Ambiente

Qui ci vuole un Commissario

La petizione #EUforAnimals ha raccolto quasi 170.000 firme. Chiede l’istituzione di un Commissario europeo per il benessere degli animali
Credit: Thomas Jarrand/unsplash
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21 maggio 2022 Aggiornato alle 06:30

Nel marzo del 2021 è stata lanciata la campagna #EUforAnimals, promossa dall’organizzazione belga GAIA e sostenuta in Italia da Animal Equality, Animal Law Italia e tante altre organizzazioni per la protezione degli animali, per chiedere l’istituzione di un Commissario europeo per il benessere degli animali.

Questa figura attualmente non esiste: è infatti il Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza Alimentare a essere responsabile anche di tutto ciò che concerne il benessere animale all’interno dell’Unione. Ma questa competenza non è riconosciuta nel suo titolo, situazione che troppo spesso dà vita a un rimbalzo di responsabilità proprio tra commissari.

Il tema è di grande importanza, tanto che sono stati 127 i MEP appartenenti a tutti i gruppi e di 24 Paesi che hanno scelto (anche a seguito del lavoro di lobby portato avanti dalle organizzazioni) di appoggiare la richiesta di un Commissario europeo per il benessere animale, rendendo l’interrogazione orale presentata da Niels Fuglsang (del gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici) la più supportata tra quelle tematiche nella storia dagli eurodeputati al Parlamento europeo.

Anche i cittadini europei hanno più volte dimostrato di volere una maggiore attenzione da parte delle istituzioni nei confronti degli animali: non solo la petizione promossa dalle organizzazioni a sostegno della nomina di un Commissario per il benessere animale ha raccolto oltre 169.000 firme, ma un recente studio di IPSOS ha rivelato che 7 cittadini su 10 pensano che dovrebbe esserci questa figura.

Lo studio, condotto nei dieci maggiori Paesi dell’Unione, copre l’81% della popolazione europea (Francia, Germania, Polonia, Spagna, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Romania, Ungheria e Svezia) e mostra chiaramente che la richiesta della campagna è sostenuta da una grande maggioranza di cittadini dell’UE.

La richiesta, che può sembrare di stampo formale, in realtà porterebbe reali e concreti benefici agli animali costretti negli allevamenti europei. Paesi come il Belgio, a esempio, hanno nominato un ministro esplicitamente incaricato di questo settore e la decisione ha innescato effetti importanti: ha attribuito una chiara responsabilità all’interno del governo per quanto riguarda l’intera legislazione relativa al benessere degli animali, una maggiore trasparenza e l’assegnazione di risorse umane e finanziamenti adeguati per fornire risposte concrete su questo importante tema.

Ora, puntando sull’incredibile supporto ottenuto dagli eurodeputati al Parlamento europeo e su quello dei cittadini, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari è chiamata a calendarizzare la discussione dell’interrogazione.

Mantenere alta l’attenzione su questo tema è importante anche per evitare che gli interessi economici dell’industria della carne possano prevalere sulle richieste dei cittadini e su quelle dei membri del Parlamento europeo, che hanno dimostrato la volontà di vedere una maggiore attenzione rispetto alla protezione degli animali in Europa.

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