Ambiente

Condizionatori: le nuove regole per ridurre i consumi

Dal 1° maggio gli uffici pubblici e le scuole dovranno tenere d’occhio le temperature di condizionatori e termosifoni. L’obiettivo è ridurre la dipendenza italiana dal gas russo. Servirà?
Credit: Vadim Babenko
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20 aprile 2022 Aggiornato alle 14:00

Dal 1° maggio (poco meno di un mese dopo dalle dichiarazioni del premier Draghi riguardo la pace o i condizionatori) partirà “l’operazione termostato”, per regolarizzare l’utilizzo dei climatizzatori e termosifoni in inverno e in estate, al fine di ridurre i consumi e far fronte alla crisi energetica conseguente all’invasione dell’Ucraina.

Fino al 31 marzo 2023, nella stagione estiva non si potranno tenere i condizionatori a una temperatura inferiore ai 27 gradi; durante quella invernale i termosifoni non potranno superare i 19 gradi (ci sarà in entrambi i casi un margine di tolleranza di 2 gradi, quindi 25 e 21).

Al momento, queste regole varranno solo per gli uffici pubblici e le scuole, mentre saranno escluse le strutture ospedaliere e di cura. Come ha dichiarato la promotrice dell’emendamento Angela Masi (M5S): «È giusto che la Pubblica Amministrazione dia il buon esempio, tagliando gli sprechi e sensibilizzando i cittadini a razionalizzare i consumi».

Come riporta il Sole 24 Ore, l’attuazione dell’operazione termostato permetterà un risparmio tra i 2 e i 4 miliardi di metri cubi di gas, ma rimangono ancora alcune incognite relativamente ai controlli. Si procederà con la verifica di ogni singolo ufficio? Intanto, le sanzioni in caso di infrazione sono state predisposte, con multe dai 500 ai 3.000 euro.

Questo intervento non porterà l’Italia a una totale indipendenza dalla Russia: oggi il grosso dell’energia è utilizzato dalle industrie, dai servizi e dai trasporti.

Sempre nell’ambito della riduzione dei consumi, si potrebbe agire anche relativamente all’illuminazione stradale dei lampioni, abbassando così il consumo elettrico dei comuni. Non si esclude poi un’estensione dell’operazione termostato anche alle abitazioni private, dove comunque a oggi esistono delle regole (in inverno i termosifoni non dovrebbero superare i 20 gradi, rispettando i tempi di accensione previsti su base territoriale).

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