Ambiente

Il 20% dei rettili rischia l’estinzione

Secondo una ricerca pubblicata su Nature, un rettile su 5 vive in un habitat minacciato da urbanizzazione, agricoltura, disboscamento. E climate change
Credit: Chris Curry
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
7 maggio 2022 Aggiornato alle 21:00

I rettili stanno strisciando via dal mondo? Secondo la prima valutazione globale in materia pubblicata sulla rivista scientifica Nature, oltre il 20% delle specie di rettili rischia l’estinzione a causa di fattori che minacciano il loro habitat come agricoltura, disboscamento e sviluppo urbano.

Lo studio segnala che il fenomeno dipende anche dalla presenza di «altre specie invasive», ma dalla ricerca emerge come la prima di queste specie sia rappresentata dall’uomo.

Ad essere classificate “vulnerabili”, “in pericolo” o “in pericolo critico” sono 1.829 specie, il 21,1% delle 10.196 prese in esame.

Tra le più colpite tartarughe e coccodrilli, rispettivamente con il 57,9% e il 50% delle specie in via di estinzione.

Tra gli squamati a essere più a rischio sono le lucertole iguanidi (73,8%), la famiglia degli xenosauridi (60%), i serpenti uropeltidi (61,1%) con la caratteristica coda a scudo e i serpenti tropidofidi (60%).

Nonostante sul tema manchino studi a lungo termine, lo studio rivela inoltre che «il cambiamento climatico è una minaccia incombente per i rettili». Quest’ultimo incide, a esempio, «riducendo le finestre termicamente vitali per il foraggiamento, alterando i rapporti tra i sessi della prole nelle specie in cui la determinazione del sesso è legata alla temperatura e modificando gli intervalli di contrazione».

I ricercatori hanno previsto che i rettili «sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici nei biomi tropicali così come nelle acque dolci e negli habitat aridi, sebbene finora non sia stato rilevato alcun segnale geografico chiaro».

Come per altri tetrapodi - la superclasse di vertebrati in cui rientrano anfibi, mammiferi e uccelli - le minacce per i rettili sono concentrate nel sud-est asiatico, in Africa occidentale, nel nord del Madagascar, nelle Ande settentrionali e nei Caraibi.

«Supponendo che tutte le specie minacciate si estinguano», afferma il rapporto, «la perdita combinata della diversità filogenetica dei rettili sarà di circa 15,6 miliardi di anni». Un pezzo di storia evolutiva che verrebbe cancellato.

«Ridurre la deforestazione tropicale, controllare il commercio illegale, migliorare la produttività in modo da non dover espandere le nostre aree agricole. Tutto questo aiuterà i rettili proprio come aiuterà molte altre specie», ha dichiarato al New York Times Bruce Young, che insieme a Neil Cox ha condotto la ricerca firmata da 52 autori col contributo di oltre 900 esperti in tutto il mondo.

«Ora che conosciamo le minacce che deve affrontare ciascuna specie di rettili», ha aggiunto Cox, «la comunità globale può fare il passo successivo unendo i piani di conservazione con un accordo politico globale e investendo per invertire la crisi della biodiversità, spesso troppo sottovalutata».

La ricerca pubblicata il 27 aprile, che ha confermato i risultati di una precedente analisi svolta su un campione casuale, è stata effettuata dal 2004 al 2019, 15 anni di lavoro in cui gruppi di specialisti locali hanno raccolto e valutato ogni specie possibile.

Un intervallo di tempo dovuto anche alla difficoltà di ricevere finanziamenti. «Per molte persone i rettili non sono carismatici», ha commentato Young. «C’è stata solo molta più attenzione su alcune delle specie più pelose o piumate».

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