M5S: scuola, dove sei?

Ogni volta prometto a La Svolta che rispetterò le 5.000 battute pattuite per poi sforarle, e loro, ogni volta, mi perdonano. Il mondo della scuola è talmente complesso che servono più passaggi per farsi capire da chi non è abituato al linguaggio tecnico usato dagli addetti ai lavori. Questa volta però sarà più semplice, rispetterò i limiti.
Ti chiederai come mai? Hai imparato a scrivere? No, il fatto è che il programma del Movimento Cinque Stelle dedica alla scuola lo spazio di una slide. Di 13 pagine totali, dedicate alla scuola ce n’è mezza, schematica, non argomentata. Da non crederci quasi. Eppure il titolo prometteva bene: Per la formazione: perché la scuola, università e ricerca sono le fondamenta della nostra società. Di 6 proposte solo 3 riguardano la scuola, le restanti trattano il campo della ricerca e dell’università.
Il primo punto è dedicato agli insegnanti, dove si chiede l’adeguamento degli stipendi ai livelli europei. Ma i Cinque Stelle non spiegano come vorrebbero aumentare questi stipendi. Non viene fatto alcun riferimento né alla carriera docenti, al middle management, né alla velocizzazione degli scatti di anzianità.
Al secondo punto, Benessere a scuola, si propongono più psicologi e pedagogisti “per fornire un sostegno ai nostri ragazzi e a tutta la comunità scolastica”. Cosa buona e giusta, soprattutto dopo i due anni di scuola a singhiozzo che abbiamo fatto passare ai nostri studenti.
La terza e ultima proposta riguarda l’introduzione di una “scuola dei mestieri” che servirebbe a “valorizzare e recuperare la tradizione dell’artigianato italiano”. Non è chiaro, però, a cosa si faccia riferimento (come per esempio alla formazione professionale).
Mancano all’appello alcuni cavalli di battaglia del Movimento come le classi pollaio o il tempo pieno. Non si fa alcun riferimento ai più piccoli ma nemmeno al precariato della scuola. Da questi pochissimi punti emerge una totale mancanza di visione di un qualsiasi modello di scuola e forse anche poca voglia di occuparsene.