Economia

Minimum Tax: perché la Polonia si schiera contro

In Europa, la tassazione minima del 15% per le multinazionali con un fatturato di oltre 750 milioni di euro l’anno dovrebbe partire nel 2023. Ma Varsavia pone il veto
Magdalena Rzeczkowska, sottosegretaria di Stato della Polonia.
Magdalena Rzeczkowska, sottosegretaria di Stato della Polonia.
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
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11 aprile 2022 Aggiornato alle 09:00

Esiste un accordo tra i leader delle principali economie mondiali sulla tassazione minima del 15% sui guadagni delle multinazionali. È la Minimum Tax, che dovrebbe essere istituita nel 2023 e alla quale sarebbero soggette tutte le aziende il cui fatturato annuo superi i 750 milioni di euro. L’obiettivo è evitare che queste sfruttino i bassi livelli di tassazioni presenti in alcuni paesi per pagare meno imposte.

Insieme a questa tassa, riporta Europa Today, è prevista anche un’imposta sui giganti dell’economia digitale, «un provvedimento per ora lasciato fuori dalla proposta della Commissione Europea». Per questo motivo, Varsavia ha deciso di rifiutare l’approvazione della Minimum Tax.

La Polonia è l’unico stato dell’Unione Europea a non aver accettato l’accordo che, per essere definitivamente accolto, necessita l’approvazione unanime di tutti i membri. «Varsavia - scrive Politico - non è contraria alla tassa minima in sé, ma inquadra il problema come una questione di collegamento» tra i due pilastri dell’accordo (l’imposta sulle big companies digitali e la Minimum Tax).

«Per noi è importante che la data di entrata in vigore di entrambe le soluzioni sia ravvicinata», prosegue il giornale riportando le dichiarazioni della sottosegretaria di stato della Polonia Magdalena Rzeczkowska. Non è la prima volta che il paese tenta di bloccare l’accordo: l’ultima, poco meno di un mese fa, ha visto anche Svezia, Estonia e Malta schierate contro. Oggi, invece, il Paese rimane l’unico contrario in Europa.

Il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ha dichiarato di voler venire incontro alle esigenze di Varsavia, tanto da aver allegato una dichiarazione al disegno di legge per sottolineare l’impegno europeo nell’introduzione di entrambi i pilastri, riporta Politico. Ma per la sottosegretaria polacca questo compromesso non è una garanzia giuridicamente vincolante.

«Il ministro Le Maire ha spiegato che è impossibile realizzare il vincolo giuridico richiesto dalla Polonia, poiché l’aliquota minima dipende da una direttiva europea - scrive l’agenzia di stampa italiana AGI - mentre la tassazione delle imprese digitali sarà disciplinata da un trattato internazionale».

La questione, quindi, rimarrà aperta fino al prossimo incontro.

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