Ambiente

Quante emissioni si eviterebbero liberandoci dal gas russo?

Uno studio della Società italiana di medicina ambientale (SIMA) prova a descrivere l’ipotetico miglioramento delle condizioni ambientali in caso di embargo: avremmo 12 milioni di tonnellate in meno di CO2 nell’atmosfera
Credit: Simone Hutsch
Tempo di lettura 3 min lettura
21 aprile 2022 Aggiornato alle 07:00

Liberarci dal gas russo quanto potrebbe aiutare l’ambiente in termini di emissioni? Mentre anche l’Italia continua a cercare alternative ai rifornimenti di Mosca, seppur sondando mercati che dall’Algeria al Congo garantirebbero comunque gas e non altre fonti energetiche, alcune ricerche diffuse di recente provano a rispondere a questa domanda.

Uno studio della Società italiana di medicina ambientale (SIMA) racconta infatti come «un eventuale embargo del gas russo produrrebbe in Italia un abbattimento delle emissioni inquinanti fino a meno 12 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera».

L’analisi prende in considerazione due scenari, escludendo per lo più il comparto trasporti. Entrambi sono valutazioni di come una riduzione delle forniture energetiche verso attività produttive, ma anche condomini e abitazioni private, potrebbe evitare pesanti emissioni di CO2.

«Nella prima ipotesi, una riduzione dei consumi energetici del 25% rispetto agli standard attuali presso industrie, attività e case private, e per la durata complessiva di 3 mesi, determinerebbe una diminuzione delle emissioni di CO2 in atmosfera pari a circa 9 milioni di tonnellate. Nel caso in cui il razionamento energetico fosse più pesante e pari al 33% dei consumi attuali di luce e gas, l’abbattimento delle emissioni di CO2 raggiungerebbe il record di 12 milioni di tonnellate in 3 mesi» spiegano gli esperti.

«I vantaggi per l’ambiente interesserebbero però anche altri inquinanti: il comparto residenziale è responsabile da solo del 64% della quantità di PM2,5 prodotta e liberata in atmosfera, e del 53% di PM10. Una riduzione del consumo di gas naturale per i riscaldamenti degli edifici porterebbe a una conseguente riduzione anche delle emissioni di polveri sottili nell’aria» ricorda la Società Italiana di Medicina Ambientale.

Inoltre se gli italiani decidessero di abbassare di poco il riscaldamento sia nelle abitazioni private che nelle industrie, «un calo di 1° C negli impianti di riscaldamento porterebbe un risparmio di circa il 7% sulle emissioni di CO2, pari a -2 milioni di tonnellate immesse in atmosfera» si legge nella nota di presentazione dello studio.

Come chiosa il presidente di SIMA, Alessandro Miani, sebbene siamo ancora lontani da uno scenario di fine dipendenza totale dal gas russo, «un eventuale embargo, se non accompagnato da soluzioni per coprire il fabbisogno energetico nazionale, porterebbe inevitabilmente a una riduzione delle forniture di luce e gas a partire dal prossimo autunno, come previsto del resto dal Piano di emergenza nazionale sul gas. Una riduzione che avrebbe innegabili effetti positivi sull’ambiente e, quindi, sulla salute umana, a patto tuttavia che il Governo non sostituisca il gas russo con un ritorno al carbone: una ipotesi che rappresenterebbe un enorme danno sul piano ambientale, con un conseguente aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera».

Leggi anche
Ambiente
di Giacomo Talignani 3 min lettura
Inquinamento
di Giacomo Talignani 3 min lettura