Ambiente

L’ecocidio causato dal muro tra Usa e Messico

Il documentario American Scar racconta come la barriera al confine tra i due Stati stia pian piano distruggendo la flora e la fauna
"Another Barred Migrant" di Alejandro Prieto, vincitore del Wildlife Photojournalism 2019 (dal sito www.nhm.ac.uk)
"Another Barred Migrant" di Alejandro Prieto, vincitore del Wildlife Photojournalism 2019 (dal sito www.nhm.ac.uk)
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3 maggio 2022 Aggiornato alle 21:00

Esistono 70 muri che dividono il nostro mondo, barriere che separano luoghi e persone. Come il muro messicano, o muro di Tijuana o, per i media messicani, muro della vergogna, posto al confine tra Stati Uniti e Messico. Questo è capace di bloccare (spesso) migranti, droga ma anche animali.

È la cicatrice d’America, raccontata nel documentario “American Scar”, diretto da Daniel Lombroso e rilasciato pubblicamente dal New Yorker il 30 aprile. Con i suoi 13 minuti di video, ambientati nell’area di confine dell’Arizona, “American Scar” denuncia l’ecocidio che la barriera sta mettendo in atto.

«Il muro non fermerà mai le persone, non fermerà mai le droghe, ma bloccherà la migrazione degli animali», ha dichiarato John Kurc, fotografo e uno dei protagonisti del documentario, partito al confine tra l’Arizona e il Messico per immortalare la cicatrice americana.

Il focus dell’opera riguarda principalmente quei 700 km di muro rafforzati sotto la presidenza Trump: «Una tragica eredità ambientale», scriveva Lombroso in un post Instagram lo scorso anno scorso, poco prima che il film venisse presentato al Doc NYC, il più grande festival di documentari d’America. «Le montagne sono state fatte saltare in aria, gli animali stanno morendo. E per cosa?».

Come viene spiegato nel corto, le specie che arrivano dinanzi alla barriera alla ricerca di cibo sono costrette a tornare indietro, in quelle stesse zone dalle quali erano fuggite probabilmente per mancanza di prede.

«Gli animali non sanno se si trovano negli Usa o in Messico, semplicemente seguono il paesaggio naturale per cercare qualsiasi fonte di cibo stiano inseguendo. Non hanno nulla a che fare con questo», recita il documentario.

La costruzione del muro ha vanificato diverse norme ambientali, quali l’Endangered Species Act (per la protezione delle specie animali a rischio d’estinzione nelle zone statunitensi), il Clean Air Act (sulla qualità dell’aria), il Clean Water Act (sull’inquinamento delle acque).

Tuttavia, il muro non impedisce ai migranti in fuga dal Sud America di attraversarlo: «I muri non funzionano» spiega “American Scar”, mostrando al dodicesimo minuto una parte della costruzione distrutta in Arizona. Una piccola porzione, ma capace di far passare una persona.

L’ocelotto, il bighorn del deserto, il giaguaro, l’Ambrosia pumila e i Texas snowbells sono alcuni degli animali e delle piante citati nei titoli di coda e classificati come a rischio d’estinzione, proprio a causa del muro. In totale, ne sono stati identificati 70.

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