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Sulla scuola il centrodestra c’è (quasi)

Proseguiamo la serie Valutazione dei programmi elettorali sull’educazione scolastica con Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Tante (e diverse) le proposte, ma poco approfondite
Cena elettorale al Mandela forum con la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni a Firenze, l'8 settembre 2022.
Cena elettorale al Mandela forum con la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni a Firenze, l'8 settembre 2022. Credit: ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI
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14 settembre 2022 Aggiornato alle 07:00

Fratelli d’Italia

“L’istruzione pubblica italiana ha una grande storia. La scuola prepara il futuro di una Nazione, l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, la crescita economica e la consapevolezza di essere cittadini e parte di una comunità. L’università è la palestra delle classi dirigenti e, con il mondo della ricerca, costituisce una risorsa strategica indispensabile per affrontare le grandi sfide della nostra epoca”. Così comincia il capitolo dedicato alla scuola di Fratelli d’Italia.

Dopo questa breve introduzione inizia un elenco fittissimo di proposte per “rilanciare la scuola” che lasciano il lettore senza fiato. Una vera e propria lista della spesa. Nessuna argomentazione. Pane, patate, pomodori, latte, uova, mascarpone. Biscotti integrali. È davvero così, dovreste leggerlo per farvi un’idea. Molti dei temi citati sono sicuramente condivisibili, come il contrasto alla dispersione scolastica, l’aggiornamento dei programmi scolastici - anche se quelli bravi potrebbero obiettare che i programmi non esistono più - il potenziamento delle materie scientifiche a partire dalla matematica, il raggiungimento della piena padronanza della lingua inglese e la valorizzazione degli Istituti tecnici.

Peccato che, appunto, non venga spiegato nulla su come, a esempio, si vuole combattere la dispersione scolastica. Leggendo i vari programmi sembra quasi che tutti i partiti sappiano che questo è un tema importante ma che, al contempo, non sappiano minimamente di cosa si stia parlando. Non si intravede nemmeno lo sforzo di capire come questo fenomeno possa effettivamente essere contrastato. Nessuno pensa a prevenire, si accennano cure quando invece la prima cosa da fare contro l’abbandono scolastico e la dispersione implicita è la prevenzione. I docenti dovrebbero essere in grado di individuare tempestivamente chi è a rischio per poter poi agire come consiglio di classe.

L’elenco continua poi con la proposta di riforma dei Pcto, cioè i percorsi trasversali per le competenze e l’orientamento, quella che un tempo chiamavamo Alternanza Scuola-Lavoro, senza però specificare che tipo di riforma si voglia attuare. Poi si passa al “Liceo Made in Italy” ma anche in questo caso non viene specificato alcunché.

Tra le tantissime proposte ci sarebbe anche quella di ridurre di un anno il percorso di studi per consentire agli studenti e alle studentesse di approcciarsi prima all’università o al mondo del lavoro.

Per quello che concerne il corpo docenti si prevede il contrasto al precariato storico, alla discontinuità didattica e al progressivo aumento degli stipendi dei docenti alla media europea. Purtroppo, nemmeno in questo caso vengono delineate strategie di attuazione concrete (su questi temi abbiamo parlato a lungo commentando il programma del Partito Democratico, eviterei di ripetermi ulteriormente).

Molti dei punti accennati da Fratelli d’Italia sono condivisibili ma più che un programma elettorale fattibile pare la lista dei desideri da spedire a Babbo Natale. “Più sport nelle scuole, con nuovi impianti, piscine e palestre”, chi non vorrebbe scuole così? Peccato che non ci sia nessun’analisi o approfondimento sulla fattibilità di queste proposte.

Si promettono piscine e palestre quando quasi il 16% dei 40.160 edifici scolastici è stato realizzato prima della Seconda guerra mondiale, più del 60% risale agli anni Sessanta e Ottanta, il 54% delle scuole non ha il certificato di agibilità, 39% di collaudo statico e il 59% di prevenzione incendi.

Forza Italia

Molte delle proposte avanzate da Forza Italia prestano attenzione all’inclusione e all’aspetto psicologico ed emotivo degli studenti. Viene proposta la figura dello psicologo scolastico, l’ora di educazione emotiva, l’istituzione di apposite classi di concorso per il sostegno didattico per l’inclusione di alunni e alunne con disabilità, l’abilitazione al sostegno agli psicologi per la scuola primaria - perché secondo FI i laureati in scienze della formazione primaria hanno una formazione meno approfondita sulle patologie del neurosviluppo - e l’istallazione di sistemi di microfonia wireless per gli alunni sordi o ipoacustici.

Forza Italia punta poi al potenziamento dell’orientamento, con particolare attenzione all’incontro tra domanda e offerta, all’utilizzo di impianti di sanificazione e purificazione dell’aria e alla libertà di scelta delle famiglie attraverso il bonus scuola.

Nel programma si trovano altre due proposte degne di nota che, inspiegabilmente, non vengono trattate nel capitolo dedicato alla scuola ma in quello dedicato alle famiglie. Sull’estensione del tempo scuola Forza Italia si discosta da tutti gli altri programmi elettorali: “tempo pieno nelle scuole di ogni ordine e grado, statali o paritarie, in tutta Italia.” Fino a oggi si è sempre parlato di estendere il tempo pieno per la primaria e la scuola secondaria di primo grado, mai nessuno aveva osato proporre questa estensione anche per le scuole superiori. Ma non è finita qui. A questa proposta si aggiunge anche quella di tenere le scuole aperte d’estate, in un’ottica completamente diversa rispetto alla scuola di oggi.

Il tempo scuola è prezioso, soprattutto per chi vive in contesti socio culturali ed economici svantaggiati. Dopo la perdita degli apprendimenti verificatasi durante la pandemia dovremmo seriamente pensare a come rimodulare il tempo che gli studenti trascorrono a scuola. La fase di recupero degli apprendimenti dovrebbe essere diluita nel tempo, le sole due settimane di “corsi di recupero” che la scuola mette a disposizione non sono abbastanza.

Queste due proposte potrebbero rivoluzionare completamente il nostro modo di fare scuola, permettendo tempi più distesi durante l’anno e il recupero degli apprendimenti persi.

Lega

Il programma della Lega si concentra su 5 interventi:

1) sviluppare gli istituti professionali come scuole di alta specializzazione;

2) conciliare inclusione e valutazione studenti;

3) prevenzione sanitaria, mai più didattica a distanza;

4) garantire specializzazione sostegno;

5) superare il precariato, coprire la carenza personale docente e Ata, adeguare gli stipendi.

Per quanto riguarda la formazione professionale e tecnica la Lega propone di: potenziare l’istruzione professionale per renderla realmente competitiva rispetto all’istruzione tecnica; riallineare l’offerta formativa della filiera tecnica e professionale alla domanda proveniente dai distretti economico-produttivi; riorganizzare il curricolo di studi dell’istruzione tecnica e professionale potenziando i laboratori e il legame con il contesto territoriale di riferimento.

Sempre in quest’ottica, il partito di Matteo Salvini propone la valorizzazione degli ITS (istituti tecnici superiori) favorendone il naturale sviluppo come continuazione e perfezionamento degli istituti professionali e tecnici.

La Lega tocca un aspetto a mio avviso fondamentale che non trova spazio negli altri programmi elettorali fin qui analizzati, ovvero la carenza di competenze in ambito finanziario della nostra società. La proposta infatti è quella di “inserire l’educazione finanziaria in tutto il sistema di istruzione e formazione”. Tutti dovremmo possedere un minimo di conoscenza finanziaria per poter compiere scelte consapevoli, un investimento in questa direzione sarebbe importante soprattutto alla luce degli ultimi dati OCSE che vedono l’Italia all’ultimo posto su 26 Paesi coinvolti.

A differenza degli altri programmi, quello della Lega propone un interessante approfondimento al tema del sostegno. “Oltre un terzo dei docenti attualmente incaricati su posto di sostegno è privo di specializzazione, ovvero della formazione necessaria”. Si propone quindi a chi ha maturato almeno tre anni di esperienza sul sostegno di poter accedere direttamente ai corsi di specializzazione.

Il problema è, come spiega Andrea Gavosto, presidente della Fondazione Agnelli, che «il numero di insegnanti di sostegno senza un posto di ruolo ha infatti raggiunto i 122 mila su 200 mila, creando continue discontinuità didattiche a danno di studenti particolarmente fragili come quelli con disabilità: una rapida risposta all’emergenza, peraltro prevista anche nella recente legge sul reclutamento, appare a questo punto inevitabile».

Mentre Forza Italia non accenna minimamente alla condizione dei precari e Fratelli d’Italia punta al contrasto al solo “precariato storico”, la Lega propone il diretto superamento del precariato. Chiedendo, in sostanza, l’assunzione in ruolo di circa 150-200 mila insegnanti. Sanatorie che faranno sicuramente felice più di qualche docente precario ma che, per loro natura, non apporteranno alcun miglioramento alla qualità del corpo docente e quindi del sistema scolastico.

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