certe a sostegno delle accuse avanzate, ma mentre in Europa il tema viene dibattuto per lo più tra trasmissioni televisive e rete, negli Usa l’apertura di una inchiesta potrebbe aiutare a far luce sulla veridicità di un possibile collegamento tra Gazprom e associazioni verdi.

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