Futuro

La nuova esplorazione lunare

La missione Capstone della Nasa sta testando una nuova orbita attorno al nostro satellite naturale. Primo passo per un possibile grande ritorno sul suo suolo. Ma con meno carburante
Il team CAPSTONE esegue la prova completa della missione dell'hardware di propulsione, con l'unità di qualificazione situata al centro del banco di prova.
Il team CAPSTONE esegue la prova completa della missione dell'hardware di propulsione, con l'unità di qualificazione situata al centro del banco di prova. Credit: Stellar Exploration
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1 luglio 2022 Aggiornato alle 19:00

La mattina del 28 giugno una minuscola navicella spaziale della Nasa, grande quanto una scatola di scarpe, ha intrapreso un viaggio alla volta della Luna. La missione, battezzata col nome di Capstone, durerà 4 mesi e ha come obiettivo quello di sperimentare una nuova rotta lunare mai percorsa prima dall’agenzia spaziale.

L’orbita che seguirà la navicella è molto allungata e potrebbe rivelarsi utile per le future spedizioni sul nostro satellite. Inoltre, su un tratto in particolare permetterà alla navicella di sfiorare la superficie lunare. Trattandosi di un tragitto mai compiuto prima, Capstone è stata inviata in avanscoperta. La speranza è di poter sfruttare la rotta per il programma Artemis della Nasa.

Nei prossimi 10 anni, l’agenzia statunitense vuole costruire una nuova stazione spaziale attorno alla Luna chiamata Gateway, che fungerà da base di addestramento e alloggio per i futuri astronauti diretti sul satellite (dovrebbe essere installata proprio su quest’orbita). Inoltre, intende inviare per la prima volta una donna e una persona nera sulla Luna.

Un progetto ambizioso che, ci auguriamo, porterà di nuovo l’essere umano sul satellite naturale, dopo oltre mezzo secolo. «Consideriamo la missione Capstone nel suo insieme come un primo passo verso un vero e proprio ritorno del genere umano sulla Luna», ha detto durante una conferenza stampa Nujoud Merancy, capo dell’ufficio di pianificazione della missione di esplorazione presso il Johnson Space Center della Nasa.

Tornando indietro di qualche anno, ricordiamo la missione Apollo sul razzo Saturn V. All’epoca gli astronauti, una volta giunti in prossimità del satellite e seguendo un’orbita circolare, riuscirono a raggiungere la superficie molto rapidamente. Ma l’operazione richiese notevoli risorse. «Portare veicoli spaziali e attrezzature sulla Luna in quel modo comporta l’utilizzo di un’enorme quantità di carburante», ha spiegato a The Verge Elwood Agasid, vicedirettore del programma tecnologico per piccoli veicoli spaziali presso la NASA Ames Research Center.

Con Artemis, la NASA sta cercando alternative meno inquinanti e dispendiose. Gateaway si fermerà circa a 1,6 Km dal Polo Nord della Luna: questo consentirà ai veicoli in NRHO di non perdere mai di vista la Terra, il che assicurerà una comunicazione continua con il nostro Pianeta (gli astronauti dell’Apollo in certi tratti dell’orbita lunare non riuscivano trasmettere e a ricevere segnali dalla Terra per un lasso di tempo di circa 1 ora a ogni giro completo).

L’aspetto più vantaggioso è che, seguendo questa nuova orbita, non ci sarebbe bisogno di tanto carburante: i veicoli spaziali posti su questa rotta sono influenzati dall’attrazione gravitazionale della Terra, del Sole e della Luna. Di conseguenza, sono piuttosto stabili e riescono a mantenere la via senza un grosso dispendio di carburante.

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