Ambiente

La Danimarca pagherà i Paesi in via di sviluppo per i danni climatici

Il contributo - di circa 13,4 milioni di euro - sarà destinato alle regioni con perdite causate dal climate change. Fra i principali beneficiari, l’Africa
Alluvione nell'area di Budalangi nel Kenya occidentale nel 2007
Alluvione nell'area di Budalangi nel Kenya occidentale nel 2007 Credit: EPA/-
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26 settembre 2022 Aggiornato alle 14:00

Qualcosa, finalmente, si muove. Per la prima volta un Paese membro dell’Onu promette finanziamenti “loss and damage”, perdite e danni legati agli effetti della crisi del clima innescata dalle emissioni, a Paesi in via di sviluppo. I danesi hanno infatti recentemente annunciato un contributo di 100 milioni di corone (pari a circa 13,4 milioni di euro) da destinare a luoghi e popoli fortemente danneggiati dalla crisi del clima, per esempio i Paesi della fascia Sahel.

Di fatto, se si escludono alcuni paesi non Onu come la Scozia, si tratta del primo Paese a offrire un risarcimento di questo tipo nei confronti delle regioni più vulnerabili. Ad annunciare il finanziamento - che è quello che attivisti come Greta Thunberg o Vanessa Nakate chiedono da tempo in termini di giustizia climatica - è stato il ministro dello sviluppo danese Flemming Møller Mortensen.

«Ho visto di persona in Bangladesh questa primavera che le conseguenze del cambiamento climatico hanno bisogno di maggiore attenzione» ha spiegato il politico, annunciando i fondi e ribadendo che è gravemente ingiusto che i paesi più poveri del mondo debbano soffrire di più per le conseguenze della crisi a cui, magari, non hanno particolarmente contribuito.

Un chiaro esempio è l’Africa, continente che soffre per fame, siccità, carestie e malattie, spesso tutte innescate dalla crisi del clima, ma che è responsabile a livello globale solo del 4% delle emissioni climalteranti.

Anche per questo, la Danimarca ha aperto la via: secondo il Paese è dunque tempo di «agire e non solo di parole». Dei 100 milioni di corone promesse una parte, circa 35 milioni (pari a quasi 5 milioni di euro) andranno a un’organizzazione con sede a Francoforte, in Germania , che sovvenziona le assicurazioni per i Paesi più poveri. Altri 32,5 milioni di corone saranno invece destinati ad aiutare per esempio la regione del Sahel che si estende nel deserto del Sahara del Nord Africa.

Circa 3,4 milioni di euro verranno invece destinati a “sforzi strategici” per i negoziati sul cambiamento climatico in vista della COP27 prevista in Egitto a novembre.

Inoltre, più o meno un altro milione di euro sarà destinato a enti, associazioni e attori della società civile già impegnati nei Paesi in via di sviluppo per migliorare la resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici.

Quello annunciato dai danesi a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York resta uno dei primi importantissimi impegni, seppur piccoli, nella direzione dei finanziamenti di 100 miliardi di dollari l’anno che i paesi più ricchi dovrebbero destinare a quelli meno abbienti e più esposti all’emergenza clima. Sulla stessa scia, nel frattempo, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha insistito con l’idea di tassare gli extra profitti delle compagnie di combustibili fossili e di reindirizzare il denaro proprio verso i Paesi che soffrono di perdite e danni.

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